mercoledì 30 dicembre 2020

Donne Illustri

 «La ricerca rimane fondamentale. Vediamo pazienti che vengono da tante parti. Ma siamo interessatissimi al dna della popolazione calabrese, che è particolare e variegato. Un esempio recente: c’è un gene coinvolto nell’Alzheimer di tipo genetico, l’App (proteina precursore della beta amiloide), di cui abbiamo identificato una mutazione che nel mondo stiamo descrivendo solo noi, e che si è originata proprio in Calabria. Questi studi non hanno un sapore localistico ma diventano scienza, patrimonio di tutti».

«Sono malattie complesse, ognuna nella sua specificità, con quadri clinici molti diversi e patogenesi che non sono state ancora comprese del tutto. Diciamo che nella ricerca c’è stata una semplificazione eccessiva a fronte di una complessità della malattia che non è stata studiata a sufficienza,però la ricerca è senza ombra di dubbio l’unico strumento che dà la speranza di un futuro. È sbagliato ridurre la malattia di Alzheimer al suo aspetto sociale. Perché è più che giusto che noi diamo a pazienti e famiglie l’afflato di una collettività intera che li sostiene. È necessario combattere lo stigma, cercare di “normalizzare” il più possibile la vita delle persone affette. Ma dobbiamo sempre pensare che siamo di fronte a una malattia».


Amalia Bruni, la scienziata calabrese che ha scoperto la  presenilina-1 , il "gene" più diffuso dell’Alzheimer.


Donne Illustri

 "Sono venuta in Italia a 18 anni e ho studiato qui; volevo fare agricoltura sostenibile nel mio paese, ma in Etiopia le multinazionali volevano sfruttare il territorio e il governo ci dava la caccia".

Agitu Ideo Gudeta, imprenditrice(Addis Abeba 1978 - Frassilongo 29 dicembre 2020).



lunedì 28 dicembre 2020

La campagna social del Mibact con le primule nell'arte

 Con una ricerca sul ‘fiore che annuncia la primavera’ condotta e condivisa da tutti i propri istituti, il Mibact  lancia attraverso i propri profili social una campagna di comunicazione digitale a sostegno della vaccinazione anti Covid 19.

La card dell’iniziativa di promozione raffigura un primo piano del busto e delle mani della “Dama col mazzolino” di Andrea Del Verrocchio, conservata al Museo Nazionale del Bargello, opera dalla quale ha tratto ispirazione l'architetto Stefano Boeri per l’ideazione del logo dei padiglioni per la campagna di vaccinazione che, da gennaio, saranno presenti in oltre mille piazze italiane.




Free Zhang Zhan

 “Forse ho un’anima ribelle… Sto solo documentando la verità. Perché non posso mostrare la verità.” 

Zhang Zhan, attivista e " citizen journalist"  condannata a quattro anni di carcere per aver documentato l' inizio della pandemia a Wuhan



Michel Petrucciani

 "Vivo in un mondo di giganti. Sono l'unico normale, ma devo compiacerli".

