"Sei tutto lo splendore".
"Tu, tu, tu, - fece lei - tu hai una maniera di metter fuori le parole...Ad esempio, è stato come se sentissi pronunciare splendore per la prima volta".
"Non è strano. Non c' era splendore prima di te".
- Beppe Fenoglio, Una questione privata
sabato 1 marzo 2014
venerdì 28 febbraio 2014
Alessandro D'Avenia
Scuola per i Greci, scholè: tempo libero. Per i Romani, ludus: gioco. Per noi: dell'obbligo.
Qualcosa, almeno nelle parole, è andato storto.
- Alessandro D'Avenia
Qualcosa, almeno nelle parole, è andato storto.
- Alessandro D'Avenia
Concita De Gregorio
Però arriverà, deve arrivare, il momento il tempo e il luogo in cui qualcuno di molto molto autorevole senza essere per questo canzonato e dal coro irriso dica no, non è quello che deve, non è questo che devi accettare per essere accettata.
Non devi fare silenzio.
Verrà il giorno in cui questo tempo avariato scadrà e sarà buttato come uno yogurt andato a male e ricominceremo tutti, dalle case, dalle televisioni, dai giornali, dalle scuole elementari a dire alle bambine: quando ti chiedono di stare al loro gioco, digli di no. E' un gioco sbagliato, non è il tuo gioco. Non è nemmeno un gioco.
Verrà il giorno in cui capiremo l'abisso in cui siamo precipitati pensando che fosse l'anticamera del privè del Billionaire, che fortuna essere ammessi all'harem, e sapremo di nuovo dire, come i nostri nonni ci dicevano: è una trappola, bambina.
Quando ti chiedono di mostrargli le mutande non è vero che si alza l'auditel, come dice la canzone scema. Quando te lo chiedono vattene, ridigli in faccia e torna a casa.
- Concita De Gregorio
Non devi fare silenzio.
Verrà il giorno in cui questo tempo avariato scadrà e sarà buttato come uno yogurt andato a male e ricominceremo tutti, dalle case, dalle televisioni, dai giornali, dalle scuole elementari a dire alle bambine: quando ti chiedono di stare al loro gioco, digli di no. E' un gioco sbagliato, non è il tuo gioco. Non è nemmeno un gioco.
Verrà il giorno in cui capiremo l'abisso in cui siamo precipitati pensando che fosse l'anticamera del privè del Billionaire, che fortuna essere ammessi all'harem, e sapremo di nuovo dire, come i nostri nonni ci dicevano: è una trappola, bambina.
Quando ti chiedono di mostrargli le mutande non è vero che si alza l'auditel, come dice la canzone scema. Quando te lo chiedono vattene, ridigli in faccia e torna a casa.
- Concita De Gregorio
Paolo Conte
L'amicizia è preziosa e divina, particolarmente apprezzabile se si ha un'avventura da vivere insieme.
- Paolo Conte
- Paolo Conte
Groucho Marx
"Riesco a trovare ogni parola nel dizionario molto più velocemente, da quando ho capito che sono in ordine alfabetico".
- Groucho Marx
- Groucho Marx
Tratto da "A passo di tartaruga" di Rosario Centorrino
..Nessun impedimento ci teneva ancorati a Messina. E dire che, un tempo, anche nella nostra città i carri allegorici sfilavano per le vie del centro. I bambini, io ero una di questi, giocavano lanciandosi coriandoli e stelle filanti. Spesso, quando finivano i nostri rifornimenti, ammonticchiavamo nel bordo del marciapiede tutto ciò che si era lanciato per poter continuare il divertimento. Dopo un pomeriggio trascorso a correre per il Viale San Martino, ricordo mio padre che mi faceva saltare sulle sue spalle e mi portava a cavalluccio. Ero felicissima e orgogliosa di essere così in alto, di avere un padre così forte da non sentire la stanchezza del mio peso. Pian piano, come molte cose in questa città, è andato scomparendo, e sembra quasi che quel tempo non sia mai esistito. Adesso, il periodo di Arlecchino e Pulcinella trascorre in maniera ignota, neanche il Giovedì Grasso ha lo stesso fascino di una volta. Le ricette tradizionali non ci accompagnano a tavola, i nostri vestiti non devono più temere le macchie del sugo di maiale che minacciava i più distratti.
