Ognuno ha le proprie abitudini su come preparare e bere il caffè. Chi possiede ancora la moca della mamma, della nonna; chi riesce a declamare più discendenza, arrivando persino a elencare tutto l'albero genealogico, credendo che questo giustifichi la bontà del preparato; chi vuole, esclusivamente, quello della macchinetta espressa a casa e chi batte tutti bevendolo solo ed esclusivamente al bar con un preciso rituale. La tazzina è tenuta dalla mano sinistra, quella del cuore, e la bustina dello zucchero, presa con la mano destra, è agitata per bene per poi versarne il contenuto e mescolare il tutto. C'è chi mescola con lentezza, come se lo stesse cullando e chi, invece, velocemente, come preso da una frenesia quasi barbara per poter arrivare prima all'agognato premio. Tutto questo è seguito dal momento magico: il cucchiaio deve inumidire il bordo della tazzina, lì dove le smaniose labbra cercheranno di ubriacarsi di piacere.
-Rosario Centorrino, "A passo di tartaruga"
Nessun commento:
Posta un commento