giovedì 25 aprile 2024

Franco Battiato

 "Sono convinto che l'Italia rinascerà. Lo capisco dai miei concerti, dal silenzio assoluto con cui la gente ascolta le canzoni mistiche. Sono convinto che sapremo andare oltre la corruzione, gli scandali, la dittatura del denaro, l'egemonia delle cose materiali. Lo Spirito avrà la sua rivincita. Comincerà presto un'epoca in cui saranno più importanti lo spirito, la bellezza, la cultura. Che sono poi le grandi ricchezze del nostro Paese."

Franco Battiato (1945 -2021)



Michele Serra

 Per un momento di memoria vera bastano anche il fiore deposto, il gesto grato, lo scorcio di muro, la fotografia, il portone, la lapide, il cippo, la breve storia silenziosa. Basta un minuto per sentire che oggi è il 25 Aprile.

—   Michele Serra




Pietro Calamandrei

 Era giunta l’ora di resistere; era giunta l’ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini.


—  Piero Calamandrei



Umberto Eco

 Il fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: “Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!” Ahimè, la vita non è così facile. Il fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l'indice su ognuna delle sue nuove forme, ogni giorno, in ogni parte del mondo. Libertà e liberazione sono un compito che non finisce mai. Che sia questo il nostro motto: “Non dimenticate”.

—  Umberto Eco, “Il fascismo eterno"



25 Aprile

 "Eravamo all'angolo di via Zucchelli: arrivano   i carri armati tedeschi e noi li vediamo, siamo atterriti, sembrava che Roma venisse liberata e invece veniva occupata. Io la prendo per mano, per tutta la vita ci siamo tenuti per mano, e le dico: 'Nous sommes dans un cul de lampe'". 


Mario Fiorentini e Lucia Ottobrini, partigiani.



Achille Barilatti

 Mamma adorata,


quando riceverai la presente sarai già straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per la mia idea. Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere Mamma, il mio sangue non si verserà invano e l'Italia sarà di nuovo grande. Da Dita Marasli di Atene potrai avere i particolari sui miei ultimi giorni.


Addio Mamma, addio Papà, addio Marisa e tutti i miei cari; muoio per l'Italia. Ricordatevi della donna di cui sopra che tanto ho amata. Ci rivedremo nella gloria celeste.


Viva l'Italia libera!


Achille


— Achille Barilatti, partigiano delle Marche, giustiziato a ventidue anni




Vinicio Capossela

 È corpo vivo che richiede azioni, libere azioni, perchè la vita lo mantenga in salute nel quotidiano. Il 25 aprile non è desueto, non è da abolire, è da rinnovare ogni giorno.


Vinicio Capossela



Gino Strada

 "Quei valori che esprime il 25 aprile, che esprime la Resistenza, sono valori che oggi vengono messi in discussione in modo pesante e volgare. Io credo che invece dobbiamo ribadirli, tenerli sempre cari e caldi, perché non sono solo la liberazione dal nazifascismo, ma anche dalla guerra, dalla violenza, ed è qualcosa che si collega direttamente alla battaglia che si fa oggi in favore dei diritti umani. La Liberazione è la voglia di costruire i diritti umani, di renderli sempre più solidi, e mi sembra che in questo momento il nostro paese ha bisogno di solidarietà, che siamo un unico corpo, che dobbiamo muoverci insieme per il bene comune, che non ci può essere un sopra e un sotto, un chi comanda e chi è escluso. Il 25 aprile per me è questo, è tenere accesa la speranza, l’impegno per una società più giusta, più uguale e più solidale: buon 25 aprile a tutti, e Ora e Sempre Resistenza".

Gino Strada





25 Aprile

 11 aprile 1944


Ai miei cari figli,


quando voi potrete forse leggere questo doloroso foglio, miei cari e amati figli, forse io non sarò più fra i vivi.


