Alberto Sordi
martedì 25 febbraio 2014
Pierre- Auguste Renoir ( Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919)
Se immersi nel silenzio si sente squillare il campanello, si ha l'impressione che il rumore sia più stridente di quanto lo sia in realtà. Io cerco di far vibrare un colore in modo intenso come se il rumore del campanello risuonasse in mezzo al silenzio.
Pierre Auguste Renoir
Pierre Auguste Renoir
Pierre- Auguste Renoir ( Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919)
Si arriva davanti alla natura con delle teorie, e la natura le sbatte tutte per terra.
Pierre Auguste Renoir
Pierre Auguste Renoir
Pierre- Auguste Renoir ( Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919)
L'opera artistica deve catturare, legare e portare via con sé lo spettatore. Con essa l'artista trasmette la sua passione, è il fluido che emana e con il quale coinvolge l'osservatore nei propri sentimenti.
Pierre Auguste Renoir
Pierre Auguste Renoir
lunedì 24 febbraio 2014
Dal "Discorso sulla dignità dell'uomo", di Giovanni Pico della Mirandola (Mirandola, 24 febbraio 1463 – Firenze, 17 novembre 1494)
"Non ti abbiamo dato, o Adamo, una dimora certa, né un sembiante proprio, né una prerogativa peculiare affinché avessi e possedessi come desideri e come senti la dimora, il sembiante, le prerogative che tu da te stesso avrai scelto.
Agli altri esseri una natura definita è contenuta entro le leggi da noi dettate.
Tu, non costretto da alcuna limitazione, forgerai la tua natura secondo il tuo arbitrio, alla cui potestà ti consegnai.
Ti ho posto in mezzo al mondo, perché di qui potessi più facilmente guardare attorno tutto ciò che vi è nel mondo.
Non ti abbiamo fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché come libero, straordinario plasmatore e scultore di te stesso, tu ti possa foggiare da te stesso nella forma che preferirai.
Potrai degenerare nei esseri inferiori, che sono i bruti; potrai rigenerarti, secondo la tua decisione, negli esseri superiori, che sono divini".
Sandro Pertini
"Quindi l'appello che io faccio ai giovani è questo: di cercare di essere onesti... Prima di tutto la politica deve essere fatta con le mani pulite! Se c'è qualche scandalo... se c'è qualcuno che dà scandalo...Se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato".
- Sandro Pertini
- Sandro Pertini
Dall'intervista di Oriana Fallaci a Sandro Pertini
ORIANA FALLACI. Non a caso c’è quella sua frase: «Se mi volto a guardare la strada che ho percorso, posso dire di aver speso bene la mia vita».
SANDRO PERTINI. Sì. E posso dirlo in coscienza, Oriana. Io ho fatto una scelta da giovane e, se per un prodigio tornassi indietro, rifarei la stessa scelta. Perché era una scelta giusta. Vede, io di solito non vado ai ricevimenti. Preferisco stare con mia moglie, la sera, o leggermi un libro o recarmi a teatro. Ma a volte capita che debba andare ai ricevimenti e allora vedo quei professionisti ricchi e provo una tale pena per loro. Hanno conquistato il denaro, sì. Hanno conquistato il successo e il potere. Eppure sono frustrati perché si sono accorti di aver avuto una vita vuota. Non vorrei essere al posto loro quando viene l’ora dei lupi. Ingmar Bergman la chiama l’ora dei lupi, cioè l’ora antelucana, l’ora in cui ci troviamo soli anche se accanto c’è la compagna della nostra vita, e non possiamo mentire a noi stessi. La mia ora dei lupi è alle cinque del mattino, quando mi sveglio magari per riaddormentarmi, e nella penombra analizzo ciò che ho fatto il giorno prima. Ne esce un esame di coscienza che si allunga nel tempo, nel passato, e deve credermi, Oriana: non ci trovo errori. Oh, non che possa negare d’aver commesso errori. Chi cammina talvolta cade. Solo chi sta seduto non cade mai. Però i miei errori sono frange che invariabilmente nascono dal mio caratteraccio. Non sono errori sostanziali. Il mio caratteraccio... Sono sempre stato un passionale, un impetuoso. Anche da giovane e prima di finire in carcere, sa? Non posso darne la colpa al carcere, alle sofferenze, e anzi ora son migliorato. Questa mia carica, se non altro, ha servito a imbrigliare un poco le mie impazienze.