 Michel Petrucciani



lunedì 7 dicembre 2020

Umberto Galimberti

 Se è amore sconvolge la vita


Quando incontriamo l'amore non racchiudiamolo nei contatti fisici, non tratteniamolo nelle nostre difese, e neppure affoghiamolo nelle turbolenze dei nostri sentimenti. L'amore, comunque si presenti, apre un mondo: il mondo della vita ben diverso dalla semplice sopravvivenza. Ma per questo non dobbiamo leggere l'amore a partire dal nostro desiderio, che è troppo angusto per esserne all'altezza. Non possiamo attenderlo nelle modalità che ci siamo costruiti a partire dalla nostra educazione, dai nostri principi, dal concetto che abbiamo di noi, dalla letteratura che abbiamo frequentato, dall'esperienza che abbiamo maturato. L'amore ci chiede innocenza. Quella del bambino che si apre al mondo. Perché il dono che ci fa amore, non è la persona che lo suscita, ma il mondo che, attraverso quella persona, si dischiude ai nostri occhi. Un mondo mai visto perché le nostre difese, in quell'occasione, sono cadute. E, con le difese, anche i nostri modi, lussuriosi o pudichi, di concepire l'amore. Vertigine del pensiero che si trova tra pensieri mai pensati, tonalità affettive per le cose di tutti i giorni che, per consuetudine, prima ci erano indifferenti, luminosità dello sguardo che si è aperto in modo del tutto nuovo sul mondo, parole nuove rispetto a quelle abituali che prima dicevamo e sentivamo. La nostra anima, come effetto di ogni incontro d'amore, ci cede il suo segreto e ci fa conoscere quel mondo sconosciuto che noi siamo e, fino ad allora, ignoravamo. Questo è l'amore, e non l'altro che ci ama o non ci ama come vorremmo che lui ci amasse. Perché quando le nostre attese pregiudicano l'amore, già abbiamo perso l'innocenza, e con essa la chiave che ci porta alla scoperta di tutte le nostre parti segrete che, con l'avanzare degli anni, rischiano di morire senza essere mai nate. Ma per accedere ai doni dell'amore dobbiamo in qualche modo mettere da parte il nostro io e la nostra abituale visione del mondo, perché l'altra parte di noi stessi che pure invocava di vivere.

Umberto Galimberti


martedì 1 dicembre 2020

Alessandro D'Avenia

 "Dobbiamo smetterla di ridurre la scuola al medium che usiamo. La scuola è la relazione discepolo-maestro. Una relazione circolare che ha come obiettivo la crescita sia dell’uno che dell’altro. Se questo non accade, la relazione semplicemente non c’è, sia in presenza sia a distanza. La scuola è aperta solo dove questa relazione è viva. Abbiamo bisogno di una scuola che torni a dare centralità alla relazione, e invece la scuola di oggi, tra burocrazia e supplentite, è l’esatto contrario.

La Dad in molti casi è solo il

necrologio di un paziente moribondo,

in molti altri è un’occasione di

crescita straordinaria. Tutto dipende dalla relazione che avevamo prima

con i ragazzi".

Alessandro D'Avenia



giovedì 26 novembre 2020

Beppe Severgnini

 In Italia le norme non vengono rispettate come in altri Paesi: accettando una regola generale, ci sembra di far torto alla nostra intelligenza.

 Obbedire è banale, noi vogliamo ragionarci sopra. Vogliamo decidere se quella norma si applica al nostro caso particolare.

Beppe Severgnini



Rita Levi Montalcini

 Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai dovuto mostrare nulla, se non la loro intelligenza.


Rita Levi Montalcini.



Rita Levi Montalcini

 La testa.

C'è chi l'abbassa, chi la nasconde e chi la perde.

Io preferisco chi la usa.

Rita Levi Montalcini



lunedì 23 novembre 2020

Massimo Recalcati

 «Insegnare davanti ad uno schermo significa non indietreggiare di fronte alla necessità di trovare un nuovo adattamento imposto dalle avversità del reale testimoniando che la formazione non avviene mai sotto la garanzia dell’ideale, ma sempre controvento, con quello che c’è e non con quello che dovrebbe essere e non c’è»


Massimo Recalcati



domenica 22 novembre 2020

Ennio Flaiano

 Appartengo alla minoranza silenziosa. Sono di quei pochi che non hanno più nulla da dire e aspettano. Che cosa? Che tutto si chiarisca? L’età mi ha portato la certezza che niente si può chiarire: in questo paese che amo non esiste semplicemente la verità. Paesi molto più piccoli e importanti del nostro hanno una loro verità, noi ne abbiamo infinite versioni. Le cause? Lascio agli storici, ai sociologi, agli psicanalisti, alle tavole rotonde il compito di indicarci le cause, io ne subisco gli effetti. E con me pochi altri: perché quasi tutti hanno una soluzione da proporci: la loro verità, cioè qualcosa che non contrasti i loro interessi. 

