Alle 21.15 su LaEffe sarà trasmesso "Brigitte Bardot", documentario che rivela tutti i lati segreti di una delle quindici donne più famose al mondo.
giovedì 20 febbraio 2014
L'amore è la vita, è la cosa principale ( Majakovskij)
“L’amore è la vita, è la cosa principale. Dall’amore si dispiegano i versi, e le azioni, e tutto il resto. L’amore è il cuore di tutte le cose… Se il cuore interrompe il suo lavoro, anche tutto il resto si atrofizza, diventa superfluo, inutile. Ma se funziona non può non manifestarsi in ogni cosa. Senza di te (non senza di te “nella lontananza”, interiormente senza di te) io cesso di agire.”
— Vladimir Majakovskij
— Vladimir Majakovskij
Kurt Donald Cobain (Aberdeen, 20 febbraio 1967 – Seattle, 5 aprile 1994)
Preferisco essere odiato per ciò che sono, piuttosto che essere amato per ciò che non sono.
-Kurt Cobain
Kurt Donald Cobain (Aberdeen, 20 febbraio 1967 – Seattle, 5 aprile 1994)
L'arte è espressione, per esprimersi occorre il 100% di libertà e la libertà di esprimere la nostra arte è oggi in gran pericolo.
Kurt Cobain
Bari, opere d'arte contemporanea scambiate per rifiuti e gettate in discarica
Due opere d'arte contemporanea, dal valore di qualche migliaio di euro e realizzate col cartone e la carta di giornale, della mostra di Flip "Display Mediating Landscape"nella sala Murat di Bari, sono finite nella discarica per eccesso di zelo di una donna delle pulizie che le ha consegnate alla squadra della nettezza urbana che ha provveduto allo smaltimento.
Renato Dulbecco (Catanzaro, 22 febbraio 1914 – La Jolla, 20 febbraio 2012)
"Questa discussione sulla prevenzione del cancro è uno sviluppo dei risultati sperimentali ottenuti nel campo dei virus oncogeni, ma è anche fortemente influenzata dalla nuova coscienza sociale di molti scienziati. Storicamente, scienza e società hanno preso strade diverse, nonostante la società ha fornito i fondi necessari per la crescita della scienza e in cambio la scienza ha dato alla società tutti gli oggetti materiali di cui gode. Negli ultimi anni, tuttavia, la separazione tra scienza e società diventa eccessiva, e le conseguenze si fanno sentire soprattutto tra i biologi. Così, mentre passiamo la nostra vita a fare domande sulla natura del cancro e modi per prevenirlo o curarlo, la società produce allegramente sostanze oncogene e con queste riempie l'ambiente. La società non sembra preparata ad accettare i sacrifici necessari per una efficace prevenzione del cancro. La situazione è chiaramente inaccettabile, e noi biologi vorremmo vederla corretta. Abbiamo iniziato a mettere ordine in casa nostra, vietando alcuni esperimenti che possono contenere un certo rischio per l'umanità. Vorremmo vedere la società assumere un atteggiamento simile, abbandonando pratiche egoistiche che sono pericolose per la società stessa. Vorremmo anche vedere una nuova cooperazione tra scienza e società a beneficio di tutta l'umanità e speriamo che le forze dominanti nella società riconosceranno che questa è una necessità".
- Renato Dulbecco, nella sua Lezione da Nobel
Renato Dulbecco (Catanzaro, 22 febbraio 1914 – La Jolla, 20 febbraio 2012)
Il Progetto Genoma è stato una grande avventura. È cominciato come il sogno di pochi visionari, è poi stato abbracciato dall'intera comunità scientifica, e ha raggiunto i suoi obbiettivi con la cooperazione di istituzioni pubbliche e private. Questo è il vero tragitto di una grande conquista scientifica nel tempo attuale. Il segreto del suo successo comprende molti fattori. Il principale è stata la dedizione assoluta di molti scienziati, che avevano fede di poter raggiungere lo scopo malgrado la scarsezza di mezzi tecnici a disposizione. Rapidamente questi mezzi sono stati sviluppati, come tecnologie nuove e tutte automatizzate, per determinare l'organizzazione del DNA, rintracciarvi i geni, leggere i messaggi che essi contengono e i loro significati. Sono stati usati nuovi indirizzi per determinare l'attività dei geni, esplorando in un atto solo tutto il genoma. Straordinario in questo progresso è stato il contributo dell'informatica.
- Renato Dulbecco, Premio Nobel per la medicina nel 1975
- Renato Dulbecco, Premio Nobel per la medicina nel 1975
Accadde oggi: 105 anni fa, su "Le Figaro" veniva pubblicato il Manifesto del Futurismo
Manifesto
del Futurismo
Le Figaro - 20
febbraio 1909
1. Noi vogliamo cantare
l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.
2. Il coraggio,
l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
3. La letteratura esaltò
fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare
il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto
mortale, lo schiaffo ed il pugno.
4. Noi affermiamo che la
magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della
velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a
serpenti dall'alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre
sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
5. Noi vogliamo
inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la
Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
6. Bisogna che il poeta
si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico
fervore degli elementi primordiali.
7. Non v'è più bellezza
se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può
essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto
contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.
8. Noi siamo sul promontorio
estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo
sfondare le misteriose porte dell'impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono
ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna
velocità onnipresente.
9. Noi vogliamo
glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il
patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si
muore e il disprezzo della donna.
10. Noi vogliamo
distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere
contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e
utilitaria.
11. Noi canteremo le
grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le
maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne;
canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri,
incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di
serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro
fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al
sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano
l'orizzonte, e le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie,
come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli
aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire
come una folla entusiasta.
È dall'Italia che noi lanciamo per il
mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale
fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua
fetida cancrena di professori, d'archeologi, di ciceroni e d'antiquari. Già per
troppo tempo l'Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla
dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.
Filippo
Tommaso Marinetti
Massimo Troisi
La ricchezza dei poveri è rappresentata dai loro figli, quella dei ricchi dai loro genitori.
- Massimo Troisi
- Massimo Troisi
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