"Io non saprò mai niente di lui; il mio linguaggio sarà sempre confuso e io non potrò mai produrre altro che una parola vuota. Nella mia vita, io incontro milioni di corpi; di questi milioni io posso desiderarne delle centinaia; ma, di queste centinaia, io ne amo uno solo. Mi si dice: questa specie di amore non dà frutti. Ma come poter valutare ciò che fruttifica? Perchè ciò che dà frutti è un bene? Perchè durare è meglio che bruciare?
E poi vi è quest'abbraccio, che è una stretta immobile: siamo ammaliati, stregati: siamo nel sonno, senza dormire. Tutto rimane sospeso: il tempo, la legge, la proibizione. Niente si esaurisce, niente si desidera.
Ogni volta sul suo volto leggo la sua innocenza – egli non sa il male che mi fa, o, per dirla con meno enfasi, i problemi che mi crea. Non si muore di dolore, altrimenti morirei in quest'istante. Sto aspettando un arrivo, un ritorno, un segnale promesso. L'attesa è un incantesimo: io ho avuto l'ordine di non muovermi. “Sono innamorato? Sì, poiché sto aspettando."