Alla tavola rotonda bisognerà anche invitare uno storico dell’arte per fargli dire quale influenza può avere avuto il barocco sulla nostra psicologia.

In Italia infatti la linea più breve tra due punti è l’arabesco. Viviamo in una rete d’arabeschi.

Ennio Flaiano


domenica 1 novembre 2020

Addio a Gigi Proietti

 “Ringraziamo Iddio, noi attori, che abbiamo il privilegio di poter continuare i nostri giochi d'infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tutte le sere.”

Sei stato un grande, Gigi.



Massimo Recalcati

 Siamo di fronte ad un trauma collettivo. Nessuna difesa era possibile. L’evento che ci ha travolti – come avviene in ogni trauma – è stato un evento inatteso, imprevedibile, ingovernabile. Ci ha fatto sentire tutti inermi. Ma questo trauma non si può sconfiggere se non insieme. Il virus segna la morte definitiva dell’ideologia individualista. La libertà non è una proprietà individuale. Nessuno si salva da solo. La libertà nella sua cifra più alta è solidarietà. Questa è la lezione traumatica di questo virus.

(Massimo Recalcati)




lunedì 26 ottobre 2020

Umberto Galimberti

 Socrate diceva non so niente,

 proprio perché se non so niente problematizzo tutto.

La filosofia nasce dalla problematizzazione dell'ovvio: non accettiamo quello che c'è, perché se accettiamo quello che c'è, ce lo ricorda ancora Platone, diventeremo gregge, pecore.

Ecco: non accettiamo quello che c'è.

Umberto Galimberti



Carlo Collodi

 Insegui ciò che ami, o finirai per amare ciò che trovi.

Carlo Collodi




Trilussa

 


giovedì 24 settembre 2020

Antonio Tabucchi

 «Penso che l’herpes sia un po’ come il rimorso, se ne sta addormentato dentro di noi e un bel giorno ci sveglia e ci attacca, poi torna a dormire perché noi siamo riusciti ad ammansirlo, ma è sempre dentro di noi, non c’è niente da fare contro il rimorso.»


― Requiem, Antonio Tabucchi


Francis Scott Fitzgerald

 Poi la baciò. Al tocco delle sue labbra sbocciò per lui come un fiore e l’incarnazione fu completa.


(Francis Scott Fitzgerald)




Antonio Tabucchi

 A volte una soluzione sembra plausibile solo in questo modo: sognando. Forse perché la ragione è pavida, non riesce a riempire i vuoti fra le cose, a stabilire la completezza, che è una forma di semplicità, preferisce una complicazione piena di buchi, e allora la volontà affida la soluzione al sogno.

Antonio Tabucchi, Rebus - Piccoli equivoci senza importanza



Antonio Tabucchi

 "La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro".

Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira


mercoledì 23 settembre 2020

Wislawa Szymborska

 L’odio in ogni istante è pronto a nuovi compiti. Lo dicono cieco. Cieco? Ha vista acuta del cecchino e guarda risoluto al futuro.

