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giovedì 20 luglio 2017

Marc Chagall

Con te io sono giovane
Quando laggiú gli alberi minacciano
E il cielo vanisce in lontananza
I tuoi occhi mi toccano

Quando ogni passo si perde sull’erba
Quando ogni passo sfiora le acque
Quando le onde mi fervono in testa
E dall’azzurro qualcuno mi chiama

Con te io sono giovane
Cadono i miei anni come foglie
E qualcuno colora le mie tele
Allora esse brillano di te

E sul tuo volto il sorriso è radioso
Piú chiaro assai delle nubi piú chiare
Allora io corro dove sei
Dove mi pensi e dove mi attendi

- Marc Chagall alla seconda moglie Vava

Romy & Alain

Alain Delon e Romy Schneider

martedì 18 luglio 2017

Storie d'amore

Ho avuto per Franca un amore assoluto, sconfinato, traboccante. Ricordo quando ebbe un incidente stradale, doveva dormire su una superficie rigida e si sdraiava sul pavimento perché sul letto non riusciva a stare. E io andavo a sistemarmi vicino a lei per terra.
—  Dario Fo

sabato 15 luglio 2017

giovedì 13 luglio 2017

Frida Kahlo

Vorrei essere ciò che ho voglia di essere
dietro il sipario della follia: 
mi occuperei dei fiori per tutto il giorno; 
dipingerei il dolore, l’amore e la tenerezza, riderei di tutto cuore dell’idiozia degli altri e tutti direbbero: 
poverina, è matta. (Soprattutto, riderei di me.) 
Costruirei un mondo che, finché vivessi,
andrebbe d’accordo con tutti i mondi.
Frida Kahlo


sabato 15 aprile 2017

Storie d'amore

“La trovo bella, l'ho sempre trovata bella, perfino se aveva in testa un bruttissimo cappellino, come quando l'ho conosciuta. Volevo assolutamente conoscerla perché era bella. […] Quello che è meraviglioso in Simon de Beauvoir è che ha l'intelligenza di un uomo (e vedete, nel senso in cui parlo qui, sono un po’ schiavista) e la sensibilità d'una donna. Cioè ho trovato in lei tutto quanto io potessi desiderare […] Eravamo l'un per l'altro degli uguali, non potevamo concepire altro.
Avevo trovato una donna uguale a ciò che ero io come uomo”
Simon de Beauvoir vista da Jean-Paul Sartre

martedì 14 febbraio 2017

Storie d'amore

Sono vent’anni che stiamo insieme e tu sei moltissimo per me e io non ho che te in sostanza. Ricordo che quando ero all’ospedale, tu mi abbracciasti dicendo che tu non avevi che me e io in quel momento sentii che questo era vero anche per me.
Alberto Moravia a Elsa Morante, 1962 (da L’amata – Lettere di e a Elsa Morante)

sabato 28 gennaio 2017

Epistulae

Hannah,
ti saluto dalla “spiacevole distanza di tremila miglia” … l’abisso della nostalgia. Eppure ogni giorno sono felice che le cose siano così come sono. Ma molto spesso mi piacerebbe passare il pettine a cinque denti tra i tuoi capelli crespi, soprattutto quando la tua cara foto mi guarda dritto al cuore. Tu non sai che è lo stesso sguardo che brillava rivolto a me sulla cattedra – ah, era, è e rimane l’eternità, da lontano nella vicinanza.

Martin Heidegger a Hannah Arendt

sabato 12 novembre 2016

Fëdor Dostoevskij, Lettere ad Anja

Ieri come hai trascorso la giornata? Pensavo di vederti in sogno, e non ti ho visto. Ho letto il tuo futuro su un libro, cioè ho aperto il libro e ho letto la prima riga della pagina destra; sono venute fuori cose ricche di significato e giuste. Addio cara, arrivederci a presto.
Fëdor Dostoevskij, Lettere ad Anja

sabato 8 ottobre 2016

Storie d'amore

Leggevo la Tua lettera in riva all'oceano, l'oceano leggeva con me, leggevamo insieme. Non ti disturba un simile compagno di lettura? Altri non ce ne saranno - sono troppo gelosa (nei Tuoi confronti - sollecita).
— Marina Cvetaeva a Ranier Maria Rilke

lunedì 26 settembre 2016

Elsa Morante

“A. mi vuole bene, ma ogni tanto scappa via verso i più lontani paesi. Poi dice che bisogna finirla e poi mi prega di non finirla per carità. Ecc. Ora poi ho scoperto che io non sto stare al mondo e da quel momento siamo diventati una specie di favola perché in qualunque luogo e in mezzo a qualunque consesso rispettabile non finisce mai di farmi delle prediche e di arrabbiarsi a vuoto perché io al mondo non ci saprò mai stare. Vorrei, non so come dirti, fargli sentire delle parole bellissime, una musica tanto potente da riuscire a spiegargli che cosa è la vera bellezza della vita e del mondo. Lo vedo aggirarsi in quella sua specie di sotterraneo, agitarsi, dare schiaffi, annoiarsi e per quanto mi sforzi non riesco a portarlo via di là”. 
(Elsa Morante a proposito di Alberto Moravia in una lettera all'amica Elisa Fantini, 1938)

mercoledì 21 settembre 2016

Sandra Mondaini

“Ormai, se penso al mio passato, mi sembra di essere nata solo il giorno in cui l’ho conosciuto.
Prima la mia vita non la ricordo più neanche.”
—  Sandra Mondaini

lunedì 19 settembre 2016

Italo Calvino

«Siamo davvero drogati: non posso vivere fuori dal cerchio magico del nostro amore». 
Italo Calvino a Elsa De Giorgi

