Nascosta da qualche parte nel vostro inconscio vi è una visione idilliaca. Ci vediamo in un lungo viaggio su tutto il continente. Viaggiamo in treno. Fuori del finestrino ammiriamo il passaggio a livello, bestiame al pascolo su una collina lontana, fumo che fuoriesce da una centrale termica, file su file di grano e di mais, pianure e valli, montagne e dolci colline, profili di città e ville nei paesini.
Ma dominante nella nostra mente è la destinazione finale. In un certo giorno a una certa ora entreremo nella stazione. Ci saranno bande musicali e sventolio di bandiere. Una volta arrivati lì, tanti sogni meravigliosi si avvereranno e i pezzi della nostra vita si completeranno a vicenda come un rompicapo portato a termine.
Con quale irrequietezza percorriamo i corridoi, maledicendo i minuti d'ozio, aspettando, aspettando, aspettando la stazione.
"Quando arriveremo in stazione, sarà fatta!" gridiamo. "Quando avrò diciotto anni." "Quando mi comprerò una Mercedes Benz nuova!" "Quando l'ultimo figlio avrà terminato l'Università." "Quando avrò finito di pagare il mutuo!" "Quando avrò la promozione." "Quando raggiungerò la l'età della pensione, vivrò felice e contento!".
Prima o poi dobbiamo renderci conto che non vi è nessuna stazione, nessun luogo a cui arrivare una volta per tutte. La vera gioia della vita è il viaggio. La stazione è soltanto un sogno. Ci distanzia sempre. "Assapora l'attimo fuggente." Non sono i fardelli di oggi a fare impazzire gli uomini. Sono i rimpianti di ieri e le paure di domani. Rimpianti e paure sono ladri che ci derubano dell'oggi.
Allora smettete di percorrere i corridoi e di contare i chilometri. Invece scalate più montagne, mangiate più gelato, camminate più spesso a piedi nudi, nuotate in più fiumi, ammirate più tramonti, ridete di più, piangete di meno. La vita deve essere vissuta a mano a mano che si procede. La stazione arriverà fin troppo presto."
(Robert J. Hastings)
mercoledì 16 aprile 2014
Cesar Chavez (Yuma, 31 marzo 1927 – San Luis, 23 aprile 1993)
Una volta che inizia il cambiamento sociale, non può essere invertito. Non è possibile rendere illetterato chi ha imparato a leggere. Non si può umiliare chi si sente orgoglioso. Non è possibile opprimere i popoli che non hanno paura più. Abbiamo visto il futuro e il Futuro è dalla nostra.
Cesar Chavez
Cesar Chavez
Anais Nin
All'ombra di un ciliegio in fiore ho desiderato per la prima volta le tue labbra. Tra le dune di sabbia hai risposto ai miei sguardi; il tempo ha lasciato segni sulla nostra pelle senza privarci della capacità di sognare e desiderare.
(Anais Nin)
(Anais Nin)
Il sacro ripostiglio della memoria
Quando spolveri il sacro ripostiglio
che chiamiamo "memoria"
scegli una scopa molto rispettosa
e fallo in gran silenzio.
Sarà un lavoro pieno di sorprese -
oltre all'identità
potrebbe darsi
che altri interlocutori si presentino -
Di quel regno la polvere è silente -
sfidarla non conviene -
tu non puoi sopraffarla - invece lei
può ammutolire te-.
[Emily Dickinson]
che chiamiamo "memoria"
scegli una scopa molto rispettosa
e fallo in gran silenzio.
Sarà un lavoro pieno di sorprese -
oltre all'identità
potrebbe darsi
che altri interlocutori si presentino -
Di quel regno la polvere è silente -
sfidarla non conviene -
tu non puoi sopraffarla - invece lei
può ammutolire te-.
[Emily Dickinson]
Plotino - Enneadi
Come si può vedere la bellezza dell'anima buona?
Ritorna in te stesso e guarda: se non ti vedi ancora interiormente bello, fa come lo scultore di una statua che deve diventar bella. Egli toglie, raschia, liscia, ripulisce finché nel marmo appaia la bella immagine: come lui, leva tu il superfluo, raddrizza ciò che è obliquo, purifica ciò che è fosco e rendilo brillante e non smettere di scolpire la tua propria statua interiore, finché non ti si manifesti lo splendore divino della virtù e non veda la temperanza sedere su un trono sacro.
... Se tu sei diventato completamente una luce vera, non una luce di grandezza o di forma misurabile che può diminuire o aumentare indefinitamente, ma una luce del tutto senza misura, perché superiore a ogni misura e a ogni qualità; se ti vedi in questo modo, tu sei diventato ormai una potenza veggente e puoi confidare in te stesso. Anche rimanendo quaggiù tu sei salito né più hai bisogno di chi ti guidi; fissa lo sguardo e guarda: questo soltanto è l'occhio che vede la grande bellezza.
(Plotino,Enneadi I, 6, 9).
Ritorna in te stesso e guarda: se non ti vedi ancora interiormente bello, fa come lo scultore di una statua che deve diventar bella. Egli toglie, raschia, liscia, ripulisce finché nel marmo appaia la bella immagine: come lui, leva tu il superfluo, raddrizza ciò che è obliquo, purifica ciò che è fosco e rendilo brillante e non smettere di scolpire la tua propria statua interiore, finché non ti si manifesti lo splendore divino della virtù e non veda la temperanza sedere su un trono sacro.
... Se tu sei diventato completamente una luce vera, non una luce di grandezza o di forma misurabile che può diminuire o aumentare indefinitamente, ma una luce del tutto senza misura, perché superiore a ogni misura e a ogni qualità; se ti vedi in questo modo, tu sei diventato ormai una potenza veggente e puoi confidare in te stesso. Anche rimanendo quaggiù tu sei salito né più hai bisogno di chi ti guidi; fissa lo sguardo e guarda: questo soltanto è l'occhio che vede la grande bellezza.