Wislawa Szymborska



Antonio Tabucchi


 Vorrei proprio scriverti una lettera, un giorno, una lettera totale, una lettera vera e totale, ci penso, e penso come essa sarebbe se te la scrivessi: sarebbe scritta con parole semplici e ricorrenti, diventate usate da quante persone le hanno dette e quasi ingenue, seppure frementi della passione di un tempo. (...) Essa ti direbbe che io sono ancora io, e che mantengo sogni. (...) E poi ti direi che le serate sono lunghe, lunghissime, quasi infinite, e languide, ma che il mio cuore reagisce come una volta, e a volte a una musica, a un suono, a una voce che passa per strada comincia a battere all’impazzata, sembra un cavallo al galoppo. (...) Penso che ti scriverei che non sapevo che il tempo non aspetta, davvero non lo sapevo, non si pensa mai che il tempo è fatto di gocce, e basta una goccia in più perché il liquido si sparga per terra e si allarghi a macchia e si perda. E ti direi che amo, che amo ancora, anche se i sensi sembrano stanchi, perché lo sono, e quel tempo che era così rapido e impaziente, ora è lunghissimo da passare in certe ore del pomeriggio. (...) E ti direi anche che ti aspetto, anche se non si aspetta chi non può tornare, perché per tornare ad essere ciò che fu dovrebbe essere ciò che fu, e questo è impossibile. Ma ti direi: guarda, quello che c’è stato in tutto questo frattempo, che sembra così impossibile da perforare come quando la trivella incontra uno strato di granito, ebbene tutto questo è niente, non sarà affatto un ostacolo impossibile da superare quando leggerai la lettera che un giorno ti scriverò, vedrai, una lettera a cui ho sempre pensato, che mi ha accompagnato per tutto questo tempo, una lettera che ti devo e che scriverò davvero, puoi starne certa, te lo prometto.


