Il titolo del film è la traduzione italiana di un'espressione africana sentita dal protagonista Sandro da un migrante incontrato nella sua città. Il detto vuole significare che la stessa nascita segna il passaggio ad una vita difficile che devi affrontare con le tue forze e a cui non puoi sfuggire nascondendoti, evitando di fare le tue scelte.
Il film, che tratta il problema dell'emigrazione clandestina, è stato presentato in concorso al 58º Festival di Cannes.
A proposito di questa opera, il regista Marco Tullio Giordana ha dichiarato: «Volevo raccontare con gli occhi ancora innocenti e perfino riconoscenti di un bambino che è stato salvato da loro chi sono questi migranti. Sandro scopre che sono molto simili a lui, che sono governati dagli stessi sentimenti, che può nascere l'amicizia, l'amore, il bisogno l'uno dell'altro, in modo assolutamente sincero».