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giovedì 23 aprile 2020

Alberto Moravia

E dei sentimenti non è così facile liberarsi come delle idee: queste vanno e vengono, ma i sentimenti rimangono.
- Alberto Moravia, La noia

mercoledì 9 agosto 2017

Gli indifferenti

"Non capisco… come cambiar vita? Una bella mattina ti alzi e dici: ‘Oggi voglio cambiare vita’: com'è possibile tutto questo?”
“Si può fare qualche azione” disse Carla senza alzare gli occhi e stringendo i denti per la rabbia “che trasformi in tutto e per tutto il modo di esistenza.”
—  Alberto Moravia, Gli indifferenti


lunedì 26 settembre 2016

Alberto Moravia

Non sono mai stato innamorato di Elsa. L’ho amata, questo sì, ma non sono mai riuscito a perdere la testa, cioè appunto non sono stato mai innamorato. Lei l’ha sempre saputo, e questo è stato forse anche il motivo principale della difficoltà del nostro rapporto. Non ero innamorato, ma affascinato da qualcosa di estremo, di straziante e di passionale che c’era nel suo carattere. Così in un’atmosfera di passionalità aggressiva in lei e di affetto difensivo in me, siamo vissuti venticinque anni. Elsa cercava di annullarmi e al tempo stesso, per troppa passione, annullava se stessa.
— Alberto Moravia

Alberto Moravia

Le grandi esperienze della vita sono quelle che non vorremmo fare mai.
- Alberto Moravia

mercoledì 31 agosto 2016

Alberto Moravia

“Perché il mondo oggi è congegnato in modo che nessuno può fare quello che desidererebbe e deve invece fare quello che gli altri desiderano”
- Alberto Moravia, "Il disprezzo"

giovedì 21 luglio 2016

lunedì 18 luglio 2016

Alberto Moravia

C'è nell'amore una grande capacità, non soltanto d'illusione, ma anche di dimenticanza.
— Il disprezzo, Alberto Moravia

sabato 9 luglio 2016

Alberto Moravia

Questo vorrei sapere”, ripeté, “e se sia possibile continuare così, tutti giorni, con questa noia, e non cambiare mai e non lasciar mai queste miserie e compiacerci di tutte le stupidità che ci passano per la testa, e discutere e litigarci sempre per le stesse ragioni e non staccarci mai da terra, neppure di tanto…
— Alberto MoraviaGli indifferenti, 1929

mercoledì 26 agosto 2015

Bertolucci


 La mia università è andare a cena ogni sera da Elsa Morante e Alberto Moravia con Pier Paolo Pasolini. 
Bernardo Bertolucci
(a suo padre che insisteva perché andasse all'università)

mercoledì 12 agosto 2015

mercoledì 24 dicembre 2014

Feste per tutti

Natale, Capodanno, Befana, chissà perché le hanno messe tutte in fila, così vicine, queste feste. Così in fila, non sono feste, ma, per un poveraccio come me, sono un macello. E qui non si dice che uno non vorrebbe festeggiare il Santo Natale, il primo dell' Anno, l'Epifania; qui si vuol dire che i commercianti di roba da mangiare si appostano in quelle tre giornate come tanti briganti all'angolo della strada, così che, alle feste, uno ci arriva vestito e ne esce nudo.
Forse ai tempi che Berta filava, Natale, Capodanno e Befana erano feste sul serio, modeste ma sincere: ancora non c'erano l'organizzazione, la propaganda, lo sfruttamento. Ma dàgli, dàgli e dàgli,anche i più sciocchi si sono accorti che con le feste si poteva fare la speculazione; e così, adesso, la fanno.
Feste per i furbi, dunque, che vendono roba da mangiare; non per i poveretti che la comprano.
E tante volte ho pensato che per il pasticciere, per il pollarolo, per il macellaio, quelle sono feste davvero , anzi feste doppie: feste perché feste, e poi feste perché in quelle feste loro vendono dieci volte tanto quanto nei giorni che non c'è festa. E così, mentre il disgraziato festeggia le feste a mezza bocca, con la borsa vuota e la tavola scarsa, quelli le festeggiano sul serio,con la borsa piena e la tavola traboccante.
"Feste per i furbi", di Alberto Moravia