(Plotino,Enneadi I, 6, 9).
martedì 15 aprile 2014
Accadde oggi
Continueremo a fare delle nostre vite poesie, fino a quando la libertà non verrà declamata sopra le catene spezzate di tutti i popoli oppressi.
Vittorio Arrigoni, (Besana in Brianza, 4 febbraio 1975 - Gaza, 15 aprile 2011)
Vittorio Arrigoni, attivista dell’ International Solidarity Movement, da tempo residente a Gaza, venne rapito il 13 aprile 2011, attirato in una trappola da persone che egli conosceva e ucciso il 15 aprile, dopo che il governo di Gaza aveva rifiutato lo scambio con un esponente salafita detenuto.
Il 19 aprile i rapitori furono rintracciati e nel corso di un conflitto a fuoco due di loro vennero uccisi (secondo alcune voci) dalle forze di sicurezza di Hamas
Vittorio Arrigoni, (Besana in Brianza, 4 febbraio 1975 - Gaza, 15 aprile 2011)
Vittorio Arrigoni, attivista dell’ International Solidarity Movement, da tempo residente a Gaza, venne rapito il 13 aprile 2011, attirato in una trappola da persone che egli conosceva e ucciso il 15 aprile, dopo che il governo di Gaza aveva rifiutato lo scambio con un esponente salafita detenuto.
Il 19 aprile i rapitori furono rintracciati e nel corso di un conflitto a fuoco due di loro vennero uccisi (secondo alcune voci) dalle forze di sicurezza di Hamas
Jean- Paul Sartre (Parigi, 21 giugno 1905 – Parigi, 15 aprile 1980)
“Lo so. So che non incontrerò mai più niente né nessuno che m’ispiri della passione. Lo sai, mettersi ad amare qualcuno, è un’impresa. Bisogna avere un’energia, una generosità, un accecamento… c’è perfino un momento, al principio, in cui bisogna saltare un precipizio: se si riflette non lo si fa. Io so che non salterò mai più.”
— La Nausea - J.P. Sartre
— La Nausea - J.P. Sartre
Buon compleanno a Claudia Cardinale
Credo che il cinema sia un pò come gli uomini, meno li si vuole e più vi rincorrono.
- Claudia Cardinale
Auguri di buon compleanno a Claudia Cardinale, nome d' arte di Claudia Jòspehine Rose Cardinale, nata a Tunisi il 15 aprile 1938
- Claudia Cardinale
Auguri di buon compleanno a Claudia Cardinale, nome d' arte di Claudia Jòspehine Rose Cardinale, nata a Tunisi il 15 aprile 1938
Greta Garbo, nome d'arte di Greta Lovisa Gustafsson (Stoccolma, 18 settembre 1905 – New York, 15 aprile 1990)
Non ho mai detto “Voglio stare sola”. Ho detto “Voglio stare in pace” e c’è una bella differenza.”
(Greta Garbo)
(Greta Garbo)
Corrado Alvaro,(San Luca (RC), 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956)
“La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile, questa disperazione avvolge il mio Paese da molto tempo.”
— Corrado Alvaro
Corrado Alvaro,(San Luca (RC), 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956)
I calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini. Amore disperato del loro paese, di cui riconoscono la vita cruda, che hanno fuggito, ma che in loro è rimasta allo stato di ricordo e di leggenda dell'infanzia.
Corrado Alvaro,(San Luca (RC), 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956) scrittore, giornalista e poeta calabrese
Corrado Alvaro,(San Luca (RC), 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956) scrittore, giornalista e poeta calabrese
Gianni Rodari
“Se un bambino scrive sul quaderno: “L’ago di Garda” ho la scelta tra correggere l’errore con un segnaccio rosso o blu, o seguire l’ardito suggerimento e scrivere la storia e la geografia di questo “ago” importantissimo, segnato anche nella carta d’Italia. La Luna si specchierà sulla punta o nella cruna? Si pungerà il naso?”
— Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, 1973
— Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, 1973
lunedì 14 aprile 2014
Una sola stella nel firmamento. Io e mio figlio Federico Aldovrandi
- Titolo: Una sola stella nel firmamento. Io e mio figlio Federico Aldrovandi
Autori: Patrizia Moretti, Francesca Avon - DESCRIZIONE:
Quella mattina Patrizia Moretti si sveglia nel cuore della notte. È preoccupata: suo figlio non è ancora rincasato. Poi sente un rumore nella sua stanza. Torna a dormire. È tranquilla ora. No: Federico non era nel suo letto. il suo corpo giaceva esanime sull'asfalto di via Ippodromo a Ferrara. Adesso Patrizia su quel letto vuoto va a sedersi spesso. Per riprendere fiato e riordinare le idee. Per recuperare le forze. In questi anni ha dovuto superare molte prove. Il primo referto di morte per overdose. La lotta per rompere il silenzio e l'indifferenza della gente. La battaglia per smascherare il tentativo di occultare le prove da parte delle istituzioni. Quando nessuno sembrava interessarsi alla morte di Federico. Diciotto anni, ucciso di botte in una sera qualunque da quattro poliziotti. E poi l'apertura del blog, i primi sostenitori, le dimostrazioni di solidarietà, l'Italia che finalmente vede. Le prime indagini, i processi, lo sguardo dei carnefici, le menzogne, le false testimonianze, gli insulti, le querele. E poi la manifestazione del Coisp, il sindacato di polizia, proprio sotto l'ufficio di Patrizia: solidarietà ai quattro agenti. Fino alla fine Patrizia ha rivendicato giustizia. Fino alla condanna degli imputati, al pubblico riconoscimento della loro colpa. L'unica cosa che potesse riscattare il ricordo di Federico e restituire verità. L'unica cosa che potesse finalmente renderle il respiro...
Vittorio Arrigoni (Besana in Brianza, 4 febbraio 1975 – Gaza, 15 aprile 2011)
“Restiamo umani è l’adagio con cui firmavo i miei pezzi per il Manifesto e per il blog ed è un invito a ricordarsi della natura dell’uomo. Io non credo nei confini nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia, che è la famiglia umana.”