Rosario Centorrino, A passo di tartaruga
Rosario Centorrino, A passo di tartaruga
Siena per Mario Luzi
Essere a Siena, sempre, mi esalta un po’, quasi mi ubriaca. Da dove venga questa specie di squilla interna, questa diana che sveglia memorie, ma sveglia anche il sangue, sveglia qualcosa di inconoscibile che ci attraversa tutti quanti, è difficile a dirsi per me. E’ anche il mistero di questo che mi attrae, l’indicibilità di questo che mi rende così tenace l’affetto e l’aderenza a questa città. Siena è un concentrato di umane sublimità e di estreme follie; una stratificazione di alti disegni della mente umana e anche visioni; ma è anche il deserto, il misterioso paesaggio che la isola e la circonda, e dall’una o dall’altro - o dall’una e dall’altro insieme, ecco, viene questa strana febbre o febbrilità che investe uno come me che vi ritorna dopo tanti anni. Questo non cessa mai di accadere.
La città è della mia prima adolescenza; ma lusinga anche i miei superstiti sogni di uomo maturo. Avevo dodici anni quando vi venni e mi immersi, spaesato ragazzo, nella solarità abbagliante dei suoi marmi e cotti. Si aprì immediatamente un fermaglio che era chiuso, divenni giorno dopo giorno un adolescente fervido e incantato, smanioso di apprendere. La consapevolezza di esistere, respirare, desiderare all’interno di un chiarore di civiltà unico si faceva strada gradualmente nelle mie giornate di scolaro ginnasiale che arrivava alla scuola avendo lungo il tragitto visto o intravisto meraviglie, ricevuto richiami e tentazioni. In quei mesi e in quegli anni nacque in me e si sviluppò la passione per l’arte. Nella cornice di Siena tutta la grande civiltà pittorica, scultorea, architettonica italiana si esaltava. Vivevo al cospetto di essa, ed essa mi divenne sempre più quotidiana e intrinseca nell’opera dei suoi maestri; tuttavia questo non limitava il mio sentimento che abbracciava altre immagini e altri segni dello splendore che allora mi si apriva e di cui Siena era la preziosissima porta.
La città è della mia prima adolescenza; ma lusinga anche i miei superstiti sogni di uomo maturo. Avevo dodici anni quando vi venni e mi immersi, spaesato ragazzo, nella solarità abbagliante dei suoi marmi e cotti. Si aprì immediatamente un fermaglio che era chiuso, divenni giorno dopo giorno un adolescente fervido e incantato, smanioso di apprendere. La consapevolezza di esistere, respirare, desiderare all’interno di un chiarore di civiltà unico si faceva strada gradualmente nelle mie giornate di scolaro ginnasiale che arrivava alla scuola avendo lungo il tragitto visto o intravisto meraviglie, ricevuto richiami e tentazioni. In quei mesi e in quegli anni nacque in me e si sviluppò la passione per l’arte. Nella cornice di Siena tutta la grande civiltà pittorica, scultorea, architettonica italiana si esaltava. Vivevo al cospetto di essa, ed essa mi divenne sempre più quotidiana e intrinseca nell’opera dei suoi maestri; tuttavia questo non limitava il mio sentimento che abbracciava altre immagini e altri segni dello splendore che allora mi si apriva e di cui Siena era la preziosissima porta.
Mario Luzi
Da Oliviero Toscani a Paolo Mieli : a Carpi torna la rassegna "I libri di San Rocco"
Torna a Carpi l'evento "I libri di San Rocco" organizzato da Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi e San Rocco Arte & Cultura. Quattro gli appuntamenti, tutti gratuiti, che si svolgeranno a partire dalle ore 21.00 nelle date di sabato 1 marzo presso l'Auditorium della Biblioteca Loria ( Michela Marzano), venerdì 21 marzo in Sala dei Mori di Palazzo Pio (Paolo Mieli), martedì 8 aprile in Auditorium Loria ( Valerio Massimo Manfredi) e venerdì 11 aprile in Sala dei Mori di Palazzo Pio ( Oliviero Toscani)
John Turturro e Napoli
Napoli è un luogo misterioso sia per chi non ci abita sia per i suoi stessi abitanti: c'è qualcosa di veramente vibrante e vivo che si percepisce ovunque ed è come qualcosa d' infinito che percepisci anche quando la lasci. Mi ha molto colpito e credo di aver riportato nel film ( Passione ) queste sensazioni. Penso che Napoli sia il più grande juke - box del mondo.
