Su, su, svelti, veloci, piano, con calma, non vi affrettate.
Non scrivete subito poesie d’amore che sono le più difficili, aspettate almeno un’ottantina di anni.
Scrivete su un altro argomento, che ne so… sul mare, vento, un termosifone, un tram in ritardo.
Non esiste una cosa più poetica di un’altra. La poesia non è fuori, è dentro.
Cos’è la poesia? Non chiedermelo più, guardati allo specchio, la poesia sei tu.
Vestitele bene le poesie.
Cercate bene le parole, dovete sceglierle.
A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola.
Scegliete, perchè la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere, da Adamo ed Eva. Lo sapete quanto c’ha messo Eva prima di scegliere la foglia di fico giusta? Ha sfogliato tutti i fichi del paradiso terrestre.
Innamoratevi.
Se non vi innamorate è tutto morto.
Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo, si muove tutto.
Dilapidate la gioia, sperperate l’allegria.
Siate tristi e taciturni con l’esuberanza.
Fate soffiare in faccia alla gente la felicità.
Per trasmettere la felicità, bisogna essere felici e per trasmettere il dolore bisogna essere felici.
Siate felici.
Dovete patire, stare male, soffrire.
Non abbiate paura a soffrire. Tutto il mondo soffre.
E se non vi riesce, non avete i mezzi, non vi preoccupate, tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto.
E non cercate la novità. La novità è la cosa più vecchia che ci sia.
E se il verso non vi viene da questa posizione, da questa, da così, buttatevi in terra, mettetevi così.
E’ da distesi che si vede il cielo. Guarda che bellezza, perchè non mi ci sono messo prima?!
Cosa guardate? I poeti non guardano, vedono.
Fatevi obbedire dalle parole.
Se la parola è “muro” e “muro” non vi dà retta, non usatela più per otto anni, così impara!
Questa è la bellezza come quei versi là che voglio che rimangano scritti lì per sempre..
Forza, cancellate tutto!
Monologo di Roberto Benigni , tratto dal film "La tigre e la neve"
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giovedì 29 ottobre 2015
lunedì 26 ottobre 2015
venerdì 23 maggio 2014
Non ci resta che piangere - la lettera al Savonarola
La lettera di Benigni e Troisi al Savonarola
T: M'arraccumando, Saverio!
B: Stai tranquillo.
T: Con educazione, non ci dobbiamo far riconoscere…cerchiamo di farla un po' anonima.
B: Allora dettala te! Vai!
T: Caro Savonarola.
B: Prima la data; quanto sarà?
T: Quasi il 1500.
B: Quasi il 1500?
T: Lo sai tu quanto ne avimmo?
B: (pensando alla loro vita "normale") Che scrivi? Ti arriva una lettera, Roma quasi 2000?
T: Metti, estate quasi 1500.
B: Mi informo io della data.
T: Allora leva la data.
B: Caro…? Non è nostro amico…
T: Aspetta un attimo, non scrivere subito. Santissimo Savonarola...
B: Santissimo …
T: Come sei bello!
B: Santissimo Savonarola! Quanto ci piaci a noi due! L'esclamativo ce l'avrà?
T: Allora, se non si sa se ci sta l'esclamativo, "scusa la volgarità!".
B: Scusa la volgarità? E perché?
T: Quello ogni cosa è peccato! E' capace, vede il punto esclamativo … cos'è 'sta cosa; l'uomo con il puntino sotto, è peccato, noi ci mettiamo con le spalle al sicuro. Scusa le volgarità…
B: Allora mettiamo una freccia, questo è un esclamativo, non una volgarità!
T: No, no; scusa le volgarità… eventuali.
B: Eventuali?
T: Eventuali! La vuoi scrivere come dico io, o no? Allora quello dice, perché hanno scritto le volgarità se non ci sono volgarità? Allora vuol dire che volevano essere volgari e non ci sono riusciti. Volgarità eventuali!
B: Lascia vivere Vitellozzo.
T: Potresti lasciar vivere Vitellozzo, se puoi?
B: Savonarola!
T: Savonarola! Mò dobbiamo cercare di spiegare per bene…
B: Savonarola!
T: Savonarola!
B: Che c'è?
T: Savonarola, e che è?
B: Diamoci una calmata!
T. E che è? Qua pare che ogni cosa uno non si può muovere, e questo e quello, pure per te, oh!
B: Oh!
T: Due persone, due personcine, noi siamo due personcine per bene che non farebbero male nemmeno a una mosca…
B: Figuriamoci!