- Antonio Tabucchi, Si sta facendo sempre più tardi

Antonio Tabucchi

 Era una bella giornata, e le bancarelle dei bouquinistes erano aperte. Mi soffermai davanti a una che oltre a libri usati vendeva soprattutto vecchie riviste, menù di ristoranti ormai scomparsi, vecchie stampe, e vidi un'immagine che mi colpì. Era una fotografia formato cartolina e raffigurava un uomo che abbraccia una donna. La donna è ritratta di spalle e indossa un vestito nero scollato a v. Ha in testa una cappello bianco che è contemporaneamente la sua testa e la testa dell'uomo che l'abbraccia, perché esso nasconde i volti. Lui si afferra a lei con un abbraccio spasmodico, come un naufrago attaccato a una roccia, si direbbe. Il corpo della donna non manifesta alcuna visibile emozione, lei fa solo un piccolo gesto con la mano destra, ma non si capisce bene se è un gesto di protezione e tenerezza per l'uomo che l'abbraccia, oppure se sta semplicemente reggendo la falda del cappello che il vento potrebbe far volare via.Intorno a quei corpi fusi in un abbraccio, il grigio del cielo (era una foto in bianco e nero) e un orizzonte vuoto. Quello che mi colpì non fu solo la forza dell'immagine, cioè un momento di vita rapito da un'istantanea, ma anche il "mistero" di quell'abbraccio. Di cosa si trattava? Qual era il segreto di quell'abbraccio così drammatico? La foto costava pochi franchi. La comprai. Sul retro era indicato il nome del fotografo, o meglio, un cognome senza il nome dei battesimo (Kuligowski), il luogo dove era stata ripresa l'immagine (Château-Landon), la data (1978), e il titolo: Couple.E poi, accanto al simbolo del copyright, il nome duna piccola casa editrice (o stamperia) che con tutta probabilità era specializzata in cartoline, calendari e altre piccole pubblicazioni di questo tipo. Quell'immagine, che misi nella mia agenda, mi ha accompagnato per molti anni, seguendomi anche in lontani viaggi. E durante tutti questi anni non ho mancato di porre il quesito che quell'immagine contiene a chi mi era vicino: mia moglie, i miei figli, amici di vari paesi. Di cosa si tratta, secondo te? Di un addio? Di un ritorno? E chi è ritornato, o chi sta partendo, lui o lei? Oppure: e se invece questo disperato abbraccio nascondesse una sciagura?Se, supponiamo, si trattasse di un padre e di una madre (dai corpi si capisce che sono persone mature) e lui avesse saputo di una disgrazia che li riguarda; sua moglie è a una festa, ignara, sta bevendo un cocktail in un giardino, chiacchiera con gli altri invitati, e all'improvviso lui arriva, l'abbraccia, il loro figlio è morto in un incidente, lui lo sa, ma come si fa a dire a una donna che sta bevendo un cocktail in un giardino che suo figlio è appena morto? Nel febbraio del 2001 l'editore Feltrinelli mi chiese se avevo suggerimenti per la copertina di Si sta facendo sempre più tardi che stava per uscire.Senza sapere bene perché pensai che la fotografia che avevo portato con me per tanto tempo avesse qualcosa a che vedere col libro che avevo scritto. L'editore riuscì a rintracciare la casa editrice che possedeva i diritti, e l'immagine poté essere utilizzata per la copertina. Io, invece, in tutti quegli anni, avevo tentato di reperire notizie sul fotografo, ma senza esito: risultava sconosciuto anche nelle migliori librerie specializzate.Forse si trattava semplicemente di una bella e casuale immagine che era stata scelta per una cartolina. Il libro uscì in francese l'anno seguente (gennaio 2002) presso il mio editore di sempre (Christian Bourgois), con la stessa copertina. A metà gennaio Christian mi propose di fare una seduta di firme in una libreria vicino alla Sorbona. Era un pomeriggio piovoso e nella libreria c'era un certo numero di persone che avevano acquistato il libro e che mi aspettavano affinché lo firmassi. Seduto a un tavolino cominciai ad assolvere il mio compito, che durò un certo tempo.Quando tutti erano partiti si presentò un signore non più giovane, alto, dall'aspetto elegante. Gli chiesi a chi dovevo dedicare il libro. "Kuligowski" rispose. "Come il fotografo?, chiesi con una certa sorpresa. "Come il fotografo", confermò il signore. A quel punto la mia curiosità ebbe il sopravvento. "Scusi", chiesi, "ma lei è parente del fotografo?". "Io sono il fotografo", rispose lui con aria imperturbabile. Mi alzai, ci scambiammo una stretta di mano, chiamai Maria José e Dominique e Christian Bourgois: "Venite, ho trovato il fotografo, c'è qui il signor Kuligowski!".Facemmo un brindisi, seguirono complimenti, domande d'obbligo: perché non si era mai fatto vivo, se aveva ricevuto il compenso dovuto, cose così. Tutto a posto, confermò il signor Kuligowski. E poi disse che gli sarebbe piaciuto farmi un ritratto, e farlo anche al mio editore: io e Christian che gli lasciamo telefono e indirizzo, grazie, per noi sarebbe un onore, e il signor Kuligowski che fa per accomiatarsi con gentilezza, scusatemi, ma ora devo andare, è stato un vero piacere. Eh no, signor Kuligowski, gli dico accompagnandolo verso l'uscita, scusi, ma non può andarsene così, la sua fotografia mi ha sollevato talmente tante ipotesi in questi anni, è davvero misteriosa, ma di cosa si tratta? quel disperato abbraccio, o almeno a me sembra disperato, cos'è?E il signor Kuligowski, con la sua aria imperturbabile, ormai sulla porta: "Un remariage, c'était un remariage". Probabilmente legge sul mio viso la sorpresa e allora precisa: negli anni settanta, lui di professione faceva il fotografo di matrimoni, battesimi e cerimonie del genere, quei due erano una coppia che aveva divorziato anni addietro e poi, passato il tempo, avevano deciso di risposarsi. "Succede, sa?".”


Antonio Tabucchi




Zygmunt Bauman

 Le comunità virtuali che hanno sostituto quelle naturali, creano solo l'illusione di intimità e una finzione di comunità. Non sono validi sostituti del sedersi insieme ad un tavolo, guardarsi in faccia, avere una conversazione reale. Né sono in grado queste comunità virtuali di dare sostanza all'identità personale, la ragione primaria per cui le si cerca. Rendono semmai più difficile di quanto non sia già accordarsi con se stessi.


Le persone camminano qua e la con l'auricolare parlando ad alta voce da soli, come schizofrenici, paranoici, incuranti di ciò che sta loro intorno. L'introspezione è un'attività che sta scomparendo. Sempre più persone, quando si trovano a fronteggiare momenti di solitudine nella propria auto, per strada o alla cassa del supermercato, invece di raccogliere i pensieri, controllano se ci sono messaggi sul cellulare per avere qualche brandello di evidenza che dimostri loro che qualcuno da qualche parte, forse li vuole o ha bisogno di loro.


