mercoledì 15 settembre 2021

Oriana Fallaci

 Le scelte sono senza scampo, non le puoi mai fare per delega, e quando scegli qualcuno ti può anche fare coraggio, aiutare a capire, ma decidere, a scegliere, a rischiare si resta sempre da soli.


Oriana Fallaci



sabato 11 settembre 2021

Alessandro D'Avenia

 Cari colleghi professori,


mancano 24 ore alla prima campana. I vostri alunni sono trepidanti, perché il primo giorno di scuola attraversa il cuore di un ragazzo come uno stormo di promesse. Sperano che quel primo giorno sia un giorno nuovo, sintomo di un anno nuovo, una vita nuova, direbbe Dante. Rendete quel giorno la loro Beatrice.


Non li deludete. Date loro un giorno indimenticabile. Non chiedete delle loro vacanze, non raccontate le vostre. Fate lezione: con un amore con cui non l’avete mai fatta. Preparate oggi quella lezione. È domenica e avete ancora qualche ora. Stupiteli con un argomento che desti la loro meraviglia. Uccideteli di meraviglia! È dallo stupore che inizia la conoscenza, diceva Aristotele e nulla è cambiato. Annichilite i grandifratelli, gli uominiedonne. Superateli in share con le vostre lezioni. Rinnovate in voi lo stupore. Spiegate loro l’infinito di Leopardi anche se non è nel programma, fateglielo toccare questo infinito di là dalla siepe dei banchi. Raccontate loro la vita e la morte di una stella. Descrivete loro la sezione aurea dei petali di una rosa e il segreto per cui la si regala al proprio amore. Stupitevi. Stupiteli. Fatevi brillare gli occhi, fate vedere loro che sapete perchè insegnate quella materia, che siete fieri di aver speso una vita intera a imparare quelle cose, perchè quelle cose contengono il mondo intero.


Stupiteli con la vita, quella che c’è dentro secoli di scoperte, conoscenze, fatti, libri. Fategliela toccare questa vita. Non torneranno più indietro. Sapranno di avere davanti un professore. Parola meravigliosa che vuol dire “professare”, quasi come una fede, la vostra materia. Se professate questa fede toccheranno attraverso di voi le cose di cui hanno fame: verità, bene, bellezza. Le uniche cose per cui viviamo, che lo vogliamo o no. Tutti vogliamo un piatto buono, un amico sincero, una bella vacanza. È scritto nel dna che vogliamo quelle tre cose, anche se costano fatica. Diamogliele.


Immaginate domani di entrare in classe. Durante la vostra lezione il mondo viene devastato da un’apocalisse. Per una serie di fortunate (!) congiunture siete rimasti vivi solo voi, con la vostra classe. Adesso dipende tutto da voi. Rimboccatevi le maniche, prendetevi cura di quei 20-30 come fosse il mondo intero. Che mondo sarà quello di domani? Dipende da te caro collega. Non ti lamentare dei politici, delle strutture, del riscaldamento, dell’orario, adesso ci sei solo tu e loro. Non ci sono ministri, riforme, strutture. C’è la scuola nella sua essenza. Tu e loro e quel che ci sta in mezzo: le parole. Gli animali si addestrano, gli uomini si educano: con le parole. Non c’è lo stipendio, perchè non c’è lo Stato e non c’è il privato: sono loro il tuo stipendio. Ti è rimasto solo un libro: quello della tua materia. Da lì devi partire per costruire il mondo intero. Quello è il punto di appoggio con cui sollevarlo, il mondo intero.


Se loro vedranno in te il fuoco ti ripagheranno con uno stipendio che nessun altro mestiere dà: saranno degli innamorati del bene, della verità, della bellezza (cioè della vita). Non saranno dei furbi, ma degli innamorati. Forse ti manderanno ugualmente all’inferno come Dante ha fatto – anche se per altri motivi – col suo maestro Brunetto, ma sapranno riconoscerti (come Dante) di avere insegnato loro “come l’uom s’etterna”: come l’uomo si è reso immortale nella storia e come l’uomo si rende immortale al presente.


