lunedì 3 agosto 2020

David Grossman

Quando l’epidemia finirà, non è da escludere che ci sia chi non vorrà tornare alla sua vita precedente.
La presa di coscienza della fragilità e della caducità della vita spronerà uomini e donne a fissare nuove priorità.
A distinguere meglio tra ciò che è importante e ciò che è futile.
A capire che il tempo
e non il denaro
è la risorsa più preziosa.
Chi, potendo, lascerà un posto di lavoro che per anni lo ha soffocato e oppresso.
Chi deciderà di abbandonare la famiglia, di dire addio al coniuge, o al partner.
Di mettere al mondo un figlio, o di non volere figli.
Di fare coming out.
Ci sarà chi comincerà a credere in Dio e chi smetterà di credere in lui.
Ci sarà chi, per la prima volta, si interrogherà sulle scelte fatte, sulle rinunce, sui compromessi.
Sugli amori che non ha osato amare.
Sulla vita che non ha osato vivere.
David Grossman

Renzo Piano

“Quello di oggi per me è un momento sospeso fra due sentimenti profondi. C’è il cordoglio per le 43 vittime, il lutto che deve ancora essere elaborato, che non è ancora diventato storia. E c’è l’orgoglio per il lavoro portato a termine dalle 1184 persone che hanno costruito il nuovo ponte.
A una creatura che comincia la sua vita, che cosa puoi augurare se non di essere amata? Anche il ponte dovrà essere amato, adottato, entrare nell’esperienza della gente. Essendo erede di una tragedia, il ponte dovrà conquistare l’affetto della comunità. È vero che c’è un robot che analizza i dati, che il ponte sarà sempre controllato e manutenuto, ma nessuna opera può durare per un tempo lungo, per mille anni, se non è amata.
Per questo lancio un messaggio accorato: amiamolo, fatelo vostro.”
- Renzo Piano