- John Turturro
- John Turturro
Buon compleanno a John Turturro
Buon compleanno al regista e attore italoamericano John Turturro, nato a Brooklyn il 28 febbraio 1957. Turturro è figlio di un carpentiere pugliese e una cantante jazz di origini siciliane.
Buon compleanno a Oliviero Toscani!
I libri servono per sedercisi sopra. Saranno venti anni che non ne leggo uno.La mia ignoranza è la mia cultura.
- Oliviero Toscani citato in Beniamino Placido, Il vangelo secondo Toscani, 1994
- Oliviero Toscani citato in Beniamino Placido, Il vangelo secondo Toscani, 1994
giovedì 27 febbraio 2014
Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005)
Non andartene,
non lasciare
l'eclisse di te
nella mia stanza.
Chi ti cerca è il sole,
non ha pietà della tua assenza
il sole, ti trova anche nei luoghi
casuali
dove sei passata,
nei posti che hai lasciato
e in quelli dove sei
inavvertitamente andata
brucia
ed equipara
al nulla tutta quanta
la tua fervida giornata.
Eppure è stata,
è stata,
nessuna ora
sua è vanificata.
- Mario Luzi, Non andartente
Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005)
L'amore aiuta a vivere, a durare,
l'amore annulla e dà principio.
E quando
chi soffre o langue spera,
se anche spera,
che un soccorso s'annunci da lontano,
è in lui,
un soffio basta a suscitarlo.
- Mario Luzi, Aprile-amore, da Primizie del deserto
l'amore annulla e dà principio.
E quando
chi soffre o langue spera,
se anche spera,
che un soccorso s'annunci da lontano,
è in lui,
un soffio basta a suscitarlo.
- Mario Luzi, Aprile-amore, da Primizie del deserto
Mario Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005)
Bisogna fargliela conoscere, proporgliela, fargliela leggere, ai giovani, la poesia. Bisogna creare occasioni di scoperta e di novità. Non si può dire che, soprattutto in questi ultimi anni, non lo si faccia. Ma l'esito è comunque incerto.
- Mario Luzi, da "Offrire versi con simpatia"
- Mario Luzi, da "Offrire versi con simpatia"
Dacia Maraini
E' l'idea della perfezione che tormenta, ferisce, guasta i rapporti che ogni donna ha con il proprio corpo.
Dacia Maraini, Un clandestino a bordo
Dacia Maraini, Un clandestino a bordo
Stasera in tv
Alle 21.05 su Rai 3 sarà trasmesso "London river", film del 2009 diretto da Rachid Bouchareb. Il film narra l'incontro di due genitori che sono alla ricerca dei propri figli legati da una storia d'amore e scomparsi dopo gli attentati del 7 luglio 2005 a Londra.
Sotigui Kouyatè, l'attore che interpreta Ousman, è stato premiato con l'Orso d'argento come migliore attore al Festival internazionale del cinema di Berlino.
Sotigui Kouyatè, l'attore che interpreta Ousman, è stato premiato con l'Orso d'argento come migliore attore al Festival internazionale del cinema di Berlino.
Il libro dell'inquietudine
Quello che ho è soprattutto stanchezza, e quella inquietudine che è gemella della stanchezza quando questa non ha altra ragione di essere oltre al fatto di essere. Ho una intima paura dei gesti da abbozzare, una timidezza intellettuale delle parole da dire. Tutto mi sembra sordido in anticipo. L’insopportabile tedio di tutti questi visi, ebeti di intelligenza o della mancanza di essa, grotteschi fino alla nausea da quanto sono felici o infelici, orrendi perchè esistono, marea separata di cose vive che mi sono estranee.
Fernando Pessoa
Fernando Pessoa
Mario Monicelli
De Laurentiis mi diceva: “Se credi in qualcosa spingi senza timore, più che puoi. Abbi sempre coraggio”. Era un’altra epoca. Pensi agli Olivetti, agli Agnelli, agli Innocenti, allora tutto nasceva e gli imprenditori non temevano il nuovo. Oggi mancano quelle teste, gente che con coraggio porta avanti il mondo. Gente di enorme personalità, di molta ignoranza ma di grande cultura. Si sbaglia quando si pensa che la cultura sia nozionismo, erudizione. Invece significa aver vissuto in un contesto e averne capito i margini precisi. Significa credere in quello che fai, con verità e abnegazione. Ed essere pronti a tutto per poterlo realizzare.