( Da "L'Europeo", 27 dicembre 1973)
SANDRO PERTINI. Sì. E posso dirlo in coscienza, Oriana. Io ho fatto una scelta da giovane e, se per un prodigio tornassi indietro, rifarei la stessa scelta. Perché era una scelta giusta. Vede, io di solito non vado ai ricevimenti. Preferisco stare con mia moglie, la sera, o leggermi un libro o recarmi a teatro. Ma a volte capita che debba andare ai ricevimenti e allora vedo quei professionisti ricchi e provo una tale pena per loro. Hanno conquistato il denaro, sì. Hanno conquistato il successo e il potere. Eppure sono frustrati perché si sono accorti di aver avuto una vita vuota. Non vorrei essere al posto loro quando viene l’ora dei lupi. Ingmar Bergman la chiama l’ora dei lupi, cioè l’ora antelucana, l’ora in cui ci troviamo soli anche se accanto c’è la compagna della nostra vita, e non possiamo mentire a noi stessi. La mia ora dei lupi è alle cinque del mattino, quando mi sveglio magari per riaddormentarmi, e nella penombra analizzo ciò che ho fatto il giorno prima. Ne esce un esame di coscienza che si allunga nel tempo, nel passato, e deve credermi, Oriana: non ci trovo errori. Oh, non che possa negare d’aver commesso errori. Chi cammina talvolta cade. Solo chi sta seduto non cade mai. Però i miei errori sono frange che invariabilmente nascono dal mio caratteraccio. Non sono errori sostanziali. Il mio caratteraccio... Sono sempre stato un passionale, un impetuoso. Anche da giovane e prima di finire in carcere, sa? Non posso darne la colpa al carcere, alle sofferenze, e anzi ora son migliorato. Questa mia carica, se non altro, ha servito a imbrigliare un poco le mie impazienze.
( Da "L'Europeo", 27 dicembre 1973)
Sandro Pertini
" Ci preoccupa quello che si verifica con la mafia in Sicilia, la camorra nel napoletano e la 'ndrangheta – non so mai pronunciare bene questa parola – in Calabria. Però io qui mi permetto di fare questa osservazione.
Il popolo siciliano non deve essere confuso con la mafia. Il popolo siciliano è un popolo forte, popolo che ben conosco, perché negli anni passati, quando ero propagandista del mio partito, ho girato in lungo e in largo la Sicilia. Li ho conosciuti nella prima guerra mondiale i giovani siciliani, con il loro coraggio e la loro fierezza.
Il popolo siciliano è un popolo forte, generoso, intelligente. Il popolo siciliano è il figlio di almeno tre civiltà: la civiltà greca, la civiltà araba e la civiltà spagnola. È ricco di intelligenza questo popolo. Quindi non deve essere confuso con questa minoranza che è la mafia. È un bubbone che si è creato su un corpo sano.
Ebbene, con il bisturi, polizia, forze dell'ordine, governo debbono sradicare questo bubbone e gettarlo via, perché il popolo siciliano possa vivere in pace. Così si dica della 'ndrangheta in Calabria.
Io ho girato in lungo e largo la Calabria. Se vi è un popolo generoso, buono, pronto, desideroso di lavorare e di trarre dal suo lavoro il necessario per poter vivere dignitosamente, è il popolo calabrese.
Così il popolo napoletano con la camorra. Anche qui sono una minoranza i camorristi. Parlano troppo di quello che è in carcere, capo-mafia. Quello si sente un eroe. I giornali ne parlano tutti i giorni ed è chiaro che entra il giornale in carcere e lui si sente un eroe, questo sciagurato. Ma il popolo napoletano non può essere confuso con la camorra".
Il popolo siciliano è un popolo forte, generoso, intelligente. Il popolo siciliano è il figlio di almeno tre civiltà: la civiltà greca, la civiltà araba e la civiltà spagnola. È ricco di intelligenza questo popolo. Quindi non deve essere confuso con questa minoranza che è la mafia. È un bubbone che si è creato su un corpo sano.