Zygmunt Bauman




Chiara Ferragni

 "Nella nostra società, se sei una donna devi fare il doppio, forse il triplo della fatica. E le sfide giornaliere sono infinite. Per fortuna oggi le donne iniziano a essere considerate in maniera diversa e il discorso della parità è sul tavolo, lì davanti a tutti. Ma non basta. Io sono una privilegiata, sono in una posizione di potere e posso dire la mia sempre. Ma non è così per tutte, soprattutto perché le donne, a differenza degli uomini, sono chiamate a fare compromessi. Ecco, non fate compromessi, perché gli uomini non li fanno".

Chiara Ferragni




martedì 15 settembre 2020

Oriana Fallaci

 Le scelte sono senza scampo, non le puoi mai fare per delega, e quando scegli qualcuno ti può anche fare coraggio, aiutare a capire, ma decidere, a scegliere, a rischiare si resta sempre da soli.

Oriana Fallaci



lunedì 14 settembre 2020

Liliana Segre

 “Cari ragazzi, tocca a voi. Prendete per mano i vostri genitori, i vostri professori. In questo momento d’incertezza prendete per mano l’Italia. Io provo ancora speranza”.

Liliana Segre



giovedì 10 settembre 2020

Accadde oggi

 11 settembre.

Oltre 30.000 morti accertati.

Oltre 600.00 persone torturate.

Questi sono i numeri principali dell'11 settembre 1973, una data troppo spesso dimenticata e poi sorpassata dalla capacità mediatica dell' 11 settembre 2001.

Il golpe dell' 11 settembre 1973 portò al potere Pinochet con l’esplicito aiuto e contributo determinante degli USA.




Philippe Daverio

 "Andate a vedere una cosa. Guardatela a fondo, e questa cosa racconterà molto di più di tante cose viste superficialmente, l'una dopo l' altra". 

Philippe Daverio




Liliana Segre

 "Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l'indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare".

Liliana Segre 

Buon novantesimo compleanno, straordinaria Donna!



mercoledì 9 settembre 2020

Anna Karenina

 “Ma in lei c’era qualcosa che la metteva al di sopra del suo ambiente: in lei c’era lo splendore di un brillante autentico in mezzo a brillanti falsi. Questo splendore le veniva dagli occhi bellissimi e veramente misteriosi. Lo sguardo stanco e nello stesso tempo appassionato di quegli occhi colpiva per la sua assoluta schiettezza. Guardandola negli occhi pareva di leggere nella sua anima, e conoscerla significava amarla.”

"Anna Karenina", Lev Tolstoj




Guerra e pace

 L’amore impedisce la morte.

L’amore è vita.

Tutto, tutto ciò che io capisco, lo capisco solamente perché amo.

È solo questo che tiene insieme tutto quanto.

L’amore è Dio, e il morire significa che io, una particella dell’amore, ritorno alla sorgente eterna e universale.

Lev Tolstoj,  “Guerra e pace”




Stasera in tv

 Stasera alle 21.25 su RAI 1 sarà trasmesso 

"Il diritto di contare" , film statunitense del 2016 diretto da Theodore Melfi.


Il film, basato sul libro omonimo di Margot Lee Shetterly, racconta la storia vera della matematica, scienziata e fisica afroamericana Katherine Johnson, che collaborò con la NASA, sfidando razzismo e sessismo, tracciando le traiettorie per il Programma Mercury e la missione Apollo 11.




Massimo Gramellini

 "Qualcuno ti dirà che la scuola serve solo se riesce a trovarti un lavoro. Non credergli. La scuola serve se riesce a fornirti gli strumenti per gestire un sentimento, smascherare un ciarlatano e ammirare un tramonto, non solo una vetrina".