- Vittorio Arrigoni
Promemoria
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
nè di giorno nè di notte,
nè per mare nè per terra:
per esempio, la guerra.
nè di giorno nè di notte,
nè per mare nè per terra:
per esempio, la guerra.
Gianni Rodari
Gianni Rodari
“
Nove modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura.
1. Presentare il libro come una alternativa alla TV
2. Presentare il libro come alternativo al fumetto
3. Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più
4. Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni
5. Dar la colpa ai bambini se non amano la lettura
6. Trasformare il libro in uno strumento di tortura
7. Rifiutarsi di leggere al bambino
8. Non offrire una scelta sufficiente
9. Ordinare di leggere
”2. Presentare il libro come alternativo al fumetto
3. Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più
4. Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni
5. Dar la colpa ai bambini se non amano la lettura
6. Trasformare il libro in uno strumento di tortura
7. Rifiutarsi di leggere al bambino
8. Non offrire una scelta sufficiente
9. Ordinare di leggere
- Gianni Rodari
Gianni Rodari
“Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo.”
-Gianni Rodari, La freccia azzurra
Gianni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980)
Da "Il libro degli errori" di Gianni Rodari
Io sono un sognatore,
ma non sogno solo per me:
sogno una torta in cielo
per darne un poco anche a te.
Una torta di cioccolato
grande come una città,
che arrivi dallo spazio
a piccola velocità.
Sembrerà dapprima una nuvola,
si fermerà su una piazza,
le daremo un’occhiatina
curiosa dalla terrazza…
Ma quando scenderà
come una dolce cometa
ce ne sarà per tutti
da fare festa completa.
Ognuno ne avrà una fetta
più una ciliegia candita,
e chi non dirà “«buona! »,
certo dirà “«squisita! »
Poi si verrà a sapere
(e la cosa sarà più comica)
che qualcuno s’era provato
a buttare una bomba atomica,
ma invece del solito fungo
l’esplosione ha provocato
( per ora nel mio sogno)
una torta di cioccolato.
Io sono un sognatore,
ma non sogno solo per me:
sogno una torta in cielo
per darne un poco anche a te.
Una torta di cioccolato
grande come una città,
che arrivi dallo spazio
a piccola velocità.
Sembrerà dapprima una nuvola,
si fermerà su una piazza,
le daremo un’occhiatina
curiosa dalla terrazza…
Ma quando scenderà
come una dolce cometa
ce ne sarà per tutti
da fare festa completa.
Ognuno ne avrà una fetta
più una ciliegia candita,
e chi non dirà “«buona! »,
certo dirà “«squisita! »
Poi si verrà a sapere
(e la cosa sarà più comica)
che qualcuno s’era provato
a buttare una bomba atomica,
ma invece del solito fungo
l’esplosione ha provocato
( per ora nel mio sogno)
una torta di cioccolato.
Gianni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980)
“Io penso di restare fino a 85 anni nel mio primo periodo, dopo passerò al secondo e scriverò libri seri. Adesso scrivo le favole cominciando con “C’era una volta…” fin all’ultima parola. Da 86 anni in poi scriverò dall’ultima parola alla prima. Quando avrò cento anni scriverò dei libri che bisogna leggere allo specchio. Quando avrò 105 anni farò dei libri che si potranno leggere stando sdraiati per terra, perché li scriverò sul soffitto. Io sono contro le biblioteche con i tavoli e le sedie. Nelle biblioteche per ragazzi bisognerebbe mettere la moquette per farli stare sdraiati.”
- Gianni Rodari
domenica 13 aprile 2014
Giorgio Bassani
“I luoghi dove si ha pianto, dove si ha sofferto, e dove si trovarono molte risorse interne per sperare e resistere, sono proprio quelli a cui ci si affeziona di più.”
- Giorgio Bassani
Samuel Beckett
E'al mattino che bisogna nascondersi.La gente si sveglia,fresca ed efficiente,assetata d'ordine,di bellezza e di giustizia,ed esige la contropartita.
(Samuel Beckett,Molloy,1951)
(Samuel Beckett,Molloy,1951)
Samuel Beckett
Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.
(Samuel Beckett)
(Samuel Beckett)
Samuel Beckett (Dublino, 13 aprile 1906 – Parigi, 22 dicembre 1989)
"Trae motivo di elevazione dalla messa a nudo del dissolvimento dell’uomo di oggi".
(Motivazione del Premio Nobel per la letteratura conferito a Samuel Beckett il 23 ottobre 1969)
(Motivazione del Premio Nobel per la letteratura conferito a Samuel Beckett il 23 ottobre 1969)
Samuel Beckett (Dublino, 13 aprile 1906 – Parigi, 22 dicembre 1989)
Le lacrime del mondo sono immutabili. Non appena qualcuno si mette a piangere, un altro, chissà dove, smette.
- Samuel Beckett, En attendant Godot, 1952
- Samuel Beckett, En attendant Godot, 1952
sabato 12 aprile 2014
Letto inter nos
Mi accingo a leggerlo....
“Per favore, fidati di me. Posso davvero essere allegra. Posso essere amabile. Affettuosa. Affabile. E queste sono solo le parole che cominciano per A. Non chiedermi peró di essere bella: essere bella non è da me.”