T: Figuriamoci a un santo come te!
B: Un santone!
T: Un santone come te! Anzi…
B: Varrai più di una mosca.
T: Lascia perdere, pare che lo mettiamo in competizione. Anzi, anzi spiega ogni cosa, varrai più di una mosca.
B: Ciao.
T: No, no, qua ci vuole un saluto per bene, da peccatore umile. Noi ti salutiamo con, proprio, non sappiamo nemmeno… scrivi, ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, proprio il massimo, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti!
B: Cioè, che vuol dire?
T: La faccia sotto i piedi e può camminare; quello pensa siamo proprio due umili.
B: Una bellissima immagine, la nostra faccia sotto i tuoi piedi e puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto.
T: Scusa il paragone di prima tra la mosca e il frate, non volevamo minimamente offenderti, i tuoi peccatori di prima con la faccia dove sappiamo.
B: Gli si è detto …
T: Con la faccia dove sappiamo.
B: Sempre zitti.
T: Sempre zitti.
T: M'arraccumando, Saverio!
B: Stai tranquillo.
T: Con educazione, non ci dobbiamo far riconoscere…cerchiamo di farla un po' anonima.
B: Allora dettala te! Vai!
T: Caro Savonarola.
B: Prima la data; quanto sarà?
T: Quasi il 1500.
B: Quasi il 1500?
T: Lo sai tu quanto ne avimmo?
B: (pensando alla loro vita "normale") Che scrivi? Ti arriva una lettera, Roma quasi 2000?
T: Metti, estate quasi 1500.
B: Mi informo io della data.
T: Allora leva la data.
B: Caro…? Non è nostro amico…
T: Aspetta un attimo, non scrivere subito. Santissimo Savonarola...
B: Santissimo …
T: Come sei bello!
B: Santissimo Savonarola! Quanto ci piaci a noi due! L'esclamativo ce l'avrà?
T: Allora, se non si sa se ci sta l'esclamativo, "scusa la volgarità!".
B: Scusa la volgarità? E perché?
T: Quello ogni cosa è peccato! E' capace, vede il punto esclamativo … cos'è 'sta cosa; l'uomo con il puntino sotto, è peccato, noi ci mettiamo con le spalle al sicuro. Scusa le volgarità…
B: Allora mettiamo una freccia, questo è un esclamativo, non una volgarità!
T: No, no; scusa le volgarità… eventuali.
B: Eventuali?
T: Eventuali! La vuoi scrivere come dico io, o no? Allora quello dice, perché hanno scritto le volgarità se non ci sono volgarità? Allora vuol dire che volevano essere volgari e non ci sono riusciti. Volgarità eventuali!
B: Lascia vivere Vitellozzo.
T: Potresti lasciar vivere Vitellozzo, se puoi?
B: Savonarola!
T: Savonarola! Mò dobbiamo cercare di spiegare per bene…
B: Savonarola!
T: Savonarola!
B: Che c'è?
T: Savonarola, e che è?
B: Diamoci una calmata!
T. E che è? Qua pare che ogni cosa uno non si può muovere, e questo e quello, pure per te, oh!
B: Oh!
T: Due persone, due personcine, noi siamo due personcine per bene che non farebbero male nemmeno a una mosca…
B: Figuriamoci!
T: Figuriamoci a un santo come te!
B: Un santone!
T: Un santone come te! Anzi…
B: Varrai più di una mosca.
T: Lascia perdere, pare che lo mettiamo in competizione. Anzi, anzi spiega ogni cosa, varrai più di una mosca.
B: Ciao.
T: No, no, qua ci vuole un saluto per bene, da peccatore umile. Noi ti salutiamo con, proprio, non sappiamo nemmeno… scrivi, ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, proprio il massimo, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti!
B: Cioè, che vuol dire?
T: La faccia sotto i piedi e può camminare; quello pensa siamo proprio due umili.
B: Una bellissima immagine, la nostra faccia sotto i tuoi piedi e puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto.
T: Scusa il paragone di prima tra la mosca e il frate, non volevamo minimamente offenderti, i tuoi peccatori di prima con la faccia dove sappiamo.
B: Gli si è detto …
T: Con la faccia dove sappiamo.
B: Sempre zitti.
T: Sempre zitti.
mercoledì 14 maggio 2014
Roberto Benigni
“Ho come l’impressione, guardandomi attorno, che gli adolescenti, oggi, perdano la verginità all’età in cui io mi divertivo a nutrire i ragni ma, ascoltando i loro discorsi, temo che moriranno vergini d’amore.”