Massimo Gramellini, Prima che tu venga al mondo



Andrea Camilleri

 Non basta leggere,

 bisognerebbe anche capire. Ma capire è un lusso che non tutti possono permettersi.

Andrea Camilleri



Concita De Gregorio

 L'assenza è una presenza costante: ti sfida in un corpo a corpo quotidiano, ti assedia. Ti vuole nella lotta, misura il tuo respiro. La nostalgia è fisica, poi. E' proprio impossibile colmare la mancanza di un corpo vivo: quell'odore, quella morbidezza della pelle, quella voce quando ti chiama. Quel tipo di resistenza docile all'abbraccio, quel modo di piegare il collo. Non c'è niente, nessuno che possa sostituire l'assenza di qualcuno.


Concita De Gregorio,  Mi Sa Che Fuori è Primavera



Commedia greca antica

 

La democrazia non è per gente educata e istruita: è per gli analfabeti e i fetenti.

Aristofane, [Ἱππεῖς, Hippeîs, 424 a.C.], Cavalieri



Philippe Daverio

 Bisogna convincere gli italiani a riappropiarsi del proprio patrimonio. Senza banalità tipo "l'arte è il petrolio dell'Italia". I beni culturali servono a fare gli italiani, non i turisti. Quelli vengono dopo.

Philippe Daverio



Dacia Maraini

 Per me l'amore è anche questo: stare vicini senza dirsi niente. Ci sono dei momenti in cui le parole fanno cilecca, sembrano senza vita in un rapporto d'amore.

Dacia Maraini



Alessandro Gassman

 "Non odiare,” dovrebbe essere l’undicesimo comandamento. È importante, tanto più ora dove odio e violenza verbale (e non) sono sempre più presenti e l’avversario è sempre un nemico di abbattere. Chi ha la possibilità e la cultura per discernere deve metterci la faccia, favorire il dialogo. Non siamo bestie, possiamo ragionare. Sta scomparendo la generazione che visse gli orrori del fascismo e della guerra. Maestri preziosi come Camilleri, luce che ci manca molto. Lo stiamo già capendo ora con gli effetti della pandemia.

Vedo un clima pericoloso. Il virus ha acuito problemi e difetti. La crisi economica è pesante, per alcuni terribile. Siamo un paese impaurito e disinformato, quello con meno laureati d’Europa. Abbiamo già dimostrato di essere capaci di pagine orrende, complici ignoranza e paura.

Alessandro Gassman



Anna Karenina

 

Non c’era risposta, eccetto quella generica risposta che la vita dà ai problemi più complicati e insolubili. La risposta è questa: bisogna vivere delle esigenze della giornata, ossia dimenticare.

Lev Tolstoj, Anna Karenina

martedì 8 settembre 2020

Isabel Allende

 Nulla è pericoloso quanto il potere associato all’impunità.

Isabel Allende



A Willy

 "Nel corso di un'assurda e brutale rissa é morto, massacrato di botte, un bravo ragazzo  intervenuto per sedare gli animi.

Da quel momento un sorriso che rideva alla vita ed il suo sogno di diventare un giocatore di calcio, della sua squadra del cuore, hanno cessato di esserci...

Non si può morire a 21 anni con ancora tutta la vita davanti perchè  pestati da un  branco...

Un mio piccolo pensiero a questo Grande Ragazzo ed alla sua giovane vita, ricordandolo attraverso la sua grande passione e le parole del poeta Francesco De Gregori.

Che la terra ti sia lieve, Willy Monteiro Duarte⚘".

- Noemi Cagnazzo


Andrea Camilleri

 Gli sms, le e-mail finiranno con l’uccidere la corrispondenza tradizionale? Oggi la comunicazione della perdita del lavoro o della fine di un amore o della scomparsa di una persona cara avviene attraverso la brutale concisione alla quale questi mezzi quasi ci costringono.