“Per favore, fidati di me. Posso davvero essere allegra. Posso essere amabile. Affettuosa. Affabile. E queste sono solo le parole che cominciano per A. Non chiedermi peró di essere bella: essere bella non è da me.”
venerdì 11 aprile 2014
Accadde oggi
L' 11 aprile 1988,alla 60° edizione degli Oscar, L'ultimo imperatore riceve il premio come migliore film (Jeremy Thomas),migliore regia (Bernardo Bertolucci)
migliore sceneggiatura non originale ( Mark Peploe e Bernardo Bertolucci),migliore fotografia ( Vittorio Storaro)
migliore scenografia ( Ferdinando Scarfiotti, Bruno Cesari e Osvaldo Desideri),migliori costumi ( James Acheson)migliore montaggio ( Gabriella Cristiani)
migliore sonoro (Bill Rowe e Ivan Sharrock)migliore colonna sonora ( Ryuichi Sakamoto, Cong Su e David Byrne)
migliore sceneggiatura non originale ( Mark Peploe e Bernardo Bertolucci),migliore fotografia ( Vittorio Storaro)
migliore scenografia ( Ferdinando Scarfiotti, Bruno Cesari e Osvaldo Desideri),migliori costumi ( James Acheson)migliore montaggio ( Gabriella Cristiani)
migliore sonoro (Bill Rowe e Ivan Sharrock)migliore colonna sonora ( Ryuichi Sakamoto, Cong Su e David Byrne)
Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900 – Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977)
Jacques Prévert nasce il 4 febbraio 1900 a Neuilly-sur-Seine nel dipartimento della Hauts-de-Seine, in un ambiente piccolo borghese e molto devoto. È il secondo figlio di Suzanne Catusie e André Prévert. Dopo un periodo di difficoltà economiche e conseguenti spostamenti il padre verrà assunto all'Office central des Pauvres di Parigi. Il piccolo Jacques accompagnerà a volte il padre nelle visite alle famiglie dei quartieri più poveri scoprendo così la miseria dei quartieri popolari che gli sembreranno una grande festa triste senza musica che non finisce mai (e non possono non tornare alla mente le scene del film di Marcel Carné, Les enfants du paradis) e facendo nascere in lui un sentimento di simpatia verso la classe dei lavoratori come risposta emotiva alla scoperta delle ineguaglianze della società.
Fin dall'infanzia è affascinato dalla lettura e dal teatro che frequenta assiduamente accompagnato dal padre il quale, anche quando si trova in preoccupanti situazioni economiche, riesce comunque, grazie alle sue amicizie, a offrire ai suoi figli, Jacques e Pierre, una serata a teatro o al cinema, donando loro una visione incantata dell'infanzia anche nei momenti difficili e rinsaldando il rapporto tra i due fratelli che in futuro avrebbero condiviso amicizie, idee e collaborato alla realizzazione dei film di cui Pierre è il regista e Jacques lo sceneggiatore. Intollerante alla disciplina scolastica abbandona la scuola a 14 anni dopo aver conseguito il diploma di terza media (certificat d'étude primaires). Da questo momento comincerà a fare vari lavoretti per vivere fino al 1920 quando inizia il servizio militare dapprima a Lunéville dove conosce Yves Tanguy e poi a Istanbul dove stringe amicizia con Marcel Duhamel. Il ritorno a Parigi nel 1922 è difficile ma allo stesso tempo gioioso,Yves Tanguy e Jacques Prévert, assieme al fratello minore Pierre, che diventerà regista, vengono ospitati da Marcel Duhamel in una casa al 54 di Rue du Château a Montparnasse. La casa diventarà presto il punto di ritrovo di molti esponenti del movimento surrealista: André Breton, Antonin Artaud, Raymond Queneau, Louis Aragon, Robert Desnos. I legami con i surrealisti sono molto intensi negli anni 1925-1929, periodo in cui il poeta partecipa a numerose manifestazioni politiche. Nel marzo del 1929 viene pubblicato un pamphlet dal titolo "Un cadavere" che contiene un articolo di Jacques Prévert dal titolo provocatorio "Mort d'un monsieur" in cui il poeta si esprime molto criticamente nei confronti di André Breton denunciandone l'autoritarismo. Il pamphlet segnerà la definitiva rottura con Breton e l'allontanamento dal gruppo dei surrealisti. Nel 1931 pubblica sulla rivista Commerce, a cui contribuisce anche Ungaretti, il Tentativo di descrizione di un banchetto a Parigi, Francia (Tentative d'un description d'un diner de têtes à Paris, France).
Nel 1932 il Gruppo Ottobre, compagnia teatrale il cui nome fa riferimento alla rivoluzione dell'ottobre 1927, che ha l'intento di mettere in scena testi legati all'attualità politica da presentare anche nelle fabbriche in sciopero è in cerca di un autore che rediga tali testi in modo da richiamare un pubblico popolare. Jacques Prévert è l'autore perfetto e si impegnerà nel gruppo tra il 1932 e il 1936. Nel 1933 il Gruppo Ottobre metterà in scena a Mosca un testo di Prévert, La Battaile de Fontenoy, in occasione della Olimpiade del Tetro Operaio, l'autore parteciperà anche come attore. In questo periodo Prévert scrive anche sceneggiature per il cinema, collaborando con Jean Renoir per cui scrive la sceneggiatura di Le crime de monsieur Lange del 1935 e lungamente con Marcel Carné scrivendo le sceneggiature di Quai des brumes, 1938, Le jour se lève, 1939, Les visiteurs du soir, 1942, Les enfants du paradis, 1943, Les portes de la nuit, 1946. Ha collaborato anche con il fratello Pierre scrivendo le sceneggiature dei film L'affaires est dans le sac (1932), Adieu Lèonard (1943) e Voyage-Surprise (1946).
Nel 1945 Prévert pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo Paroles che sarà benevolmente accolta dalla critica. Gaetan Picon scrive dopo la sua uscita che Prevert è l'unico poeta autentico del momento che è riuscito a superare le barriere del pubblico specializzato rivolgendosi a tutti. Anche le successive raccolte poetiche, Spectacle (1949), La Pluie et le Beau Temps (1955), Choses et Autres (1972), riscuoteranno un notevole successo.Tra gli anni 1945 e 1947 Prévert riprende la sua attività teatrale con la rappresentazione di un balletto al quale collabora anche Pablo Picasso. Nel 1948, cade da una finestra degli uffici della Radio e precipita sul marciapiede dei Champs-Elysées rimanendo in coma per diverse settimane. Ripresosi si trasferisce con la moglie e la figlia a Saint-Paul de Vence, dove rimane fino al 1951. Scrive nel frattempo un nuovo soggetto, Les Amants de Vérone, per il regista André Cayatte
Il ritorno definitivo a Parigi è del 1955. Pubblica una nuova raccolta di poesie, La pluie et le beau temps e comincia a dedicarsi alla creazione di collage che esporrà nel 1957 alla galleria Maeght a Saint-Paul de Vence. Nel 1956 il poeta pubblica il volume Miró con G. Ribemont-Dessaignes, con delle riproduzioni di opere di Mirò. Nel 1963 pubblica un nuovo volume di poesie, Histoires, et d'autres histoires. Nel 1966 esce l'opera Fatras, con 57 suoi collages.