venerdì 28 novembre 2014

Storie d'amore

« Devo dire che mi ha dato moltissimo: mi ha aiutato a uscir fuori dai valori della borghesia, a guardarli con un occhio critico, con un occhio più sagace. Mi è stata accanto nei momenti più difficili della mia esistenza, al tempo della discriminazione razziale, durante gli anni più duri della guerra e dell'occupazione tedesca. In cambio le ho dato sicurezza. Nel '36 era una ragazza con cui la vita non era stata clemente. Da allora in poi, a tutt'oggi, ha potuto fare tutto quello che ha voluto: non ha più avuto bisogno di lavorare per vivere. E credo che questo, per uno scrittore, sia moltissimo. »
- Alberto Moravia su Elsa Morante



mercoledì 3 settembre 2014

Alberto Moravia

“Dopo la visita al manicomio, immaginavo che uno di quei pazzi di origini più civili, riacquistasse il senno non già lentamente, ma tutto ad un tratto: per esempio quel professore o quell’avvocato; e tutto ad un tratto si trovasse in uno di quegli stanzoni nudi e sono e si vedesse tra gente con le teste rapate, le facce fisse e stravolte, gli occhi impietriti, vestiti di panni da loro stessi continuamente insudiciati e lacerati, e lui stesso sudicio, rasato a zero, in divisa da pazzo. Immaginavo la sorpresa, l’orrore, la ripugnanza di restare un minuto di più in un luogo simile. Nello stesso tempo immaginavo che anche noi, cosiddetti savii, passassimo ad un tratto dalla nostra condizione normale ad un’altra ben superiore che facesse apparire la nostra vantata saviezza come turpe, nefanda, intollerabile, assurda pazzia; e ci vedessimo improvvisamente con gli occhi di questa nuova saviezza, in questo mondo pieno di gente che ammazza e di gente che incita ad ammazzare, di ministri di imperi che fanno gravi discorsi e di altri ministri che si dimettono, di ricchi che parlano di libertà e di poveri che parlano di rivoluzione, di uomini vestiti in un modo perché uccidono e di altri vestiti in un altro perché non uccidono, di dispute religiose, politiche, nazionali, economiche, razziali, culturali; in questo mondo, insomma, la cui assurdità colpisce non soltanto l’uomo altamente intelligente ma persino il semplice individuo di buon senso; e pensavo che con un moto consimile a quello del pazzo vero risanato, noi vorremmo uscire subito da questo mondo senza aspettare un momento di più, magari con un salto del buio, ossia con un suicidio. E questo non è un paradosso ma un sentimento preciso che chiunque può provare. Basta infatti che noi ci fermiamo ossia ci distacchiamo per un momento dal mondo e lo lasciamo girare o roteare per conto suo fuori di noi, perché la sua pazzia ci appaia chiarissima. In altre parole, la nostra saviezza non è che una questione di partecipazione ad una pazzia qualsiasi.”

(A. Moravia, “Strage e melanconia”)


mercoledì 9 luglio 2014

Storie d'amore

« Devo dire che mi ha dato moltissimo: mi ha aiutato a uscir fuori dai valori della borghesia, a guardarli con un occhio critico, con un occhio più sagace. Mi è stata accanto nei momenti più difficili della mia esistenza, al tempo della discriminazione razziale, durante gli anni più duri della guerra e dell'occupazione tedesca. In cambio le ho dato sicurezza. Nel '36 era una ragazza con cui la vita non era stata clemente. Da allora in poi, a tutt'oggi, ha potuto fare tutto quello che ha voluto: non ha più avuto bisogno di lavorare per vivere. E credo che questo, per uno scrittore, sia moltissimo. »
- Alberto Moravia su Elsa Morante