lunedì 16 agosto 2021

Carlos Drummond de Andrade

 Definitivo, come tutto ciò che è semplice.

Il nostro dolore non deriva dalle cose vissute,

ma dalle cose che sogniamo e che non si realizzano.

Perché soffriamo tanto per amore?

Sarebbe meglio che la gente non soffrisse,

e ringraziasse anche solo per aver conosciuto una persona tanto buona,

che generò in noi un sentimento intenso

che ci ha accompagnato per un tempo ragionevole,

un tempo felice.

Perché soffriamo ?

Per tutti i baci cancellati, per l’eternità.

Soffriamo, non perché il nostro lavoro è stressante e paga poco,

ma per tutte le ore libere

che non abbiamo avuto per andare al cinema,

per conversare con un amico,

per nuotare, per innamorarci.

Perché automaticamente dimentichiamo quello che abbiamo goduto

e cominciamo a soffrire per i nostri progetti irrealizzati,

per tutte le città che avremmo potuto conoscere a fianco del nostro amore,

per tutti i figli che avremmo avuto piacere ad avere vicino,

per tutti gli show, i libri e i silenzi che avremmo gradito condividere,

Soffriamo, non perché nostra madre è impaziente con noi,

ma per tutti i momenti in cui le avremmo potuto confidare

le nostre più profonde angosce

e fosse interessata a comprenderci.

Soffriamo, non perché la nostra squadra ha perso,

ma per l’ euforia soffocata.

Soffriamo non perché invecchiamo,

ma perché il futuro è da noi confiscato,

impedendo così che ci accadano mille avventure,

tutte quelle con le quali sogniamo e

mai tentiamo di sperimentare.

Come alleviare il dolore di ciò che non fu vissuto?

La risposta è semplice come un verso:

Avere meno illusioni e vivere di più!!!

Ogni giorno che vivo

mi convinco sempre più

che lo spreco della vita

è nell’amore che non diamo,

nelle forze che non usiamo,

nella prudenza egoista che non rischia mai,

e che, schivando la sofferenza,

fa perdere anche la felicità.

Il dolore è inevitabile.

La sofferenza è un accessorio extra.


Carlos Drummond de Andrade





Gino Strada

 "Ho vissuto in Afghanistan complessivamente 7 anni . Ho visto aumentare il numero dei feriti e la violenza, mentre il Paese veniva progressivamente divorato dall’insicurezza e dalla corruzione. Dicevamo 20 anni fa che questa guerra sarebbe stata un disastro per tutti. Oggi l’esito di quell’aggressione è sotto i nostri occhi: un fallimento da ogni punto di vista. Oltre alle 241 mila vittime e ai 5 milioni di sfollati, tra interni e richiedenti asilo, l’Afghanistan oggi è un Paese che sta per precipitare di nuovo in una guerra civile, i talebani sono più forti di prima, le truppe internazionali sono state sconfitte e la loro presenza e autorevolezza nell’area è ancora più debole che nel 2001. E soprattutto è un Paese distrutto, da cui chi può cerca di scappare anche se sa che dovrà patire l’inferno per arrivare in Europa. E proprio in questi giorni alcuni Paesi europei contestano la decisione della Commissione europea di mettere uno stop ai rimpatri dei profughi afgani in un Paese in fiamme".

Gino Strada



Simone de Beauvoir

 ′′ Non dimenticate mai che basta una sola crisi politica, economica o religiosa per mettere in pericolo i diritti delle donne. Quei diritti non sono mai da dare per scontati; devi rimanere vigile per tutta la vita."

    Simone de Beauvoir



Pray for Afghanistan

 “Sono una ragazza, un albero nel sole

Sono una messaggera che viene dalla terra della speranza

A ogni passo la primavera sboccia attorno a me

E le mura si trasformano in giardini bellissimi…”

- Testo della canzone "Dohktar Astam", che in lingua pashtun significa “Io sono una ragazza", intonata in coro dalle giovani studentesse afghane.


Pray for Kabul

 Boushra Almutawakel, serie “Madre, figlia, bambola”, 2010;  Museum of Fine Arts, Boston.



Rita Borsellino

 "La memoria è vita che si coltiva ogni giorno“.

Rita Borsellino