Siamo soli, profondamente soli, e in serbo per noi, sempre, c’è uno strato di solitudine ancora piú profondo.
(P. Roth)
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domenica 4 novembre 2018
mercoledì 19 marzo 2014
Philip Roth
“Chiudi tutte le porte, prima e dopo. Tutti i modi di pensare della gente, lasciali perdere. Tutto quello che chiede la meravigliosa società? Come siamo messi socialmente? «Dovrei, dovrei, dovrei»? Al diavolo tutto questo. Quello che dovresti essere, quello che dovresti fare, tutto questo, beh, uccide ogni cosa.”
Philip Roth, La macchina umana
Philip Roth
“- Dovresti piantarla di leggere tutto ciò che è stato scritto.
- E cosa dovrei fare nel tempo libero?
- Immergerti nella vita vera.
- C’è un libro che parla proprio di questo…
- Io odio le biblioteche, odio i libri e odio le scuole. A quanto ricordo, tendono a trasformare tutto quel che riguarda la vita in qualcosa di leggermente diverso, “leggermente” quando tutto va bene.
- E tu cosa vedi in me?
- Beh, anche tu li odi. Per quello che ti hanno fatto.
- E cioè?
- Ti hanno trasformato in qualcosa di…
- Orrendo?…
- No, non proprio. In qualcosa di leggermente diverso, di leggermente…sbagliato. Tutto ciò che ti riguarda è un po’ una bugia… eccetto i tuoi occhi. Lì ci sei tu. Non riesco a sostenere il tuo sguardo troppo a lungo.”
- E cosa dovrei fare nel tempo libero?
- Immergerti nella vita vera.
- C’è un libro che parla proprio di questo…
- Io odio le biblioteche, odio i libri e odio le scuole. A quanto ricordo, tendono a trasformare tutto quel che riguarda la vita in qualcosa di leggermente diverso, “leggermente” quando tutto va bene.
- E tu cosa vedi in me?
- Beh, anche tu li odi. Per quello che ti hanno fatto.
- E cioè?
- Ti hanno trasformato in qualcosa di…
- Orrendo?…
- No, non proprio. In qualcosa di leggermente diverso, di leggermente…sbagliato. Tutto ciò che ti riguarda è un po’ una bugia… eccetto i tuoi occhi. Lì ci sei tu. Non riesco a sostenere il tuo sguardo troppo a lungo.”
- Philip Roth, Il professore di desiderio
Philip Roth
“L’unica ossessione che vogliono tutti: l’amore. Cosa crede la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l’amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due.”
- Philip Roth
Philip Roth
“Scrivere ti trasforma in una persona che sbaglia sempre. La perversione che ti spinge a continuare è l’illusione che un giorno, forse, l’imbroccherai.”
- Philip Roth, Pastorale americana
lunedì 10 febbraio 2014
Cos'è il ridicolo?
"Cos'è il ridicolo? Rinunciare volontariamente alla propria libertà: ecco la definizione del ridicolo. Se la libertà ti viene strappata con forza, superfluo dire che non sei ridicolo, se non per colui che con la forza te l'ha tolta. Ma chi regala la propria libertà, chi muore dalla voglia di regalarla, entra nel regno del ridicolo. Chi è libero può essere pazzo, stupido, ripugnante, infelice proprio perchè è libero, ma non è ridicolo. Ha lo spessore di un ESSERE UMANO".
-Philip Roth
Per voi, in cosa consiste il ridicolo?
-Philip Roth
Per voi, in cosa consiste il ridicolo?
giovedì 6 febbraio 2014
Ogni giorno bisogna puntare i piedi
Ognuno, ogni giorno, deve opporsi e resistere. [...] Ogni giorno bisogna puntare i piedi.
Ho sposato un comunista, di Philip Roth
Pastorale americana, Philip Roth
Rimane il fatto che, in ogni modo, capire la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite... Beh, siete fortunati.
lunedì 30 dicembre 2013
Philip Roth, "Pastorale americana"
“Lotti contro la tua superficialità, la tua faciloneria, per cercare di accostarti alla gente senza aspettative illusorie, senza un carico eccessivo di pregiudizi, di speranze o di arroganza, nel modo meno simile a quello di un carro armato, senza cannoni, mitragliatrici e corazze d’acciaio spesse quindici centimetri; offri alla gente il tuo volto più bonario, camminando in punta di piedi invece di sconvolgere il terreno con i cingoli, e l’affronti con larghezza di vedute, da pari a pari, da uomo a uomo, come si diceva una volta, e tuttavia non manchi mai di capirla male. Tanto varrebbe avere il cervello di un carro armato. La capisci male prima d’incontrarla, mentre pregusti il momento in cui l’incontrerai; la capisci male mentre sei con lei; e poi vai a casa, parli con qualcun altro dell’incontro, e scopri ancora una volta di aver travisato. Poiché la stessa cosa capita, in genere, anche ai tuoi interlocutori, tutta la faccenda è, veramente, una colossale illusione priva di fondamento, una sbalorditiva commedia degli equivoci. Eppure, come dobbiamo regolarci con questa storia, questa storia così importante, la storia degli altri, che si rivela priva del significato che secondo noi dovrebbe avere e che assume invece un significato grottesco, tanto siamo male attrezzati per discernere l’intimo lavorio e gli scopi invisibili degli altri? Devono, tutti, andarsene e chiudere la porta e vivere isolati come fanno gli scrittori solitari, in una cella insonorizzata, creando i loro personaggi con le parole e poi suggerendo che questi personaggi di parole siano più vicini alla realtà delle persone vere che ogni giorno noi mutiliamo con la nostra ignoranza? Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite… Beh, siete fortunati.”
— Philip Roth, Pastorale americana
— Philip Roth, Pastorale americana
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