 Gli innamorati non perdono tempo a scrivere “ti voglio bene”, mandano una sigla, tvb. E se si vuole far partecipi gli amici di un dolore o di una gioia, basta inviare loro il disegnino che mostra un faccino triste o sorridente. L’omologazione assoluta. Spero che i poeti, gli scrittori, gli artisti, gli scienziati continuino a scrivere lunghe lettere agli amici, ai colleghi, alle loro donne. Altrimenti i nostri posteri non capiranno nulla dei nostri sentimenti, di com’eravamo. (Andrea Camilleri)


mercoledì 26 agosto 2020

Il mestiere di vivere

 La strategia amorosa si sa adoperare soltanto quando non si è innamorati.


Cesare Pavese, Il mestiere di vivere



Cesare Pavese e Fernanda Pivano

 Cara Fern,


la Sua lettera mi ha molto commosso e se potessi prenderei subito il treno per provarLe che non è vero che la circondi il gelo e l'ostilità. Ma non capisco perché si trovi tanto male proprio adesso che sa che sa di poter lavorare nove ore al giorno e quindi pressoché mantenersi. Non ha sempre aspirato all'indipendenza? A meno che Le succeda come a tutti: una volta ottenutala, non sa più che farne. Si ritorna cioè a quanto Le ho sempre consigliato:


Si faccia una vita interiore - di studio, di affetti, d'interessi umani che non siano solamente di "arrivare" ma di "essere" - e vedrà che la vita avrà un significato.


Cara Fern, la solitudine che Lei sente, si cura in un solo modo, andando verso la gente e «donando» invece di «ricevere». (È la solita sacrosanta predica). Non che io aneli di essere quello a cui Lei dovrebbe donare - tanto più che i doni che Lei potrebbe farmi non sarebbero ancora la soluzione ma aumenterebbero il pasticcio. Si tratta di un problema morale prima che sociale e Lei deve imparare a lavorare, a esistere, non solo per sé ma anche per qualche altro, per gli altri.


Fin che uno dice «sono solo», sono «estraneo e sconosciuto», «sento il gelo», starà sempre peggio. E' solo chi vuole esserlo, se ne ricordi bene. Per vivere una vita piena e ricca bisogna andare verso gli altri, bisogna umiliarsi e servire. E questo è tutto.


La nostra posizione qui è molto precaria. Il padrone ogni tanto fa progetti per riportare la baracca in Piemonte - che non mi dispiacerebbe. Ma intanto - tira e molla - non faccio più niente e non ho più pace. La smetta con quella stupida storia dell'assegno. Pensi piuttosto a tradurre l' Addio, e con l'assegno si comperi un monopattino.


Coraggio e arrivederci."


Cesare Pavese a Fernanda Pivano



Cesare Pavese

 "Una beffarda legge della vita è la seguente: non chi dà ma chi esige, è amato. Cioè, è amato chi non ama, perché chi ama dà. E si capisce: dare è un piacere più indimenticabile che ricevere; quello a cui abbiamo dato, ci diventa necessario, cioè lo amiamo. Il dare è una passione, quasi un vizio. La persona a cui diamo, ci diventa necessaria.”

Cesare Pavese



Il mestiere di vivere

 L'arte di non farci mai avvilire dalle reazioni altrui, ricordando che il valore di un sentimento è giudizio nostro poiché saremo noi a sentircelo, non chi interviene. L'arte di mentire a noi stessi sapendo di mentire.


L'arte di guardare in faccia la gente, compresi noi stessi, come fossero personaggi di una nostra novella. L'arte di ricordare sempre che, non contando noi nulla e non contando nulla nessuno degli altri, noi contiamo più di ciascuno, semplicemente perché siamo noi.


CESARE PAVESE, Il mestiere di vivere



Cesare Pavese

 Sei venuta dal mare. Tutto accogli e scruti e respingi da te come il mare. Nel cuore hai silenzio, hai parole inghiottite. Sei buia. Per te l’alba è silenzio. Sei la camera buia cui si ripensa sempre, come il cortile antico dove s’apriva l’alba.


Cesare Pavese