"Era dunque stato un amore così piccolo, il suo, se già poteva comportarsi con tanta freddezza? O era stato piuttosto l'allucinazione di un amore inventato? Ma a questa domanda, irritata, scaraventò i pantaloni nella valigia. Allucinazione! Realtà! Che differenza passa tra l'allucinazione e realtà se nella allucinazione vedi e soffri le medesime cose che vedi e soffri nella realtà? Tutti gli ipocriti che hanno amato qualcuno ed ora non lo amano più si difendono dicendo che non si trattava di vero amore: quasi che rinnegare qualcosa di morto sia più dignitoso che ammettere la propria sconfitta."
sabato 25 febbraio 2017
Amos Oz
Non poche donne sono attratte dagli uomini dispotici.
Come le farfalle con il fuoco.
Mentre ci sono donne che hanno bisogno non di un eroe
e nemmeno di un amante focoso, hanno bisogno più di tutto
di un amico.
E ricorda che l’amicizia fra una donna e un uomo è cosa
rara e preziosa, assai più dell’amore: l’amore è in fondo
una cosa piuttosto rustica, financo grezza, al confronto
con l’amicizia. L’amicizia ha in sé anche una misura
di finezza intellettuale, e di disponibilità generosa, e un
sofisticato senso della misura.
martedì 21 febbraio 2017
Anäis Nin
L'amore non muore mai di morte naturale. Muore per abbandono, per cecità, per indifferenza, per averlo dato per scontato, per inanità, per non essere stato coltivato. Le omissioni sono più letali degli errori consumati.
Anäis Nin
Anaïs Nin
Ci sono abissi in cui
la maggior parte
degli esseri umani
non osa scendere.
Sono gli inferni
della nostra vita istintiva,
il viaggio nei nostri incubi
necessario
per rinascere.
Anaïs Nin
Anaïs Nin
Capisco la solitudine meglio di chiunque altro al mondo,
ecco perché rispondo alle lettere
e quando mi parli
della pochezza delle gente che ti circonda.
Ricordo i momenti e i posti che non donavano vita.
Devi proprio rimanere li?
Bisognerebbe fare uno sforzo coraggioso
per lasciare i posti vuoti o solitari.
La vita è troppo preziosa.
Guardando al passato mi rendo conto
che siamo noi a creare il nostro destino
e i suoi aspetti negativi con la nostra passività.
Non dovremmo mai accettare la povertà della vita.
So che è difficile affrontare l’ignoto,
trovarsi un altro lavoro,
o un altro modo di vivere
Ma se dipende solo da te,
non accettare il vuoto
(Anaïs Nin)
domenica 19 febbraio 2017
Umberto Eco
Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta. Il coltello viene inventato prestissimo, la bicicletta assai tardi. Ma per tanto che i designer si diano da fare, modificando qualche particolare, l’essenza del coltello rimane sempre quella. Ci sono macchine che sostituiscono il martello, ma per certe cose sarà sempre necessario qualcosa che assomigli al primo martello mai apparso sulla crosta della terra. Potete inventare un sistema di cambi sofisticatissimo, ma la bicicletta rimane quel che è, due ruote, una sella, e i pedali. Altrimenti si chiama motorino ed è un’altra faccenda.
L’umanità è andata avanti per secoli leggendo e scrivendo prima su pietre, poi su tavolette, poi su rotoli, ma era una fatica improba. Quando ha scoperto che si potevano rilegare tra loro dei fogli, anche se ancora manoscritti, ha dato un sospiro di sollievo. E non potrà mai più rinunciare a questo strumento meraviglioso. La forma-libro è determinata dalla nostra anatomia. Ce ne possono essere di grandissimi, ma per lo più hanno funzione di documento o di decorazione; il libro standard non deve essere più piccolo di un pacchetto di sigarette o più grande de L’Espresso. Dipende dalle dimensioni della nostra mano, e quelle, almeno per ora, non sono cambiate, con buona pace di Bill Gates.
E’ vero che la tecnologia ci promette delle macchine con cui potremmo esplorare via computer le biblioteche di tutto il mondo, sceglierci i testi che ci interessano, averli stampati in casa in pochi secondi, nei caratteri che desideriamo, a seconda del nostro grado di presbiopia e delle nostre preferenze estetiche, mentre la stessa fotocopiatrice ci fascicola i fogli e ce li rilega, in modo che ciascuno possa comporsi delle opere personalizzate. E allora? Saranno scomparsi i compositori, le tipografie, le rilegatorie tradizionali, ma avremmo tra le mani, ancora e sempre, un libro.
Umberto Eco, da una Bustina di Minerva del 1994
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