Questa mattina alle 7 mentre mi trovavo ancora a letto sentii chiamare il mio nome. Mi alzai subito. Una guardia aprì la porta della mia cella e mi disse di scendere che ero atteso sotto. Discesi, trovai un poliziotto che mi attendeva, mi prese su di una macchina e mi accompagnò al Tribunale di Guerra di Via Lucullo n. 16. Conoscevo già quella triste casa per aver avuto un altro processo il 29 febbraio scorso quando fui condannato a 15 anni di prigione. Ma questa condanna non soddisfece abbastanza il comando tedesco il quale mandò l'ordine di rifare il processo. Così il processo, se tale possiamo chiamarlo, ebbe luogo in dieci minuti e finì con la mia condanna alla fucilazione.


Il giorno stesso ho fatto la domanda di grazia, seppure con repulsione verso questo straniero oppressore. Tale suprema rinuncia alla mia fierezza offro in questo momento d'addio alla vostra povera mamma e a voi, miei cari disgraziati figli.


Amatevi l'un l'altro, miei cari, amate vostra madre e fate in modo che il vostro amore compensi la mia mancanza. Amate lo studio e il lavoro. Una vita onesta è il migliore ornamento di chi vive. Dell'amore per l'umanità fate una religione e siate sempre solleciti verso il bisogno e le sofferenze dei vostri simili. Amate la libertà e ricordate che questo bene deve essere pagato con continui sacrifici e qualche volta con la vita. Una vita in schiavitù è meglio non viverla. Amate la madrepatria, ma ricordate che la patria vera è il mondo e, ovunque vi sono vostri simili, quelli sono i vostri fratelli.


Siate umili e disdegnate l'orgoglio; questa fu la religione che seguii nella vita.


Forse, se tale è il mio destino, potrò sopravvivere a questa prova; ma se così non può essere io muoio nella certezza che la primavera che tanto io ho atteso brillerà presto anche per voi. E questa speranza mi dà la forza di affrontare serenamente la morte".


— 


Pietro Benedetti, da Lettere di condannati a morte della resistenza italiana




Enzo Biagi

 《25 aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita. C’è sempre da resistere a qualcosa, a certi poteri, a certe promesse, a certi servilismi》.


 Enzo Biagi



25 Aprile

 25 APRILE 1945”


“Ricorda, o cittadino, questa data e spiegala ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli; 

racconta loro come un popolo in rivolta si liberasse un giorno dall’oppressore e narra loro le mille e mille gesta di quei prodi che sui monti, nei borghi, ed in ogni luogo sbarrarono il passo all’invasore; 

nè ti scordar dei morti, nè ti scordar di raccontare com’è stato il fascismo ed il nazismo e la guerra, ricorda le rovine, le stragi, la fame e la miseria, lo scroscio delle bombe ed il pianto delle madri;

ricordati di Buchenvald, delle camere a gas, dei forni crematori e tutto questo spiega ai figli e ai figli dei tuoi figli non perchè l’odio e la vendetta duri ma perchè sappiano quale immenso bene sia la libertà ed imparino ad amarla e la conservino intatta e la difendano sempre".



Italo Calvino

 A poco più d'un anno dalla Liberazione già la «rispettabilità ben pensante» era in piena riscossa, e approfittava d'ogni aspetto contingente di quell'epoca – gli sbandamenti della gioventù postbellica, la recrudescenza della delinquenza, la difficoltà di stabilire una nuova legalità – per esclamare: «Ecco, noi l'avevamo sempre detto, questi partigiani, tutti così, non ci vengano a parlare di Resistenza, sappiamo bene che razza d'ideali…» Fu in questo clima che io scrissi il mio libro, con cui intendevo paradossalmente rispondere ai ben pensanti: «D'accordo, farò come se aveste ragione voi, non rappresenterò i migliori partigiani, ma i peggiori possibili, metterò al centro del mio romanzo un reparto tutto composto di tipi un po' storti. Ebbene: cosa cambia? Anche in chi si è gettato nella lotta senza un chiaro perché, ha agito un'elementare spinta di riscatto umano, una spinta che li ha resi centomila volte migliori di voi, che li ha fatti diventare forze storiche attive quali voi non potrete mai sognarvi di essere!»

—  Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, Prefazione