Alla domanda "Che cos' è la pop art?", Roy Lichtenstein ( New York, 1923 - ivi, 1997), in un'intervista del 1963 rispondeva: " Servirsi dell'arte commerciale, credo". E' questa la chiave per capirlo: egli coglie uno dei lati più appariscenti dell'immagine contemporanea, il fumetto. Fra gli innumerevoli fumetti sceglie quelli più commerciali, quelli di più vasta produzione su scala mondiale, quelli che accompagnano ormai da molti decenni la vita di ragazzi e di adulti:i fumetti di Walt Disney, con i suoi eroi popolari Topolino e Paperino, oppure i fumetti avventurosi, ove il protagonista è il superuomo onesto e leale, sempre vincitore del male, secondo il mito americano in cui molti vorrebbero riconoscersi e che ciascuno immagina di essere nei propri sogni. Mentre nei primi anni Sessanta i temi di Lichtenstein erano i fumetti, poco dopo, intorno al 1965 e soprattutto dal 1970 in poi, l'artista si rivolge alle opere d'arte ( soprattutto quelle moderne) inserendole nelle proprie composizioni o imitandole. Questi soggetti vengono ingranditi , "straniati", riprodotti imitando a mano la tecnica tipografica e ottenendo qualcosa di quasi surreale. Spesso Lichtenstein ingrandisce anche il retino fotografico, il tratteggio a linee parallele, cosicchè questi mezzi che in dimensione normale vengono percepiti dall'occhio in sintesi ed evocano la realtà, così ingranditi e uniformi rivelano invece la propria meccanicità e "analizzano" l'immagine spersonalizzandola.
I colori utilizzati sono pochi, per lo più primari (giallo, rosso, blu) e qualche secondario ( verde), distesi in superficie senza chiaroscuro e violenti come la pubblicità che quotidianamente ci bombarda.
Modern Head by Roy Lichtenstein
venerdì 31 gennaio 2014
giovedì 30 gennaio 2014
Pour toi mon amour...
Je suis allé au marché aux oiseaux
Et j'ai acheté des oiseaux
Pour toi
Mon amour
Je suis allé au marché aux fleurs
Et j'ai acheté des fleurs
Pour toi
Mon amour
Je suis allé au marché à la ferraille
Et j'ai acheté des chaînes
De lourdes chaînes
Pour toi
Mon amour
Et je suis allé au marché aux esclaves
Et je t'ai cherchée
Mais je ne t'ai pas trouvée
Mon amour
(Jacques Prévert)
Women
Il lavoro di un uomo è fra il sorgere e il tramontare del sole. Quello della donna non finisce mai.
(Indira Gandhi)
Mostra "Liberty. Uno stile per l'Italia moderna" a Forlì dal 1 febbraio
MOSTRA "LIBERTY. UNO STILE PER L'ITALIA MODERNA"
Dove: Musei di San Domenico, Forlì.
Quando: 1 febbraio - 15 giugno 2014
Orario: da martedì a venerdì 9.30 alle 19.00; sabato, domenica, giorni festivi dalle 9.30 alle 20.00.
Biglietti: euro 10 (intero), euro 8 (ridotto)
Informazioni e Prenotazioni: tel. 199 15 11 34; riservato gruppi e scuole tel: 0543 36217;
mostraliberty@civita.it; www.mostraliberty.it
Il rituale del caffè (dal romanzo di Rosario Centorrino, "A passo di tartaruga")
Ognuno ha le proprie abitudini su come preparare e bere il caffè. Chi possiede ancora la moca della mamma, della nonna; chi riesce a declamare più discendenza, arrivando persino a elencare tutto l'albero genealogico, credendo che questo giustifichi la bontà del preparato; chi vuole, esclusivamente, quello della macchinetta espressa a casa e chi batte tutti bevendolo solo ed esclusivamente al bar con un preciso rituale. La tazzina è tenuta dalla mano sinistra, quella del cuore, e la bustina dello zucchero, presa con la mano destra, è agitata per bene per poi versarne il contenuto e mescolare il tutto. C'è chi mescola con lentezza, come se lo stesse cullando e chi, invece, velocemente, come preso da una frenesia quasi barbara per poter arrivare prima all'agognato premio. Tutto questo è seguito dal momento magico: il cucchiaio deve inumidire il bordo della tazzina, lì dove le smaniose labbra cercheranno di ubriacarsi di piacere.
-Rosario Centorrino, "A passo di tartaruga"
-Rosario Centorrino, "A passo di tartaruga"
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