Mario Monicelli
La bellezza si vede, il fascino si sente
Buon quarantesimo compleanno a Filippo Timi, scrittore attore, regista e doppiatore nato a Perugia il 27 febbraio 1974!
Furore di Steinbeck
C'è una cosa che in prigione s'impara: mai pensare al momento della liberazione, altrimenti c'è da spaccarsi la testa nel muro. Pensare all'oggi, al domani, tutt'al più alla partita di calcio del sabato; ma mai più in là. Prendere il giorno come viene.
-John Steinbeck, Furore
-John Steinbeck, Furore
Piero Calamandrei, Per la scuola
«La scuola, come la vedo io, è un organo “costituzionale” […], un organo vitale della democrazia così come noi la concepiamo. Se si dovesse fare un paragone tra l’organismo costituzionale e l’organismo umano, si dovrebbe dire che la scuola corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue […].
La scuola è organo centrale della democrazia perché ha la funzione di creare la classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe cioè che siede in parlamento e discute e parla (e magari urla), che è al vertice degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall’afflusso verso l’alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie.[…]
Solo la scuola può permettere ai migliori di ogni classe di emergere e divenire classe dirigente.[…]
L’articolo più importante della nostra Costituzione è l’articolo 34 in cui si dice “la scuola è aperta a tutti. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.»
Piero Calamandrei, Per la scuola
La scuola è organo centrale della democrazia perché ha la funzione di creare la classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe cioè che siede in parlamento e discute e parla (e magari urla), che è al vertice degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall’afflusso verso l’alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie.[…]
Solo la scuola può permettere ai migliori di ogni classe di emergere e divenire classe dirigente.[…]
L’articolo più importante della nostra Costituzione è l’articolo 34 in cui si dice “la scuola è aperta a tutti. I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”.»
Piero Calamandrei, Per la scuola
La valle dell'Eden
"Del crollo degli dèi una cosa si può dire con certezza: non è un crollo da poco; si frantumano fracassandosi o affondano giù in una melma verdastra. È una noia doverli ricostruire; non tornano più a brillare"
(John Steinbeck - La valle dell'Eden)
(John Steinbeck - La valle dell'Eden)
John Ernst Steinbeck, Jr. (Salinas, 27 febbraio 1902 – New York, 20 dicembre 1968)
La guerra è tradimento e odio, pasticci di generali incompetenti, tortura, assassinio, disgusto, stanchezza, finché poi è finita e nulla è mutato, se non che c'è una nuova stanchezza, un nuovo odio.
(John Steinbeck, premio Nobel nel 1962)
Steinbeck,sentì annunciare che gli era stato conferito il Premio Nobel per la letteratura, accendendo il televisore per seguire la crisi dei missili di Cuba.
(John Steinbeck, premio Nobel nel 1962)
Steinbeck,sentì annunciare che gli era stato conferito il Premio Nobel per la letteratura, accendendo il televisore per seguire la crisi dei missili di Cuba.
mercoledì 26 febbraio 2014
Andrea Camilleri
"Bisognerebbe far capire che andare a teatro o leggere un libro non è un passatempo: in realtà è anche un passatempo se vogliamo, ma è anche qualcosa di più, cioè a dire un crescere da uomini, da cittadini, un capire il mondo, un conoscere l'infinita quantità di cose che ignoriamo, cioè un continuo arricchimento".
- Lettera aperta di Andrea Camilleri
- Lettera aperta di Andrea Camilleri
Dacia Maraini
In Italia la cultura dovrebbe essere trattata come altrove trattano i loro beni maggiori. Il nostro petrolio è la cultura, quindi andrebbe difesa, coltivata e andrebbero fatti degli investimenti. Parlo ovviamente di territorio, ambiente, paesaggio, delle città, delle architetture, dei musei.
Dacia Maraini
Dacia Maraini
Umberto Galimberti
“Apocalisse (dal greco apo-kalypto) vuol dire “togliere il velo” “svelare quel che era nascosto”. E quest’opera di verità la stanno facendo i giovani, per farci sapere che mondo abbiamo creato per loro.
Un mondo senza sogni, un mondo senza desideri che abbiamo estinto ogni volta che davamo loro una cosa prima ancora che la desiderassero.”