Ebbene, con il bisturi, polizia, forze dell'ordine, governo debbono sradicare questo bubbone e gettarlo via, perché il popolo siciliano possa vivere in pace. Così si dica della 'ndrangheta in Calabria.
Io ho girato in lungo e largo la Calabria. Se vi è un popolo generoso, buono, pronto, desideroso di lavorare e di trarre dal suo lavoro il necessario per poter vivere dignitosamente, è il popolo calabrese.
Così il popolo napoletano con la camorra. Anche qui sono una minoranza i camorristi. Parlano troppo di quello che è in carcere, capo-mafia. Quello si sente un eroe. I giornali ne parlano tutti i giorni ed è chiaro che entra il giornale in carcere e lui si sente un eroe, questo sciagurato. Ma il popolo napoletano non può essere confuso con la camorra".
- Sandro Pertini, Messaggio di fine anno agli italiani, Palazzo del Quirinale - 31 dicembre 1983
Sandro Pertini (San Giovanni di Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990)
"Non mi meraviglia niente. So che il mio modo di fare può essere irritante. Per esempio, poco tempo fa mi sono rifiutato di firmare il decreto di aumento di indennità ai deputati. Ma come, dico io, in un momento grave come questo, quando il padre di famiglia torna a casa con la paga decurtata dall'inflazione... voi date quest'esempio d' insensibilità? Io deploro l'iniziativa, ho detto. Ma ho subito aggiunto che, entro un'ora, potevano eleggere un altro presidente della Camera. Siete seicentoquaranta. Ne trovate subito seicentocinquanta che accettano di venire al mio posto. Ma io, con queste mani, non firmo".
- Sandro Pertini,in un'intervista a Nantas Salvalaggio il 10 marzo 1974 su "La Domenica del Corriere"
- Sandro Pertini,in un'intervista a Nantas Salvalaggio il 10 marzo 1974 su "La Domenica del Corriere"
Sandro Pertini (San Giovanni di Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990)
"Se non vuoi smarrire la strada giusta resta sempre a fianco della classe lavoratrice nei giorni di sole e nei giorni di tempesta".
( Discorso del Presidente Pertini ai lavoratori dell'Italsider. Savona, 20 gennaio 1979)
( Discorso del Presidente Pertini ai lavoratori dell'Italsider. Savona, 20 gennaio 1979)
domenica 23 febbraio 2014
Alessandro Pertini detto Sandro ( San Giovanni di Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990)
"Più volte ho fatto il bilancio della mia vita e tutte le volte sono arrivato a questa conclusione: se si avverasse per me il miracolo di Faust e mi fosse dato di ricominciare da capo prenderei la stessa strada che presi ventenne nella mia Savona e la percorrerei con la fede, la volontà e l'animo di allora, pur sapendo di doverne pagare il prezzo, lo stesso prezzo che ho pagato. Così, giunto al termine della mia giornata, mi volgo a guardare la strada che ho percorso e mi sembra di aver speso bene la mia vita"
- Sandro Pertini
- Sandro Pertini
Tratto da "Codice della vita italiana " di Giuseppe Prezzolini
L'italiano ha un tale culto per la furbizia, che arriva persino all'ammirazione di chi se ne serve a suo danno. Il furbo è in alto in Italia non soltanto per la propria furbizia, ma per la reverenza che l'italiano in generale ha della furbizia stessa, alla quale principalmente fa appello per la riscossa e per la vendetta. Nella famiglia, nella scuola, nelle carriere, l'esempio e la dottrina corrente - che non si trova nei libri - insegnano i sistemi della furbizia. La vittima si lamenta della furbizia che l'ha colpita, ma in cuor suo si ripromette di imparare la lezione per un'altra occasione. La diffidenza degli umili che si riscontra in quasi tutta l'Italia, è appunto l'effetto di un secolare dominio dei furbi, contro i quali la corbelleria dei più si è andata corazzando di una corteccia di silenzio e di ottuso sospetto, non sufficiente, però, a porli al riparo delle sempre nuove scaltrezze di quelli.
Giuseppe Prezzolini, Codice della vita italiana - Capitolo I: Dei furbi e dei fessi.
Giuseppe Prezzolini, Codice della vita italiana - Capitolo I: Dei furbi e dei fessi.