Gli ultimi anni li trascorre nella sua dimora di Omonville-la-Petite, nel dipartimento della Manche, dove conduce una vita ritirata ricevendo solamente alcuni dei suoi più cari amici, come Yves Montand, Juliette Greco, Raymond Queneau, il regista Joseph Losey, l'attore Serge Reggiani e pochi altri. L'11 aprile 1977 Prévert muore a Omonville-la-Petite, di cancro al polmone.
Fin dall'infanzia è affascinato dalla lettura e dal teatro che frequenta assiduamente accompagnato dal padre il quale, anche quando si trova in preoccupanti situazioni economiche, riesce comunque, grazie alle sue amicizie, a offrire ai suoi figli, Jacques e Pierre, una serata a teatro o al cinema, donando loro una visione incantata dell'infanzia anche nei momenti difficili e rinsaldando il rapporto tra i due fratelli che in futuro avrebbero condiviso amicizie, idee e collaborato alla realizzazione dei film di cui Pierre è il regista e Jacques lo sceneggiatore. Intollerante alla disciplina scolastica abbandona la scuola a 14 anni dopo aver conseguito il diploma di terza media (certificat d'étude primaires). Da questo momento comincerà a fare vari lavoretti per vivere fino al 1920 quando inizia il servizio militare dapprima a Lunéville dove conosce Yves Tanguy e poi a Istanbul dove stringe amicizia con Marcel Duhamel. Il ritorno a Parigi nel 1922 è difficile ma allo stesso tempo gioioso,Yves Tanguy e Jacques Prévert, assieme al fratello minore Pierre, che diventerà regista, vengono ospitati da Marcel Duhamel in una casa al 54 di Rue du Château a Montparnasse. La casa diventarà presto il punto di ritrovo di molti esponenti del movimento surrealista: André Breton, Antonin Artaud, Raymond Queneau, Louis Aragon, Robert Desnos. I legami con i surrealisti sono molto intensi negli anni 1925-1929, periodo in cui il poeta partecipa a numerose manifestazioni politiche. Nel marzo del 1929 viene pubblicato un pamphlet dal titolo "Un cadavere" che contiene un articolo di Jacques Prévert dal titolo provocatorio "Mort d'un monsieur" in cui il poeta si esprime molto criticamente nei confronti di André Breton denunciandone l'autoritarismo. Il pamphlet segnerà la definitiva rottura con Breton e l'allontanamento dal gruppo dei surrealisti. Nel 1931 pubblica sulla rivista Commerce, a cui contribuisce anche Ungaretti, il Tentativo di descrizione di un banchetto a Parigi, Francia (Tentative d'un description d'un diner de têtes à Paris, France).
Nel 1932 il Gruppo Ottobre, compagnia teatrale il cui nome fa riferimento alla rivoluzione dell'ottobre 1927, che ha l'intento di mettere in scena testi legati all'attualità politica da presentare anche nelle fabbriche in sciopero è in cerca di un autore che rediga tali testi in modo da richiamare un pubblico popolare. Jacques Prévert è l'autore perfetto e si impegnerà nel gruppo tra il 1932 e il 1936. Nel 1933 il Gruppo Ottobre metterà in scena a Mosca un testo di Prévert, La Battaile de Fontenoy, in occasione della Olimpiade del Tetro Operaio, l'autore parteciperà anche come attore. In questo periodo Prévert scrive anche sceneggiature per il cinema, collaborando con Jean Renoir per cui scrive la sceneggiatura di Le crime de monsieur Lange del 1935 e lungamente con Marcel Carné scrivendo le sceneggiature di Quai des brumes, 1938, Le jour se lève, 1939, Les visiteurs du soir, 1942, Les enfants du paradis, 1943, Les portes de la nuit, 1946. Ha collaborato anche con il fratello Pierre scrivendo le sceneggiature dei film L'affaires est dans le sac (1932), Adieu Lèonard (1943) e Voyage-Surprise (1946).
Nel 1945 Prévert pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo Paroles che sarà benevolmente accolta dalla critica. Gaetan Picon scrive dopo la sua uscita che Prevert è l'unico poeta autentico del momento che è riuscito a superare le barriere del pubblico specializzato rivolgendosi a tutti. Anche le successive raccolte poetiche, Spectacle (1949), La Pluie et le Beau Temps (1955), Choses et Autres (1972), riscuoteranno un notevole successo.Tra gli anni 1945 e 1947 Prévert riprende la sua attività teatrale con la rappresentazione di un balletto al quale collabora anche Pablo Picasso. Nel 1948, cade da una finestra degli uffici della Radio e precipita sul marciapiede dei Champs-Elysées rimanendo in coma per diverse settimane. Ripresosi si trasferisce con la moglie e la figlia a Saint-Paul de Vence, dove rimane fino al 1951. Scrive nel frattempo un nuovo soggetto, Les Amants de Vérone, per il regista André Cayatte
Il ritorno definitivo a Parigi è del 1955. Pubblica una nuova raccolta di poesie, La pluie et le beau temps e comincia a dedicarsi alla creazione di collage che esporrà nel 1957 alla galleria Maeght a Saint-Paul de Vence. Nel 1956 il poeta pubblica il volume Miró con G. Ribemont-Dessaignes, con delle riproduzioni di opere di Mirò. Nel 1963 pubblica un nuovo volume di poesie, Histoires, et d'autres histoires. Nel 1966 esce l'opera Fatras, con 57 suoi collages.
