Ricordo quanti papaveri si vedevano dalla finestra nella campagna, e quelli non me li ero certo sognati. Colori così vivi non si sognano e poi ho sempre osservato che di un sogno non si ricordano i particolari inutili. Ma quei papaveri non servivano a niente e spuntavano sul rialto, dentro la finestra, come una cosa vera. Anzi, ricordo che pensavo: «se tutto questo fosse un sogno, spunterebbe qualcuno in mezzo ai papaveri, succederebbe qualcosa, perché tutto nei sogni ha un significato». Invece, di tanto in tanto che riuscivo a sbirciare fuori della finestra, capivo che nulla vi poteva accadere e trovavo proprio nell’erba e nelle cose un senso incrollabile di fiducia. Era questo, anzi, che mi faceva sorridere.Questo senso di fiducia mi è abbastanza familiare, e mi prende ogni volta che da un luogo chiuso dò un’occhiata al cielo, alle piante, all’aria. È come se per un momento avessi dubitato dell’esistenza delle cose e quello sguardo mi rassicurasse. Un vezzo piuttosto banale. Come pure l’abitudine che ne consegue, di cercare il chiuso per godermi l’istante di liberazione quando metto fuori il naso. Nasce di qua che sono un grande frequentatore di caffè e osterie, e mi piace sedermi negli angoli in penombra, sotto le finestre. Cesare Pavese, Feria d’Agosto
venerdì 1 agosto 2014
Luis Sepùlveda
"Disgraziatamente gli umani sono imprevedibili. Spesso con le migliori intenzioni causano i danni peggiori."
Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
Luis Sepúlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare
J.P. Sartre
“Ho voglia d’andarmene, d’andarmene in qualche posto dove sia veramente al mio posto, dove m’ingrani… Ma il mio posto non è in nessun luogo: io sono di troppo.”
La nausea, J.P. Sartre
Vasco Pratolini
“Lo chiamiamo amore, ma è l’incontro di due creature che vengono di lontano e si prendono la mano per farsi coraggio - siccome il cammino è lungo e bisogna arrivare al confine che introduce all’altra terra, se c’è.”
—Vasco Pratolini, Cronache di poveri amanti
—Vasco Pratolini, Cronache di poveri amanti
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