Il caos calmo è quell'istante di esitazione che precede una risposta netta, tanto breve e insignificante quanto decisiva. Quei mesi di beckettiana attesa del nulla fuori ad un cancello, su un binario, affacciati ad una finestra di casa, o in qualsiasi luogo. Quei mesi di stallo dopo i quali, si sa, tutto cambia. Ma non si sa in quale direzione. Caos calmo è quell'estraniazione dal mondo che precede l'ingresso in un mondo fisso e immutabile - almeno fino ad un altro caos calmo. La pausa prima del possibile disastro, o del possibile successo. Il momento in cui, ascoltando le vite degli altri, capisci chi sei. E che non sai dove andrai, ma sai dove vorrai andare. Il caos calmo poi si spezza, bruscamente, anche per qualcosa senza un senso apparente, e devi veramente riprendere a vivere. Lanciarti dal trampolino, nonostante tutta la paura, perché non puoi rimanere sulla pedana a guardare la piscina, o voltarti indietro e scenderci.
— | Sandro Veronesi, Caos calmo |