Gli ultimi anni li trascorre nella sua dimora di Omonville-la-Petite, nel dipartimento della Manche, dove conduce una vita ritirata ricevendo solamente alcuni dei suoi più cari amici, come Yves Montand, Juliette Greco, Raymond Queneau, il regista Joseph Losey, l'attore Serge Reggiani e pochi altri. L'11 aprile 1977 Prévert muore a Omonville-la-Petite, di cancro al polmone.
Primo Michele Levi (Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987)
L'11 aprile 1987 a Torino muore suicida lanciandosi dalla tromba delle scale della sua abitazione lo scrittore e partigiano antifascista Primo Levi.
Primo Levi - Il Sistema Periodico
“Allo stesso modo, poiché anche la Natura è conservatrice, portiamo nel coccige quanto resta di una coda scomparsa.”
— | Primo Levi - Il Sistema Periodico |
giovedì 10 aprile 2014
Film stasera in tv
Stasera alle 21.05 su Rai 3 sarà trasmesso "A Dangerous Method", film biografico del 2011 diretto da David Cronenberg. La sceneggiatura è curata da Christopher Hampton, che ha basato per il grande schermo un suo lavoro teatrale del 2002, a sua volta basato sul libro di John Kerr "Un metodo molto pericoloso", del 1993. Il film, ambientato tra Zurigo e Vienna alla vigilia della prima guerra mondiale, si basa sui rapporti turbolenti tra lo psichiatra Carl Gustav Jung, il suo mentore Sigmund Freud, il loro collega Otto Gross e Sabina Spielrein, una donna bella e tormentata, che si frappone tra loro.
Wisława Szymborska
Ogni sapere da cui non scaturiscono nuove domande, diventa in breve morto, perde la temperatura che favorisce la vita. Nei casi più estremi, come ben ci insegna la storia antica e contemporanea, può addirittura essere un pericolo mortale per la società.
Per questo apprezzo tanto due piccole paroline: “non so”. Piccole, ma alate. Parole che estendono la nostra vita in territori che si trovano in noi stessi e in territori in cui è sospesa la nostra minuta Terra. Se Isaak Newton non si fosse detto “non so”, le mele nel giardino sarebbero potute cadere davanti ai suoi occhi come grandine e lui, nel migliore dei casi, si sarebbe chinato a raccoglierle, mangiandole con gusto. Se la mia connazionale Maria Sklodowska Curie non si fosse detta “non so” sarebbe sicuramente diventata insegnante di chimica per un convitto di signorine di buona famiglia, e avrebbe trascorso la vita svolgendo questa attività, peraltro onesta. Ma si ripeteva “non so” e proprio queste parole la condussero, e per due volte, a Stoccolma, dove vengono insignite del premio Nobel le persone di animo inquieto ed eternamente alla ricerca.
Anche il poeta, se è vero poeta, deve ripetere di continuo a se stesso “non so”. Con ogni sua opera cerca di dare una risposta, ma non appena ha finito di scrivere già lo invade il dubbio e comincia a rendersi conto che si tratta d'una risposta provvisoria e del tutto insufficiente. Perciò prova ancora una volta e un'altra ancora, finché gli storici della letteratura non legheranno insieme prove della sua insoddisfazione di sé, chiamandole “patrimonio artistico”...
Wisława Szymborska, Premio Nobel per la letteratura nel 1996
Per questo apprezzo tanto due piccole paroline: “non so”. Piccole, ma alate. Parole che estendono la nostra vita in territori che si trovano in noi stessi e in territori in cui è sospesa la nostra minuta Terra. Se Isaak Newton non si fosse detto “non so”, le mele nel giardino sarebbero potute cadere davanti ai suoi occhi come grandine e lui, nel migliore dei casi, si sarebbe chinato a raccoglierle, mangiandole con gusto. Se la mia connazionale Maria Sklodowska Curie non si fosse detta “non so” sarebbe sicuramente diventata insegnante di chimica per un convitto di signorine di buona famiglia, e avrebbe trascorso la vita svolgendo questa attività, peraltro onesta. Ma si ripeteva “non so” e proprio queste parole la condussero, e per due volte, a Stoccolma, dove vengono insignite del premio Nobel le persone di animo inquieto ed eternamente alla ricerca.
Anche il poeta, se è vero poeta, deve ripetere di continuo a se stesso “non so”. Con ogni sua opera cerca di dare una risposta, ma non appena ha finito di scrivere già lo invade il dubbio e comincia a rendersi conto che si tratta d'una risposta provvisoria e del tutto insufficiente. Perciò prova ancora una volta e un'altra ancora, finché gli storici della letteratura non legheranno insieme prove della sua insoddisfazione di sé, chiamandole “patrimonio artistico”...
Wisława Szymborska, Premio Nobel per la letteratura nel 1996
Gabriela Mistral
Educare è equipaggiare il motore di una barca...
Serve prendere le misure, pesare, equilibrare...
e mettere tutto in funzione.
Ma per questo si deve avere nell'animo un po' del marinaio... un po' del pirata... un po' del poeta... e un chilo e mezzo di pazienza concentrata.
Ma è consolante sognare, mentre si lavora, che quella barca, quel bambino, prenderà il largo, se ne andrà lontano.
Sognare che quel bastimento porterà il nostro carico di parole verso porti distanti, verso isole lontane.
Sognare che quando si sarà messa a dormire la nostra barca, nuove barche porteranno inalberata la nostra bandiera.
Gabriela Mistral, nel 1945 fu la prima donna sudamericana a ricevere il Premio Nobel per la letteratura, cosa che l'accomuna ulteriormente ad un altro poeta cileno, Pablo Neruda, dato che già un altro legame esiste tra lei e quest'ultimo, e cioè quello di averlo spinto, proprio in qualità di sua insegnante, ad intraprendere la carriera artistica.