Caro collega hai 24 ore. A te la scelta: un nuovo giorno, il primo, di una vita nuova.


Stupisciti. Stupiscili.

 Alessandro D'Avenia -Tratto dal blog Prof 2.0

(2016)



Francesco Guccini

 "Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’ età, dopo l’ estate porta il dono usato della perplessità. Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità, come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità. ”

Francesco Guccini- Canzone dei dodici mesi



11 settembre 2001

 Fotografia dell’ 11 settembre

di Wislawa Szymborska

 

Sono saltati giù dai piani in fiamme —

uno, due, ancora qualcuno

sopra, sotto.

La fotografia li ha fissati vivi,

e ora li conserva

sopra la terra verso la terra.

Ognuno è ancora un tutto

con il proprio viso

e il sangue ben nascosto.

C’è abbastanza tempo

perché si scompiglino i capelli

e dalle tasche cadano

gli spiccioli, le chiavi.

Restano ancora nella sfera dell’aria,

nell’ambito di luoghi

che si sono appena aperti.

Solo due cose posso fare per loro —

descrivere quel volo

e non aggiungere l’ultima frase.



11 settembre

 Il mondo non ha tempo di essere così. La realtà non va a capo, non concorda i verbi, non scrive belle frasi. Noi lo facciamo, quando raccontiamo il mondo. Ma il mondo, di suo, è sgrammaticato, sporco, e la punteggiatura la mette che è uno schifo.


Alessandro Baricco



lunedì 6 settembre 2021

Jean Paul Belmondo

 "Mia mamma mi ha insegnato che bisogna credere nelle proprie passioni e desideri, infischiarsene di quelli che vogliono tirarti giù, e bisogna avere coraggio. Lei ne aveva molto, perché viveva da sola con due ragazzini, me e mio fratello, in una grande casa sperduta in mezzo alla foresta [di Rambouillet], e ogni giorno andava a cercare il cibo per noi e per la famiglia di ebrei che nascondevamo in cantina". 

- Jean-Paul Belmondo


9 aprile 1933 - 6 settembre 2021




Franco Battiato

 Sofferenze che sembrano insormontabili, insopportabili, e che invece puoi superare in un batter d'occhio. Basta ricordare che siamo impermanenti. Noi pensiamo di essere eterni, questa è la nostra disgrazia.


A scuola non c´insegnano a morire.


- Franco Battiato



Virna Lisi

 "Se sento odore di cattiveria gratuita, cancello dal mio orizzonte le persone - anche quelle frequentate a lungo - e faccio finta di non averle mai conosciute. In questa pratica ho un vero talento. Sono bravissima.

E non mi pento mai".


Virna Lisi



Sigmund Freud

 I sentimenti della massa sono sempre semplicissimi e molto esagerati. La massa non conosce quindi né dubbi né incertezze. Corre subito agli estremi, il sospetto sfiorato si trasforma subito in evidenza inoppugnabile, un'antipatia incipiente in odio feroce.

[…]

Pur essendo incline a tutti gli estremi, la massa può venir eccitata solo da stimoli eccessivi. Chi desidera agire su essa, non ha bisogno di coerenza logica fra i propri argomenti; deve dipingere nei colori più violenti, esagerare e ripetere sempre la stessa cosa. 


Sigmund Freud




Alessandro D'Avenia

 La parola "passione" racchiude in sé una doppia accezione: è trasporto erotico verso qualcosa, ed è capacità di soffrire per qualcosa.


- Alessandro D’Avenia




giovedì 2 settembre 2021

Michela Marzano

 «Le relazioni che viviamo sono sempre imperfette. E con l'amore c'entrano poco o nulla. Cambia la forma. Cambiano anche i contenuti. Ma la sostanza è sempre la stessa, perché l'amore non ha niente a che vedere con la traduzione sociale dell'amore.