lunedì 1 agosto 2016

Epistulae

Cara signorina Arendt
questa sera devo tornare a farmi vivo con lei e a parlare al suo cuore. Tutto tra di noi deve essere schietto, limpido e puro. Soltanto così saremo degni di aver avuto la possibilità di incontrarci. Il fatto che lei sia stata mia allieva e io il suo insegnante è soltanto l'occasione esteriore di quello che ci è accaduto.
Io non potrò mai averla per me, ma lei apparterrà d'ora in poi alla mia vita, ed essa ne trarrà nuova linfa. Noi non sappiamo mai ciò che possiamo diventare per gli altri attraverso il nostro essere. Forse tuttavia una meditazione può chiarire quale azione di distruzione e ostacolo esercitiamo.
Non possiamo sapere quale via prenderà la sua giovane vita. Dobbiamo rassegnarci a questo. E la mia devozione nei suoi confronti deve soltanto aiutarla a rimanere fedele a se stessa. Che lei abbia perduto "l'inquietudine" significa che ha trovato il nucleo più intimo della sua essenza di pura fanciulla. E un giorno capirà e si sentirà riconoscente - non certo nei miei confronti- del fatto che la visita fatta durante "l'ora di ricevimento" sia stata il passo decisivo per andare oltre la via tracciata, riconducendola alla feconda solitudine della ricerca scientifica, che solo l'uomo sopporta - e solo colui che ha ricevuto insieme l'onere e il furore di essere creativo. "Gioisca!" questo è divenuto il mio saluto per lei. E soltanto se lei gioisce potrà diventare la donna capace di donare gioia, e intorno alla quale tutto è gioia, sicurezza, rilassamento, ammirazione e gratitudine verso la vita..."
(Una delle prime lettere di Martin Heidegger ad Hannah Arendt)

venerdì 29 luglio 2016

sabato 25 aprile 2015

25 aprile

"Eravamo all'angolo di via Zucchelli: arrivano   i carri armati tedeschi e noi li vediamo, siamo atterriti, sembrava che Roma venisse liberata e invece veniva occupata. Io la prendo per mano, per tutta la vita ci siamo tenuti per mano, e le dico: 'Nous sommes dans un cul de lampe'". 
Mario Fiorentini, 97 anni, e Lucia Ottobrini, 90 anni, partigiani. La coppia, il 16 agosto 2015  - nella ricorrenza dei 70 anni della Liberazione - festeggerà 70 anni di matrimonio.

domenica 11 gennaio 2015

Fabrizio De Andrè

La curiosità nei confronti dell'altro è una profondissima forma d'amore.
Fabrizio De Andrè

venerdì 26 dicembre 2014

Storie d'amore

Anaïs, sei stata tu a dare il via allo scorrere della linfa. Non sono più responsabile di ciò che dico e che faccio. Ascolta, riceverai la lettera e forse ne resterai delusa. È un così piccolo frammento di quello che avrei da dirti, e ancora mi manca il coraggio che dovrei avere. Perché, accidenti, perché? Tu mi hai dato il permesso. Ma te l’aspetti tutto quello che ho da dirti? Mi hai letto tutti i tuoi appunti – sì, sì c’è differenza fra ciò che dico e ciò che faccio, diciamo che c’era. Anaïs, vengo di continuo interrotto. Cercherò di continuare a casa. La gente intorno si incuriosisce del fatto che molto spesso io sia qui intento a scrivere. Pensano che io sia uno che va in cerca di punizioni. Mi chiedono perché non me ne vado a casa. Anaïs, potrei restare qui tutta la notte a scriverti. Ti ho continuamente davanti agli occhi, il capo chino, le lunghe ciglia abbassate. E mi sento umilissimo. Non capisco perché tu abbia dovuto scegliere me, non riesco a venirne a capo. Ma non ho voglia di andare troppo a fondo. Mi hai messo il fuoco dentro e adesso non potrò più essere quello che ero, semplicemente tuo amico. Ma sono mai stato soltanto tale? Ho l’impressione che fin dal primissimo inizio, da quando ho aperto l’uscio e mi hai porto sorridendo la mano, io sono rimasto preso, ero tuo. Anche June l’ha avvertito. Ha detto subito che eri innamorata di me o che io lo ero di te. Ma per quanto mi riguardava non ignoravo che fosse amore. Parlavo di te con calore, senza riserve. Henry
Henry Miller a Anaïs Nin


venerdì 28 novembre 2014

Storie d'amore

« Devo dire che mi ha dato moltissimo: mi ha aiutato a uscir fuori dai valori della borghesia, a guardarli con un occhio critico, con un occhio più sagace. Mi è stata accanto nei momenti più difficili della mia esistenza, al tempo della discriminazione razziale, durante gli anni più duri della guerra e dell'occupazione tedesca. In cambio le ho dato sicurezza. Nel '36 era una ragazza con cui la vita non era stata clemente. Da allora in poi, a tutt'oggi, ha potuto fare tutto quello che ha voluto: non ha più avuto bisogno di lavorare per vivere. E credo che questo, per uno scrittore, sia moltissimo. »
- Alberto Moravia su Elsa Morante



mercoledì 8 ottobre 2014

Marina Ivanovna Cvetaeva (Mosca, 8 ottobre 1892 – Elabuga, 31 agosto 1941)

Rainer, ieri sera sono uscita a ritirare il bucato, stava per piovere. E ho accolto fra le braccia tutto il vento, anzi, tutto il nord. E aveva il Tuo nome. (Domani sarà il sud!) Non l’ho accolto in casa, se n’è rimasto sulla soglia. Non è entrato in casa, ma mi ha portato con sé sul mare, appena mi sono addormentata.
— Marina Cvetaeva a Rainer Maria Rilke, Lettere