Hermann Hesse
Ho imparato a essere felice là dove sono. Ho imparato che ogni momento di ogni singolo giorno racchiude tutta la gioia, tutta la pace, tutti i fili di quella trama che chiamiamo vita. Il significato è riposto in ogni istante, non c'è un altro modo per trovarlo. Percepiamo solo e soltanto ciò che permettiamo a noi stessi di percepire, tutti i giorni, un istante dopo l'altro.
Hermann Hesse
Hermann Hesse
Anaïs Nin
"Voglio innamorarmi in modo che la sola vista di un uomo, anche ad un isolato, mi faccia tremare. E' così che voglio innamorarmi, così totalmente che il solo pensiero di lui mi porti all'orgasmo".
Anaïs Nin
Anaïs Nin
Nilde Iotti
E' necessario cogliere negli altri solo quello che di positivo sanno darci e non combattere ciò che è diverso, che è "altro" da noi.
- Nilde Iotti
- Nilde Iotti
Les Mots- Festival della parola
"Rivalutare il valore ed il ruolo della parola nelle varie forme ed espressioni quale elemento concreto di conoscenza e creatività, cercando di rivelare nel contempo come la stessa possa diventare strumento di valorizzazione della diversità culturale e civile, ma anche di discriminanza e di intolleranza. La Rinascita, tema di quest'anno, verrà raccontata e presentata al pubblica attraverso una programmazione artistica di livello nazionale ed internazionale. La tematica sarà anche spunto per mettere in luce il 70° anniversario della Resistenza, della Liberazione e dell'Autonomia in Valle d'Aosta, con eventi mirati a intersecare il ruolo della parola con la nostra storia di quel periodo".
- Joel Farcoz, Assessore alla Cultura della regione Valle d'Aosta
Dal 17 aprile al 4 maggio 2014 ad Aosta si terrà la quinta edizione del Festival della parola, ribattezzato Les Mots in onore della celebre opera di Jean -Paul Sartre.
- Joel Farcoz, Assessore alla Cultura della regione Valle d'Aosta
Dal 17 aprile al 4 maggio 2014 ad Aosta si terrà la quinta edizione del Festival della parola, ribattezzato Les Mots in onore della celebre opera di Jean -Paul Sartre.
Aldo Braibanti (Fiorenzuola d'Arda, 17 settembre 1922 – Castell'Arquato, 6 aprile 2014)
Si è spento all'età di 92 anni nella sua casa di Castell'Arquato il partigiano, scrittore sceneggiatore e drammaturgo Aldo Braibanti. Intellettuale "a tutto tondo" del Novecento, aveva aderito nel 1940 ai movimenti partigiani di Giustizia e Libertà e poi del Partito Comunista. Arrestato e vittima di torture da parte della Banda Carità, nel 1947 abbandonò la strada della politica fondando a Castell'Arquato una comunità di intellettuali come i fratelli Bussotti, Roberto Salvatori, Giorgi e Marco Bellocchio.
Negli anni 60 divenne il protagonista di uno dei processi più clamorosi dell'epoca: fu condannato per plagio nei riguardi di un giovane. Condannato al carcere, in suo favore insorsero numerosi intellettuali: fra questi, Pasolini Moravia Eco e Bene. La sua condanna a nove anni di reclusione è l'unica nella storia della Repubblica italiana per questo tipo di reato, introdotto nel codice penale fascista e abrogato solo nel 1981.
Negli anni 60 divenne il protagonista di uno dei processi più clamorosi dell'epoca: fu condannato per plagio nei riguardi di un giovane. Condannato al carcere, in suo favore insorsero numerosi intellettuali: fra questi, Pasolini Moravia Eco e Bene. La sua condanna a nove anni di reclusione è l'unica nella storia della Repubblica italiana per questo tipo di reato, introdotto nel codice penale fascista e abrogato solo nel 1981.
Este in fiore 2014
Giunge alla tredicesima edizione "Este in fiore", la rassegna del Vivaismo Nazionale di Qualità e del Florovivaismo Veneto. Da venerdì 11 a domenica 13 aprile a Este, in provincia di Padova, si terrà la storica fiera all'interno del Castello e nelle vie e piazze del centro storico.
Info su: www.esteinfiore.it
Info su: www.esteinfiore.it
mercoledì 9 aprile 2014
Nilde Iotti
Nilde Iotti ( Reggio Emilia il 10 aprile 1920 - Roma il 3 dicembre 1999) insegnante, dirigente comunista, prima donna in Italia nominata Presidente della Camera dei deputati.