— Umberto Galimberti
Un mondo senza sogni, un mondo senza desideri che abbiamo estinto ogni volta che davamo loro una cosa prima ancora che la desiderassero.”
— Umberto Galimberti
Dario Fo
Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere.
- Dario Fo
- Dario Fo
Sabina Guzzanti
La cultura è gioia, è ricerca della libertà, il contrario di cultura non è ignoranza perché ci sono delle persone ignoranti che danno un contributo al mondo importantissimo, non è sapere le cose che ci rende colti.. il contrario di cultura è la tristezza: tagliano la cultura perché ci vogliono tristi, in questo modo il potere ci controlla, con la tristezza, con la depressione e la cultura è un mezzo per combatterla!
- Sabina Guzzanti
- Sabina Guzzanti
Eduardo Galeano
Sul muro di un locale di Madrid c'è un cartello che dice: E' PROIBITO IL CANTO FLAMENCO. Sul muro dell'aeroporto di Rio de Janeiro c'è un cartello che dice: E' PROIBITO GIOCARE CON I CARRELLI PORTAVALIGIE. Il che vuol dire che c'è ancora gente che canta e c'è ancora gente che gioca.
-Eduardo Galeano, "Parole in cammino"
-Eduardo Galeano, "Parole in cammino"
Pink Floyd:grande mostra a Milano
Verrà inaugurata il 19 settembre a Milano presso La Fabbrica del Vapore la mostra multisensoriale " The Pink Floyd Exhibition - Their mortal remains", che racconta attraverso un percorso audiovisivo la storia dei mitici Pink Floyd, dagli esordi ai giorni nostri: oltre 300 oggetti in esposizione, raccolti in oltre 40 anni di carriera. La retrospettiva è stata organizzata con la partecipazione diretta di David Gilmour, Nick Mason e Roger Waters e sarà curata da Aubrey Powell, confondatore dello studio di design Hipgnosis con Storm Thorgerson e Peter Christopherson.
Paco de Lucia
Mi piacerebbe avere gli attributi per cantare, ma sono sempre stato timido e felice di nascondermi dietro la mia chitarra.
Paco de Lucia
Paco de Lucia
R.I.P, Paco.....
E' morto ieri stroncato da un infarto mentre si trovava in una spiaggia di Cancùn in Messico - a soli 66 anni - Paco de Lucìa, il chitarrista di flamenco più amato al mondo.
Buon compleanno a Daniele Vicari!
Victor Hugo
Victor Hugo e la sua famiglia fotografati davanti all' Hauteville House, la dimora dello scrittore durante il periodo di esilio a Guernesey. Oggi la casa è diventata un museo.
Victor Hugo (Besançon, 26 febbraio 1802 – Parigi, 22 maggio 1885)
Una delle magnanimità delle donne è cedere. L'amore giunto all'altezza in cui è assoluto, si combina con non so quale accecamento del pudore. Ma quanti pericoli correte, o anime nobili!Spesso voi date il cuore, noi prendiamo il corpo. Il cuore vi rimane, e voi lo guardate fremendo nell'ombra. L'amore non ha mezzi termini; o perde, o salva. Tutto il destino umano è questo dilemma. Questo dilemma, perdita o salvezza, non c'è fatalità che lo ponga più inesorabile dell'amore. L'amore è vita, quando non è la morte. Culla e anche sepolcro. Lo stesso sentimento dice sì e no al cuore umano.
- Victor Hugo, I miserabili
- Victor Hugo, I miserabili
Vitctor Hugo
Niente eguaglia la timidezza dell'ignoranza se non la sua temerità. Quando l'ignoranza si mette a osare, essa ha in sé una bussola. Quella bussola è l'intuizione del vero, più chiara talvolta in uno spirito semplice che in uno spirito complicato. L'ignoranza è una fantasticheria e la fantasticheria curiosa è una forza. Sapere, a volte sconcerta e spesso sconsiglia
Victor Hugo, I lavoratori del mare
La piovra , acquerello di Hugo (1866)
Victor Hugo, I lavoratori del mare
La piovra , acquerello di Hugo (1866)
martedì 25 febbraio 2014
Teatro dell'opera di Roma. Continua la protesta
Non si ferma l'agitazione sindacale al Teatro dell'Opera di Roma, e per questo forse la prima della Manon Lescaut diretta dal Maestro Riccardo Muti - che dovrebbe andare in scena domani giovedì 27 - salterà.