L 'amore è anticonformista. È assente nelle relazioni "usa-e-getta" di oggi esattamente come era assente da tante relazioni "indissolubili" del passato. Bauman ha ragione. Senza certezza e senza punti di riferimento stabili, la vita e l'amore diventano liquidi. Niente più promesse. Niente più sacrifici. Niente più impegno... Ma chi potrebbe promettere amore eterno senza mentire? La vera trappola non è forse quella che ci si costruisce quando invece di promettere azioni – quelle che dipendono almeno in parte da noi – promettiamo i sentimenti che per definizione non dipendono da nessuno? Chi promette a qualcuno amore eterno, odio eterno o eterna fedeltà, promette qualcosa che non è in suo potere»


Michela Marzano



Rita Levi Montalcini

 "La scienza intimorisce solo chi non la conosce. Colpa anche delle distorsioni dei mass media. Ma in realtà la scienza è l'unica cosa che distingue l'homo sapiens dal resto delle creature viventi. Va coltivata, non certo bloccata".

Rita Levi Montalcini



Philippe Daverio

 La situazione culturale in Italia è 

catastrofica. Oltre ogni livello d’allarme. E questo perché gli italiani sanno di avere un grande patrimonio culturale, ma proprio per questo se ne fregano, credendo di avere la coscienza a posto e rinunciando a fare alcunché. Invece proprio la cultura è il momento più potente della nostra identità, se non vogliamo essere messi totalmente in disparte dal resto del mondo. Per quanto riguarda il nostro rapporto con la creatività, poi, siamo stati bombardati da un messaggio americano che ci ha detto che eravamo dei cani e ci abbiamo creduto. Così in Italia facciamo solo mostre di cialtroni assoluti inventati dal mercato tra Londra e New York, e siamo anche disposti a genufletterci e a pagare per averle. Con quei soldi, invece, potremmo rimettere in vita le energie locali, che sono potentissime ma totalmente dimenticate. Lo ripeto: oggi in Italia la cultura non può più essere un privilegio dei ricchi, ma una necessità complessiva di tutti. Ne va del nostro futuro.


Philippe Daverio (Mulhouse, 17 ottobre 1949 – Milano, 2 settembre 2020)




Leone D' Oro a Roberto Benigni

 "Il premio non posso dedicarlo alla persona che imparadisce la mia mente, come dice Dante, alla mia attrice prediletta Nicoletta Braschi, questo premio è suo per cui sarai tu a dedicarlo. Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni, io conosco solo un modo per misurare il tempo, con o senza di te. Ce lo dividiamo questo Leone, io mi prendo la coda e a te lascio le ali. Se qualcosa di buono ho fatto è grazie alla tua luce".

Roberto Benigni



mercoledì 1 settembre 2021

Oriana Fallaci

 “Il non voto è ovviamente un voto: un voto legale e legittimo, un voto per dire andate tutti all’Inferno. Ma è anche il voto più triste, il più deprimente, il più straziante, che possa esistere: il voto di un cittadino che non si riconosce in nessuno, di chi non si fida di nessuno, di chi non sa da chi farsi rappresentare, e che per conseguenza si sente abbandonato, frustrato, solo. I nostri compagni si sono fatti torturare, fucilare, eliminare nei campi di concentramento, perché noi riottenessimo il diritto di voto. E io non voto! Soffro, si. E maledico il mio rigore, la mia intransigenza, il mio orgoglio. Invidio chi è capace d’adattarsi, di piegarsi, raggiungere un compromesso e votare per un candidato che sembra meno peggio degli altri.”


— Oriana Fallaci




Pier Paolo Pasolini

 L’insegnante  deve svegliare nell’alunno la coscienza dell’intelligenza; da qui nascerà la voglia di studiare.  Bisogna provocare la curiosità, poi qualsiasi obiettivo è buono, la costruzione del verbo videor come il rapporto tra i sessi, l’ a priori di Kant come le ballerine del varietà. 

E' facile intuire quale dovrebbe essere la funzione dell’educatore– insegnante: dovrebbe essere un lavoro di liberazione e depurazione (ecco perché è assurda l’obbligatorietà dell’insegnamento religioso: la religione è una conquista non un acquisto) in seguito a cui venga riprovocata nell’impube la sua vera natura, ripercorrendo a rebours le cristallizzazioni dell’autorità.

Pier Paolo Pasolini