Il padre era un sindacalista socialista che faceva il deviatore alle Ferrovie; nel periodo della dittatura, era stato perseguitato dai fascisti e aveva voluto che la figlia Nilde studiasse. La ragazza si era quindi laureata in Lettere e Filosofia, all'Università Cattolica di Milano e per alcuni anni aveva insegnato all'Istituto tecnico industriale di Reggio Emilia. Dopo l'8 settembre 1943, per Nilde Iotti nasce l'impegno che l'avrebbe accompagnata tutta la vita: la giovane insegnante entra nelle file della Resistenza operando nei "Gruppi di difesa della donna" che, anche nella provincia di Reggio, hanno dato un grande contributo alla lotta contro i nazifascisti. Dopo la Liberazione, la Iotti è segretaria dell'UDI a Reggio E., nel '46 viene eletta al Consiglio Comunale come indipendente nelle liste del PCI e, dopo aver maturato la propria iscrizione al partito, il 2 giugno dello stesso anno è eletta all'Assemblea costituente. Nel PCI entra a far parte degli organismi dirigenti nazionali e, nel 1948, è eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. È riconfermata per le successive legislature e il 29 giugno 1979 è eletta (al primo scrutinio e prima donna nella storia parlamentare italiana), Presidente della Camera. Per tredici anni Nilde Iotti ha ricoperto con grande prestigio quell'incarico, sino a che, il 18 novembre 1999, già gravemente malata, si era dimessa tra l'applauso unanime e ammirato dell'intero schieramento parlamentare. Sin dalla Resistenza, la Iotti è stata protagonista delle battaglie in difesa delle donne. Nel 1955 era stata la prima firmataria di una proposta di legge per istituire una pensione e un'assicurazione per le casalinghe. Nel 1974 aveva partecipato attivamente alla battaglia referendaria in difesa del divorzio. L'anno dopo promosse la legge sul diritto di famiglia. Nel 1978 contribuì a far approvare la legge sull'aborto. E così sino a che la malattia non la costrinse a dimettersi. Al nome di Nilde Iotti - che per diciotto anni fu la compagna di Palmiro Togliatti - sono intitolati, in molte parti d'Italia asili, organizzazioni giovanili, sedi dei Democratici di sinistra. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della giornata commemorativa organizzata dal Comune di San Quirico d'Orcia (Siena) per ricordare Nilde Iotti ha inviato, il 28 marzo 2009, questo messaggio al Sindaco Marileno Franci: "Nilde Iotti, con la quale ho condiviso una lunga attività parlamentare e intrattenuto un rapporto di feconda amicizia, ha rappresentato un esempio altissimo di rigore morale, di forte passione civile, di intelligente e totale impegno al servizio delle istituzioni del paese. Nella sua vicenda umana e politica si riflette la storia stessa dell'Italia repubblicana, che ella ha accompagnato nel cammino di ricostruzione e di sviluppo dai banchi dell'Assemblea costituente e poi della Camera dei Deputati, di cui per lungo tempo fu presidente unanimemente apprezzata, garanzia di libero confronto per tutti i gruppi politici. La lezione politica di Nilde Iotti, anche nella costante affermazione del principio costituzionale dell'uguaglianza della donna nella società, nel lavoro e nelle professioni, mantiene oggi intatta tutta la sua forza e attualità, e la manifestazione di oggi costituisce un giusto riconoscimento ad una eredità che è patrimonio dell'intero paese".
Il padre era un sindacalista socialista che faceva il deviatore alle Ferrovie; nel periodo della dittatura, era stato perseguitato dai fascisti e aveva voluto che la figlia Nilde studiasse. La ragazza si era quindi laureata in Lettere e Filosofia, all'Università Cattolica di Milano e per alcuni anni aveva insegnato all'Istituto tecnico industriale di Reggio Emilia. Dopo l'8 settembre 1943, per Nilde Iotti nasce l'impegno che l'avrebbe accompagnata tutta la vita: la giovane insegnante entra nelle file della Resistenza operando nei "Gruppi di difesa della donna" che, anche nella provincia di Reggio, hanno dato un grande contributo alla lotta contro i nazifascisti. Dopo la Liberazione, la Iotti è segretaria dell'UDI a Reggio E., nel '46 viene eletta al Consiglio Comunale come indipendente nelle liste del PCI e, dopo aver maturato la propria iscrizione al partito, il 2 giugno dello stesso anno è eletta all'Assemblea costituente. Nel PCI entra a far parte degli organismi dirigenti nazionali e, nel 1948, è eletta per la prima volta alla Camera dei deputati. È riconfermata per le successive legislature e il 29 giugno 1979 è eletta (al primo scrutinio e prima donna nella storia parlamentare italiana), Presidente della Camera. Per tredici anni Nilde Iotti ha ricoperto con grande prestigio quell'incarico, sino a che, il 18 novembre 1999, già gravemente malata, si era dimessa tra l'applauso unanime e ammirato dell'intero schieramento parlamentare. Sin dalla Resistenza, la Iotti è stata protagonista delle battaglie in difesa delle donne. Nel 1955 era stata la prima firmataria di una proposta di legge per istituire una pensione e un'assicurazione per le casalinghe. Nel 1974 aveva partecipato attivamente alla battaglia referendaria in difesa del divorzio. L'anno dopo promosse la legge sul diritto di famiglia. Nel 1978 contribuì a far approvare la legge sull'aborto. E così sino a che la malattia non la costrinse a dimettersi. Al nome di Nilde Iotti - che per diciotto anni fu la compagna di Palmiro Togliatti - sono intitolati, in molte parti d'Italia asili, organizzazioni giovanili, sedi dei Democratici di sinistra. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione della giornata commemorativa organizzata dal Comune di San Quirico d'Orcia (Siena) per ricordare Nilde Iotti ha inviato, il 28 marzo 2009, questo messaggio al Sindaco Marileno Franci: "Nilde Iotti, con la quale ho condiviso una lunga attività parlamentare e intrattenuto un rapporto di feconda amicizia, ha rappresentato un esempio altissimo di rigore morale, di forte passione civile, di intelligente e totale impegno al servizio delle istituzioni del paese. Nella sua vicenda umana e politica si riflette la storia stessa dell'Italia repubblicana, che ella ha accompagnato nel cammino di ricostruzione e di sviluppo dai banchi dell'Assemblea costituente e poi della Camera dei Deputati, di cui per lungo tempo fu presidente unanimemente apprezzata, garanzia di libero confronto per tutti i gruppi politici. La lezione politica di Nilde Iotti, anche nella costante affermazione del principio costituzionale dell'uguaglianza della donna nella società, nel lavoro e nelle professioni, mantiene oggi intatta tutta la sua forza e attualità, e la manifestazione di oggi costituisce un giusto riconoscimento ad una eredità che è patrimonio dell'intero paese".
Gianni Rodari
Se io avessi una botteguccia fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza.
“Speranza a buon mercato!”
Per un soldo ne darei
ad un solo cliente
quanto basta per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare.
- Gianni Rodari
vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza.
“Speranza a buon mercato!”
Per un soldo ne darei
ad un solo cliente
quanto basta per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare.
- Gianni Rodari
Le domande rendono umani
Prima ero innamorato solo delle risposte, ma da quando ho conosciuto te mi piacciono anche le domande. Credo che le risposte rendano saggi, ma le domande rendono umani.
(Yves Montand a Barbra Streisand - L'amica delle 5½)
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