Tutte le organizzazioni sindacali aderenti a questa protesta -preoccupate per il futuro del teatro - hanno indetto per domani una conferenza stampa al Centro Congressi Cavour contro quello che definiscono " il grave progetto di destrutturazione e declassamento del teatro che ha già portato all'annullamento della prima rappresentazione del dittico di Ravel del 30 gennaio e del Concerto sinfonico corale del 31 gennaio 2014" .
Tutte le organizzazioni sindacali aderenti a questa protesta -preoccupate per il futuro del teatro - hanno indetto per domani una conferenza stampa al Centro Congressi Cavour contro quello che definiscono " il grave progetto di destrutturazione e declassamento del teatro che ha già portato all'annullamento della prima rappresentazione del dittico di Ravel del 30 gennaio e del Concerto sinfonico corale del 31 gennaio 2014" .
Alberto Sordi
La ginnastica, il footing e le attività del genere sono in gran parte masochistiche, punitive della nostra istintiva passione per la spaparanzata.
- Alberto Sordi
- Alberto Sordi
Alberto Sordi
Roma non è una città come le altre. E' un grande museo, un salotto da attraversare in punta di piedi.
Alberto Sordi
Alberto Sordi
Buon compleanno a Paolo Mieli!
La difesa della libertà di stampa significa salvare per le future generazioni il lascito immenso della lettura, da cui dipende tutta intera la trasmissione del patrimonio culturale della nostra civiltà e la possibilità che continui ad esistere un valido sistema di istruzione.
- Paolo Mieli
- Paolo Mieli
Benedetto Croce (Pescasseroli, 25 febbraio 1866 – Napoli, 20 novembre 1952
Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi uomini. Abbiamo solo bisogno di gente più onesta.
Benedetto Croce
Benedetto Croce
La riforma della commedia dell'arte
Goldoni è un professionista del teatro, che vive dei proventi del proprio lavoro e le cui opere sono inserite in un circuito commerciale: andando a teatro e pagando il biglietto il pubblico decreta il maggiore o minore successo delle commedie. Per queste ragioni durante la sua lunga carriera Goldoni si impegna nella riforma della commedia tradizionale, dovendo ottenere il consenso del pubblico, ma sarà anche degli impresari e degli attori, senza l'appoggio dei quali non sarebbe possibile introdurre alcuna novità.
Goldoni affida il suo pensiero sul teatro a due testi del 1750. Ne "Il teatro comico" mette in scena una compagnia teatrale durante le prove di una commedia, illustrando così, con un esempio di teatro nel teatro, i principi della riforma : la sostituzione del canovaccio, in base al quale gli attori improvvisano, con un testo scritto per intero; la presentazione di luoghi e persone reali; la semplificazione della trama, non più costruita su equivoci, scambi di persone ecc. Questi concetti sono ribaditi nella Prefazione alla prima raccolta delle commedie, in cui Goldoni esplicita i suoi modelli di riferimento: il Mondo e il Teatro, cioè la realtà viva e autentica degli uomini e la finzione scenica. La soppressione della maschera è un processo lento, che il commediografio veneziano inizia già nel 1738 con il Momolo cortesan, per cui il protagonista scrive tutti i dialoghi. Allo stesso tempo opera il riscatto delle figure femminili, liberate dalla rigidità del ruolo fisso di servetta: emblema di questo percorso è Mirandolina, protagonista della Locandiera (1753). Goldoni, inoltre, ritrae spesso la borghesia veneziana, in cui il pubblico può riconoscersi; anche il popolo, però, specialmente dalla fine degli anni Cinquanta, diventa fonte di ispirazione: si pensi a Il campiello (1756) o a Le baruffe chiozzotte ( 1760). L'esigenza di realismo fa scegliere a Goldoni il veneziano come lingua privilegiata, tanto più che a Venezia tutti, dai ceti popolari alle classi più colte, si esprimono in dialetto. Ma non mancano testi in cui usa l'italiano o, negli anni trascorsi a Parigi, il francese.
