Generale, il tuo carro armato è una macchina potente
spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
Ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido di una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
Ha bisogno di un meccanico.
Generale, l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.
Bertolt Brecht
Potessi tu trasformare il mondo, perché
con te stesso essere troppo buono?
Tu chi sei?
Affoga nella lordura,
Abbraccia il boia, ma
Trasforma il mondo: ne ha bisogno!
Il mio pane lo mangiai tra le battaglie.
Per dormire mi stesi in mezzo agli assassini.
Bertolt Brecht
"Credo che non ti amerei tanto se in te non ci fosse nulla da lamentare, nulla da rimpiangere. Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno mai inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita".
- Boris Pasternak, Il Dottor Zivago
"Febbraio. Prender l'inchiostro e piangere!
Scrivere di Febbraio a singhiozzi,
finché il tempo piovoso scrosciante
brucia come una fosca primavera.
Prendere una carrozza. Per sei soldi
fra scampanio e stridere di ruote
recarsi là dove la pioggia torrenziale
strepita più che di lacrime ed inchiostro.
Dove, come pere incenerite,
dagli alberi mille cornacchie
cadranno nelle pozze rovesciando
una secca mestizia sul fondo degli occhi.
Nereggiano di sotto gli spazi disgelati,
e il vento è solcato dai gridi,
e quanto più a caso, tanto più esattamente
si compongono i versi a singhiozzi".
- Boris Pasternak
"Ecco di chi sono geloso in modo folle, irrimediabile".
"Che dici? Non solo non lo amo, ma lo detesto".
"Credi di conoscerti così bene? La natura umana e specialmente quella femminile è così ambigua e contraddittoria! Con qualche particella della tua repulsione forse tu sei succube di lui più di qualunque altro che pure ami di tua spontanea libertà, liberamente".
E' terribile quello che hai detto. E, come al solito, hai colto nel segno, tanto che quest'assurdità contro natura mi sembra vera. Ma è spaventoso allora!"
"Stai tranquilla. Non mi dare retta. Volevo dire che nei tuoi confronti io sono geloso di ciò che è oscuro, inconscio, che non si può spiegare, nè capire. Sono geloso degli oggetti della tua toeletta, delle gocce di sudore sulla tua pelle, delle malattie che sono nell'aria e che possono attaccarsi a te e avvelenare il tuo sangue. E, come di un'infezione di questo genere, sono geloso di Komarovskij, che un giorno ti strapperà a me, così come un giorno la mia o la tua morte ci dividerà. Lo so, tutto questo ti deve sembrare un oscuro groviglio. Ma non so dirlo in maniera più comprensibile e chiara. Ti amo follemente, da perdere la ragione, senza limiti.
- Boris Leonidovic Pasternak, Il dottor Zivago
"La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del Ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dall'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata [...] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. E' altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli istriani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord- orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano - dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero".
( legge 30 marzo 2004 n. 92)
Oggi, 10 febbraio, è la Giornata del Ricordo delle Vittime delle Foibe e dell'esodo Giuliano- Dalmata. Tra il 1943 e il 1947, migliaia e migliaia di italiani furono uccisi dalle truppe jugoslave e gettati nelle cavità carsiche, chiamate appunto foibe nella Venezia - Giulia, che nascosero per molti anni i loro corpi.
La lettura dev'essere una forma di felicità.
quindi io consiglierei ai lettori di leggere molto,
di non lasciarsi intimorire dalla reputazione degli autori,
di continuare a cercare una felicità personale,
un piacere personale.
Questo è l'unico modo di leggere.
- Jorge Luis Borges