Cesare Pavese e Constance Dowling nel 1950
venerdì 9 settembre 2016
Maurizio Marino
Caro Cesare Pavese,
sono il professor
Vittorini Leonardo. E dedico a te questo gesto di salvezza a cui ho assistito
oggi, a te che invece hai pizzicato la corda in culo al mondo e la corda in
culo al mondo ha risuonato cupa il verso nero del mare lento. Te la sei rotta
in due, la schiena, Pavese, a tradurre gli americani: c’hai vinto il premio di
un viaggio al confino che ti saresti ben risparmiato.
Le langhe che suono
hanno, che suono fanno? Le langhe lo battono il tempo del mare nero, del male
dentro? Al confino, al confino. Coi libri dentro alla giacca hai alzato gli
occhi che ti erano rimasti tristi nonostante il nome fiero. Non so se ti
ricordi di Tito tra i Cesari il più bello. Non so se ti ricordi di Svetonio che
scrive la vita di Tito. E Tito che fa? Rivive, sopravanza. Ti riscrivo per
tenerti in vita. Ci resta la speranza d’un fiato di parole. Oltre la porta c’è
una stanza dove s’annida il nero. Lontano resta il bisbiglio di uomini in
dialetto e passi lenti. Li senti, Cesare Pavese?
C’hai acceso gli
orizzonti coi tuoi racconti, e le parole in fila ai versi lunghi. Eri a
Brancaleone per un errore. Ti sei trafitto gli occhi con tutto quel nero
davanti. Tanto che manco lo guardavi, il mare. Te ne sei andato dal barbaglio
accecante delle Langhe, dai bianchi soffocanti delle nebbie per aver parlato
con Ginzburg, con Spinelli e il regime t’ha scoperto. In punizione, fino a
Brancaleone. Il confine è qui: pullula di mare. Di notte si sveste e cresce con
l’amore della luna. Senza falò, per pudore. Così nessuno ci vede.
Te ne sei andato, Cesare
Pavese, insieme a quelli come te: il nero s’impiglia sempre dentro a un non so
che, Pavese. Il millenovecentotrentacinque, Cesare, è stato lungo e lento, a
Brancaleone. A partire dall’estate e forse non è più finito. Hai letto,
quell’anno? hai scritto, Pavese? quanto t’è durato? i calabresi c’hanno provato
ad allietartelo. Ma niente.
Il tedio prende sempre il
sopravvento, Cesare. Lo spleen t’ha arrovellato. Ha bruciato fino al condono. E
te ne sei tornato alla tua terra. Un tuo amico, Davide Lajolo, t’ha ricordato
nel Vizio assurdo. C’hai portato a spasso con Dos Passos, Pavese. Niente
pettegolezzi, come c’hai lasciato scritto sull’ultimo pezzetto di carta. Quella
notte d’agosto del millenovecentocinquanta. Una bustina di sonnifero di troppo,
per terra.
Stasera in tv
Alle 21.10 su Rai 3 sarà trasmesso"Anni felici", film del 2013 diretto da Daniele Luchetti che ha come protagonisti Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti. Il film è stato presentato in anteprima all'edizione 2013 del Toronto International Film Festival.
Cesare Pavese
Immortale è chi accetta l'istante. Chi non conosce più un domani.
— | Cesare Pavese - Dialoghi con Leucò |
giovedì 8 settembre 2016
Virna Lisi
Anche io chiudo i rapporti da un momento all’altro. Se sento odore di cattiveria gratuita, cancello dal mio orizzonte le persone – anche quelle frequentate a lungo – e faccio finta di non averle mai conosciute. In questa pratica ho un vero talento. Sono bravissima. E non mi pento mai.
— | Virna Lisi |
martedì 6 settembre 2016
Evita Greco
"Aveva capito che le cose,quando finiscono, lo fanno in silenzio.
Mentre quelle che iniziano fanno un rumore bellissimo".
-Evita Greco, Il rumore delle cose che iniziano
Mentre quelle che iniziano fanno un rumore bellissimo".
-Evita Greco, Il rumore delle cose che iniziano
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