STORIA DEI PERIODICI - LA VOCE
Il periodico "La Voce", fondato da Giuseppe Prezzolini, appare a Firenze nel dicembre 1908. Nel gruppo redazionale, oltre a Prezzolini, si ritrovano Giovanni Papini e Ardengo Soffici, il modernista Romolo Murri, lo scrittore Scipio Slataper e i liberaldemocratici Giovanni Amendola e Gaetano Salvemini. Fra i collaboratori, vi sono tantissimi personaggi di notevole spessore intellettuale, accomunati tutti dall'insoddisfazione verso l'Italia giolittiana e da una confusa ansia di novità.
Nell'editoriale di presentazione della rivista si afferma l'intento di essere onesti e sinceri. Tale sincerità, si tradurrà in una sostanziale propensione all'autobiografismo, mentre l'onestà imprimerà alle confessioni dei vociani un'inconfondibile cifra di lucida e radicale moralità.
La Voce esprime una forte esigenza di rinnovamento della cultura italiana entro una dimensione europea,centrale fin da subito è l'impegno filosofico della rivista, che si mostra aperta ad una molteplicità di tendenze di pensiero. Accanto a questioni teoriche vengono discussi anche problemi più drammatici della realtà italiana del tempo, come la questione meridionale.
Nel 1914 La Voce si scinde in due distinte riviste: da un lato "La Voce letteraria" sotto la direzione di Giuseppe De Robertis; dall'altro "La Voce Politica", periodico di propaganda interventista, antigiolittiana e antifascista diretto da Prezzolini, che chiuderà le pubblicazioni dopo solo un anno.
"La Voce Letteraria" di De Robertis assume invece un profilo di disimpegno politico, dichiarandosi a favore dell'arte per l'arte ossia del valore puro dell'espressione poetica. De Robertis, in particolare, sostiene il frammentismo lirico, cioè un'espressione poetica essenziale, in polemica con l'uso sovrabbondante della parola tipica dei dannunziani e dei futuristi.
Nell'editoriale di presentazione della rivista si afferma l'intento di essere onesti e sinceri. Tale sincerità, si tradurrà in una sostanziale propensione all'autobiografismo, mentre l'onestà imprimerà alle confessioni dei vociani un'inconfondibile cifra di lucida e radicale moralità.
La Voce esprime una forte esigenza di rinnovamento della cultura italiana entro una dimensione europea,centrale fin da subito è l'impegno filosofico della rivista, che si mostra aperta ad una molteplicità di tendenze di pensiero. Accanto a questioni teoriche vengono discussi anche problemi più drammatici della realtà italiana del tempo, come la questione meridionale.
Nel 1914 La Voce si scinde in due distinte riviste: da un lato "La Voce letteraria" sotto la direzione di Giuseppe De Robertis; dall'altro "La Voce Politica", periodico di propaganda interventista, antigiolittiana e antifascista diretto da Prezzolini, che chiuderà le pubblicazioni dopo solo un anno.
"La Voce Letteraria" di De Robertis assume invece un profilo di disimpegno politico, dichiarandosi a favore dell'arte per l'arte ossia del valore puro dell'espressione poetica. De Robertis, in particolare, sostiene il frammentismo lirico, cioè un'espressione poetica essenziale, in polemica con l'uso sovrabbondante della parola tipica dei dannunziani e dei futuristi.
"Fuori quadro" oggi in onda alle 13.25 su Rai 3
Oggi alle 13,25 su Rai 3 sarà trasmessa la seconda puntata di "Fuori quadro", programma di arte e cultura condotto da Achille Bonito Oliva. Nella puntata odierna, intitolata "Siamo tutti nervosi", il celebre critico ci racconterà i dolori e le ansie del XX secolo attraverso l'arte dei futuristi, di Edvard Munch, Jackson Pollock, Lucio Fontana e Mario Schifano.