Goldoni affida il suo pensiero sul teatro a due testi del 1750. Ne "Il teatro comico" mette in scena una compagnia teatrale durante le prove di una commedia, illustrando così, con un esempio di teatro nel teatro, i principi della riforma : la sostituzione del canovaccio, in base al quale gli attori improvvisano, con un testo scritto per intero; la presentazione di luoghi e persone reali; la semplificazione della trama, non più costruita su equivoci, scambi di persone ecc. Questi concetti sono ribaditi nella Prefazione alla prima raccolta delle commedie, in cui Goldoni esplicita i suoi modelli di riferimento: il Mondo e il Teatro, cioè la realtà viva e autentica degli uomini e la finzione scenica. La soppressione della maschera è un processo lento, che il commediografio veneziano inizia già nel 1738 con il Momolo cortesan, per cui il protagonista scrive tutti i dialoghi. Allo stesso tempo opera il riscatto delle figure femminili, liberate dalla rigidità del ruolo fisso di servetta: emblema di questo percorso è Mirandolina, protagonista della Locandiera (1753). Goldoni, inoltre, ritrae spesso la borghesia veneziana, in cui il pubblico può riconoscersi; anche il popolo, però, specialmente dalla fine degli anni Cinquanta, diventa fonte di ispirazione: si pensi a Il campiello (1756) o a Le baruffe chiozzotte ( 1760). L'esigenza di realismo fa scegliere a Goldoni il veneziano come lingua privilegiata, tanto più che a Venezia tutti, dai ceti popolari alle classi più colte, si esprimono in dialetto. Ma non mancano testi in cui usa l'italiano o, negli anni trascorsi a Parigi, il francese.
Carlo Osvaldo Goldoni (Venezia, 25 febbraio 1707 – Parigi, 6 febbraio 1793)
Carlo Goldoni nasce nel 1707 a Venezia in una famiglia borghese. Compie i primi studi di grammatica, retorica e filosofia e, nonostante i suoi interessi riguardino il teatro ( legge i comici antichi e segue gli spettacoli della commedia dell'arte), si iscrive a giurisprudenza. Nel 1730 esordisce in teatro con due intermezzi, ma a causa della morte del padre, per provvedere alle proprie necessità economiche, esercita la professione di avvocato. Non abbandona comunque la sua passione per le scene e compie una tournèè con la compagnia Imer. Tra il 1737 e il 1741 diventa direttore del teatro di San Giovanni Crisostomo e nel 1748 firma un contratto con Medebach, capocomico del teatro Sant'Angelo. Ha inizio in questi anni la polemica con Pietro Chiari, che accusa Goldoni di aver decretato la fine della commedia a soggetto in maschera. Nel 1762 si trasferisce a Parigi per dirigere la Comdédie Italienne, ma non trova un ambiente e un pubblico favorevoli alle sue innovazioni. Essendo ancora impegnato con il teatro San Luca di Venezia, mostra una grande versatilità : produce recite a soggetto per il pubblico francese e, partendo dai medesimi temi, testi interamente scritti per le scene veneziane. Grazie all'incarico a corte come precettore ottiene una pensione, che gli viene però revocata con lo scoppio della rivoluzione francese. Muore a Parigi di povertà nel 1793, il giorno prima che venga approvata la reintegrazione del vitalizio.
Alberto Sordi (Roma, 15 giugno 1920 – Roma, 24 febbraio 2003)
Avevo intorno ai tredici anni, era il 1933, quando incontrai Benito Mussolini. Ci sembrò un sogno. Una mattina alle 9, a Palazzo Venezia, l'usciere Navarro ci fa entrare nella mitica Sala del Mappamondo. Era immensa e lustra come uno specchio. Mi tremavano le gambe. Il Duce ci aspettava dietro un grande tavolo. Salutiamo romanamente nelle nostre divise fiammanti. Poi il Duce parla con voce rotonda: "Camerati, vi ascolto". Al che il veterano si slancia in avanti: "Eccellenza, Duce, ecco il mio piano laborioso. Darà lavoro a centinaia di persone". E gli porge alcuni fogli con mappe e grafici. Passano cinque, dieci secondi, sufficienti perché Mussolini intuisca tutta l'inconsistenza del progetto. "Mi vorreste alla posa della prima pietra? No - dice -, vi do tempo. Verrò all'ultima". Così ci licenzia, e noi usciamo dal palazzo come cani bastonati. [...] Mi è servito in seguito. Non ho più raccomandato nessuno. Quando c'è qualcuno che insiste, gli dico: guarda, mi è andata male perfino con il Duce.
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