— Roberto Benigni
— Roberto Benigni
venerdì 21 marzo 2014
La vita è bella
In "La vita è bella" il film che cosa svela del vostro privato?
"I due si innamorano con un colpo di fulmine, preceduto da molti indizi. Lei gli cade tra le braccia, lui le dice "Buongiorno principessa". La gente - donne, uomini e bambini - ora mi ferma per strada, e dice: " Buongiorno principessa". Due parole dedicate a me da Roberto".
- Nicoletta Braschi
"I due si innamorano con un colpo di fulmine, preceduto da molti indizi. Lei gli cade tra le braccia, lui le dice "Buongiorno principessa". La gente - donne, uomini e bambini - ora mi ferma per strada, e dice: " Buongiorno principessa". Due parole dedicate a me da Roberto".
- Nicoletta Braschi
Accadde oggi
21 marzo 1999: la definitiva consacrazione di Roberto Benigni con i due Oscar vinti da "La vita è bella" come miglior film straniero e miglior interpretazione maschile, oltre al terzo Oscar, vinto da Nicola Piovani per la colonna sonora del film.
lunedì 10 marzo 2014
Benigni
“Pronunciare questa frase “la vita è bella”, nel tuo periodo più buio, non è cosa da niente. Dirlo forse è più semplice che crederci, ma se ci credi, forse riuscirai a comprendere il vero significato di questa vita. Perché la vita è bella; e non perchè tu hai, ma perchè tu dai, nonostante tutto. La felicità la trovi nei piccoli gesti quotidiani, nei silenzi ascoltati, nei vuoti riempiti, nei sorrisi regalati e nell’amore vissuto. La vita è bella se cerchiamo di vivere la felicità e non d’inseguirla.”
— Roberto Benigni
— Roberto Benigni
mercoledì 19 febbraio 2014
Una poesia di Roberto Benigni a Massimo Troisi
Una poesia di Roberto Benigni.
A Massimo Troisi
Non so cosa teneva "dint'a capa",
intelligente, generoso, scaltro,
per lui non vale il detto che è del Papa,
morto un Troisi non se ne fa un altro.
Morto Troisi muore la segreta
arte di quella dolce tarantella,
ciò che Moravia disse del Poeta
io lo ridico per un Pulcinella.
La gioia di bagnarsi in quel diluvio
di "jamm, o' saccio, ‘naggia, oilloc, azz!"
era come parlare col Vesuvio, era come ascoltare del buon Jazz.
"Non si capisce", urlavano sicuri,
"questo Troisi se ne resti al Sud!"
Adesso lo capiscono i canguri,
gli Indiani e i miliardari di Holliwood!
Con lui ho capito tutta la bellezza
di Napoli, la gente, il suo destino,
e non m'ha mai parlato della pizza,
e non m'ha mai suonato il mandolino.
O Massimino io ti tengo in serbo
fra ciò che il mondo dona di più caro,
ha fatto più miracoli il tuo verbo
di quello dell'amato San Gennaro
A Massimo Troisi
Non so cosa teneva "dint'a capa",
intelligente, generoso, scaltro,
per lui non vale il detto che è del Papa,
morto un Troisi non se ne fa un altro.
Morto Troisi muore la segreta
arte di quella dolce tarantella,
ciò che Moravia disse del Poeta
io lo ridico per un Pulcinella.
La gioia di bagnarsi in quel diluvio
di "jamm, o' saccio, ‘naggia, oilloc, azz!"
era come parlare col Vesuvio, era come ascoltare del buon Jazz.
"Non si capisce", urlavano sicuri,
"questo Troisi se ne resti al Sud!"
Adesso lo capiscono i canguri,
gli Indiani e i miliardari di Holliwood!
Con lui ho capito tutta la bellezza
di Napoli, la gente, il suo destino,
e non m'ha mai parlato della pizza,
e non m'ha mai suonato il mandolino.
O Massimino io ti tengo in serbo
fra ciò che il mondo dona di più caro,
ha fatto più miracoli il tuo verbo
di quello dell'amato San Gennaro
domenica 16 febbraio 2014
Benigni
"Le mogli dei politici fanno tutte beneficenza. Hanno il senso di colpa per quello che rubano i mariti."
- Roberto Benigni
- Roberto Benigni
martedì 21 gennaio 2014
La grandezza del cinema italiano
"Querelerei lo Stato se dimenticasse l’arte, ucciderebbe la felicità. Il cinema italiano è il più bello del mondo, il fiore più bello".
Roberto Benigni
Roberto Benigni
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