Accadde oggi
"J’Accuse…! "è il titolo dell'editoriale scritto dallo scrittore francese Émile Zola in forma di lettera aperta al Presidente della Repubblica francese Félix Faure, pubblicato dal giornale socialista L'Aurore il 13 gennaio 1898, per denunciare pubblicamente le irregolarità e le illegalità commesse nel corso del processo contro Alfred Dreyfus, al centro di uno dei più famosi affaires della storia francese.La locuzione «j'accuse» è entrata nell'uso corrente della lingua italiana, per indicare un'azione di denuncia pubblica nei confronti di un sopruso o di un'ingiustizia.Nel 1894, il capitano dell'esercito Alfred Dreyfus, ebreo, in servizio presso il ministero della guerra francese, fu accusato di aver rivelato informazioni segrete all'Impero tedesco, in quel momento fortemente contrapposto alla Francia. Dreyfus fu accusato e condannato alla deportazione a vita sull'isola di Caienna. Dopo una forte ondata di antisemitismo che attraversò la Francia,lo scrittore Émile Zola si schierò a favore dell'ufficiale pubblicando un articolo in cui accusava i veri colpevoli di questo avvenimento e di questo falso processo. A causa del «J'accuse...!», Zola fu condannato a un anno di carcere e a tremila franchi di ammenda per vilipendio delle forze armate, in un processo che durò dal 7 al 23 febbraio 1898.
Accadde oggi
23 febbraio 1455: un orafo di Magonza, Johannes Gutenberg, realizzò il primo libro della storia stampato con la tecnica dei caratteri mobili.
Un copia della Bibbia di Gutenberg, conservata alla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti
Un copia della Bibbia di Gutenberg, conservata alla Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti
Valentino Silvio Bompiani (Ascoli Piceno, 27 settembre 1898 – Milano, 23 febbraio 1992)
Un editore è fatto più spesso di difetti che di qualità. Deve essere, per esempio, aggressivo, prepotente e colonialista. Deve spingere la propria ambizione fino alla vanità, per far propria la vanità segreta dello scrittore. Deve sapere mentire per poter sostenere anche i libri di cui non sia convinto. Deve, talvolta, dar credito più all'istinto che al raziocinio.
Valentino Bompiani
Valentino Bompiani
sabato 22 febbraio 2014
Schopenhauer
Imitare le qualità e le caratteristiche altrui è molto più vergognoso del portare abiti altrui: perchè è il giudizio della propria nullità espresso da se stessi.
Arthur Schopenhauer
Arthur Schopenhauer
Schopenhauer
L'egoismo ispira un tale orrore che abbiamo inventato le buone maniere per nasconderlo, ma traspare attraverso tutti i veli e si tradisce in ogni occasione.
Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, 1819
Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, 1819
Il dilemma dei porcospini
Alcuni porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.
Così il bisogno di società, che scaturisce dal vuoto e dalla monotonia della propria interiorità, spinge gli uomini l'uno verso l'altro; le loro molteplici repellenti qualità e i loro difetti insopportabili, però, li respingono di nuovo l'uno lontano dall'altro. La distanza media, che essi riescono finalmente a trovare e grazie alla quale è possibile una coesistenza, si trova nella cortesia e nelle buone maniere.
A colui che non mantiene quella distanza, si dice in Inghilterra: keep your distance! − Con essa il bisogno del calore reciproco è soddisfatto in modo incompleto, in compenso però non si soffre delle spine altrui. − Colui, però, che possiede molto calore interno preferisce rinunciare alla società, per non dare né ricevere sensazioni sgradevoli.
(Arthur Schopenhauer, Il dilemma dei porcospini
in Parerga e Paralipomena, 1851)
Così il bisogno di società, che scaturisce dal vuoto e dalla monotonia della propria interiorità, spinge gli uomini l'uno verso l'altro; le loro molteplici repellenti qualità e i loro difetti insopportabili, però, li respingono di nuovo l'uno lontano dall'altro. La distanza media, che essi riescono finalmente a trovare e grazie alla quale è possibile una coesistenza, si trova nella cortesia e nelle buone maniere.
A colui che non mantiene quella distanza, si dice in Inghilterra: keep your distance! − Con essa il bisogno del calore reciproco è soddisfatto in modo incompleto, in compenso però non si soffre delle spine altrui. − Colui, però, che possiede molto calore interno preferisce rinunciare alla società, per non dare né ricevere sensazioni sgradevoli.
(Arthur Schopenhauer, Il dilemma dei porcospini
in Parerga e Paralipomena, 1851)
Arthur Schopenhauer
In genere è consigliabile palesare la propria intelligenza con quello che si tace piuttosto che con quello che si dice. La prima alternativa è saggezza, la seconda è vanità.
Arthur Schopenhauer
Arthur Schopenhauer
Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860)
Le scene della nostra vita sono come rozzi mosaici. Guardate da vicino non producono nessun effetto, non ci si può vedere niente di bello finchè non si guardano da lontano.
Arthur Schopeanhauer
Arthur Schopeanhauer
Andy Warhol (Pittsburgh, 6 agosto 1928 – New York, 22 febbraio 1987)
"Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d'arte che si possa desiderare".
- Andy Warhol
- Andy Warhol
Nicola Gratteri
I cittadini che votano hanno diritto a sapere tutto delle persone che dicono di lavorare per il bene del Paese,è sbagliato mettere la sordina all’informazione: fanno bene in America a pubblicare tutti gli atti relativi alla vita di chi è stato votato dagli elettori a ricoprire incarichi pubblici.
- Nicola Gratteri
- Nicola Gratteri
venerdì 21 febbraio 2014
Luis Buñuel (Calanda, 22 febbraio 1900 – Città del Messico, 29 luglio 1983),
"Si deve incominciare a perdere la memoria, anche solo brandelli di ricordi, per capire che in essa consiste la nostra vita. Senza memoria la vita non è vita....La nostra memoria è la nostra coerenza, la nostra ragione, il nostro sentimento, persino il nostro agire. Senza di essa non siamo nulla..."
Luis Buñuel
Luis Buñuel
Luis Buñuel (Calanda, 22 febbraio 1900 – Città del Messico, 29 luglio 1983)
"Il cinema è un'arma magnifica e pericolosa, se a maneggiarla è uno spirito libero. E' lo strumento migliore per esprimere il mondo dei sogni, delle emozioni, degli istinti. Lo si direbbe inventato per esprimere la vita del subconscio, le cui radici penetrano così profondamente nella poesia. Non si creda, però che io sia un partigiano d'un cinema fondato esclusivamente sul fantastico e il mistero".
Luis Buñuel
Luis Buñuel
Luis Buñuel (Calanda, 22 febbraio 1900 – Città del Messico, 29 luglio 1983)
Non mi piacciono i detentori di verità, chiunque essi siano. Mi scocciano e al tempo stesso mi fanno paura. Sono (fanaticamente) antifanatico.
Luis Buñuel
Luis Buñuel
Chuck Palahniuk
Quando combatti qualcosa, non fai che renderla più forte. Non fare quello che vuoi. Fai quello che non vuoi. Fai quello che sei allenata a non volere. Il contrario della ricerca della felicità. Fai le cose che ti spaventano di più.
- C.Palahniuk, Invisible Monsters
- C.Palahniuk, Invisible Monsters
Chuck Palahniuk (Pasco, 21 febbraio 1962)
Dimenticare il dolore è difficilissimo, ma ricordare la dolcezza lo è ancora di più. La felicità non ci lascia cicatrici da mostrare.
- Chuck Palahniuk
- Chuck Palahniuk
Chuck Palahniuk (Pasco, 21 febbraio 1962)
"Mi piacerebbe tanto, un bel giorno, riuscire a vivere facendo cose giuste invece di limitarmi a non fare quelle sbagliate".
C.Palahniuk
C.Palahniuk
Chuck Palahniuk (Pasco, 21 febbraio 1962)
Ma le cose fragili, come un pensiero, un sogno, una leggenda, durano in eterno.
- Chuck Palahniuk, "Soffocare"
- Chuck Palahniuk, "Soffocare"
Nina Simone, nome d'arte di Eunice Kathleen Waymon (Tryon, 21 febbraio 1933 – Carry-le-Rouet, 21 aprile 2003)
Da bambina ho cantato insieme a mia madre e alle mie sorelle in chiesa, ma cantavo sempre a voce bassa. E non sapevo che con così poco avrei potuto emozionare qualcuno.
- Nina Simone
- Nina Simone
Nina Simone, nome d'arte di Eunice Kathleen Waymon (Tryon, 21 febbraio 1933 – Carry-le-Rouet, 21 aprile 2003)
La musica è un regalo e una difficoltà che ho avuto sin da quando riesco a ricordare di esistere.
- Nina Simone
- Nina Simone
Nikolaj Vasil'evič Gogol' ( Bol'šie Soročincy, 20 marzo 1809 – Mosca, 21 febbraio 1852)
Da tempo avevo il sospetto che i cani fossero più intelligenti degli uomini; ed ero perfino convinto che potessero parlare, ma che, soltanto, ci fosse in loro una specie di cocciutaggine. Sono dei grandi politiconi: osservano ogni cosa, non perdono una sola mossa di una persona.
Nikolaj Gogol , Il diario di un pazzo, in "I racconti degli Arabeschi
Nikolaj Gogol , Il diario di un pazzo, in "I racconti degli Arabeschi
giovedì 20 febbraio 2014
Brigitte Bardot stasera su LaEffe
Alle 21.15 su LaEffe sarà trasmesso "Brigitte Bardot", documentario che rivela tutti i lati segreti di una delle quindici donne più famose al mondo.
L'amore è la vita, è la cosa principale ( Majakovskij)
“L’amore è la vita, è la cosa principale. Dall’amore si dispiegano i versi, e le azioni, e tutto il resto. L’amore è il cuore di tutte le cose… Se il cuore interrompe il suo lavoro, anche tutto il resto si atrofizza, diventa superfluo, inutile. Ma se funziona non può non manifestarsi in ogni cosa. Senza di te (non senza di te “nella lontananza”, interiormente senza di te) io cesso di agire.”
— Vladimir Majakovskij
— Vladimir Majakovskij
Kurt Donald Cobain (Aberdeen, 20 febbraio 1967 – Seattle, 5 aprile 1994)
Preferisco essere odiato per ciò che sono, piuttosto che essere amato per ciò che non sono.
-Kurt Cobain
Kurt Donald Cobain (Aberdeen, 20 febbraio 1967 – Seattle, 5 aprile 1994)
L'arte è espressione, per esprimersi occorre il 100% di libertà e la libertà di esprimere la nostra arte è oggi in gran pericolo.
Kurt Cobain
Bari, opere d'arte contemporanea scambiate per rifiuti e gettate in discarica
Due opere d'arte contemporanea, dal valore di qualche migliaio di euro e realizzate col cartone e la carta di giornale, della mostra di Flip "Display Mediating Landscape"nella sala Murat di Bari, sono finite nella discarica per eccesso di zelo di una donna delle pulizie che le ha consegnate alla squadra della nettezza urbana che ha provveduto allo smaltimento.
Renato Dulbecco (Catanzaro, 22 febbraio 1914 – La Jolla, 20 febbraio 2012)
"Questa discussione sulla prevenzione del cancro è uno sviluppo dei risultati sperimentali ottenuti nel campo dei virus oncogeni, ma è anche fortemente influenzata dalla nuova coscienza sociale di molti scienziati. Storicamente, scienza e società hanno preso strade diverse, nonostante la società ha fornito i fondi necessari per la crescita della scienza e in cambio la scienza ha dato alla società tutti gli oggetti materiali di cui gode. Negli ultimi anni, tuttavia, la separazione tra scienza e società diventa eccessiva, e le conseguenze si fanno sentire soprattutto tra i biologi. Così, mentre passiamo la nostra vita a fare domande sulla natura del cancro e modi per prevenirlo o curarlo, la società produce allegramente sostanze oncogene e con queste riempie l'ambiente. La società non sembra preparata ad accettare i sacrifici necessari per una efficace prevenzione del cancro. La situazione è chiaramente inaccettabile, e noi biologi vorremmo vederla corretta. Abbiamo iniziato a mettere ordine in casa nostra, vietando alcuni esperimenti che possono contenere un certo rischio per l'umanità. Vorremmo vedere la società assumere un atteggiamento simile, abbandonando pratiche egoistiche che sono pericolose per la società stessa. Vorremmo anche vedere una nuova cooperazione tra scienza e società a beneficio di tutta l'umanità e speriamo che le forze dominanti nella società riconosceranno che questa è una necessità".
- Renato Dulbecco, nella sua Lezione da Nobel
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