La strategia amorosa si sa adoperare soltanto quando non si è innamorati.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere
La strategia amorosa si sa adoperare soltanto quando non si è innamorati.
Cesare Pavese, Il mestiere di vivere
Cara Fern,
la Sua lettera mi ha molto commosso e se potessi prenderei subito il treno per provarLe che non è vero che la circondi il gelo e l'ostilità. Ma non capisco perché si trovi tanto male proprio adesso che sa che sa di poter lavorare nove ore al giorno e quindi pressoché mantenersi. Non ha sempre aspirato all'indipendenza? A meno che Le succeda come a tutti: una volta ottenutala, non sa più che farne. Si ritorna cioè a quanto Le ho sempre consigliato:
Si faccia una vita interiore - di studio, di affetti, d'interessi umani che non siano solamente di "arrivare" ma di "essere" - e vedrà che la vita avrà un significato.
Cara Fern, la solitudine che Lei sente, si cura in un solo modo, andando verso la gente e «donando» invece di «ricevere». (È la solita sacrosanta predica). Non che io aneli di essere quello a cui Lei dovrebbe donare - tanto più che i doni che Lei potrebbe farmi non sarebbero ancora la soluzione ma aumenterebbero il pasticcio. Si tratta di un problema morale prima che sociale e Lei deve imparare a lavorare, a esistere, non solo per sé ma anche per qualche altro, per gli altri.
Fin che uno dice «sono solo», sono «estraneo e sconosciuto», «sento il gelo», starà sempre peggio. E' solo chi vuole esserlo, se ne ricordi bene. Per vivere una vita piena e ricca bisogna andare verso gli altri, bisogna umiliarsi e servire. E questo è tutto.
La nostra posizione qui è molto precaria. Il padrone ogni tanto fa progetti per riportare la baracca in Piemonte - che non mi dispiacerebbe. Ma intanto - tira e molla - non faccio più niente e non ho più pace. La smetta con quella stupida storia dell'assegno. Pensi piuttosto a tradurre l' Addio, e con l'assegno si comperi un monopattino.
Coraggio e arrivederci."
Cesare Pavese a Fernanda Pivano
"Una beffarda legge della vita è la seguente: non chi dà ma chi esige, è amato. Cioè, è amato chi non ama, perché chi ama dà. E si capisce: dare è un piacere più indimenticabile che ricevere; quello a cui abbiamo dato, ci diventa necessario, cioè lo amiamo. Il dare è una passione, quasi un vizio. La persona a cui diamo, ci diventa necessaria.”
Cesare Pavese
L'arte di non farci mai avvilire dalle reazioni altrui, ricordando che il valore di un sentimento è giudizio nostro poiché saremo noi a sentircelo, non chi interviene. L'arte di mentire a noi stessi sapendo di mentire.
L'arte di guardare in faccia la gente, compresi noi stessi, come fossero personaggi di una nostra novella. L'arte di ricordare sempre che, non contando noi nulla e non contando nulla nessuno degli altri, noi contiamo più di ciascuno, semplicemente perché siamo noi.
CESARE PAVESE, Il mestiere di vivere
Sei venuta dal mare. Tutto accogli e scruti e respingi da te come il mare. Nel cuore hai silenzio, hai parole inghiottite. Sei buia. Per te l’alba è silenzio. Sei la camera buia cui si ripensa sempre, come il cortile antico dove s’apriva l’alba.
Cesare Pavese
«Non chiedere d'amore agli intelligenti, amano intelligentemente, che è come non avere amato mai».
Julio Cortázar
Se l'uomo sapesse realmente il valore che ha la donna andrebbe a quattro zampe alla sua ricerca".
Se sei donna, certamente metteresti la virgola dopo la parola "donna".
Se sei uomo la metteresti dopo la parola "ha".
- Julio Cortazar
"Come quando si comincia ad andare sempre più di rado a trovare un amico, a leggere sempre meno un poeta, a frequentare sempre meno un caffè, dosando dolcemente il nulla per non ferirsi".
J. Cortázar
Quel che molta gente definisce amare consiste nello scegliere una donna
e sposarla. La scelgono, te lo giuro, li ho visti.
Come se si potesse scegliere in amore, come se non fosse un fulmine
che ti spezza le ossa e ti lascia lungo disteso in mezzo al cortile...
Beatrice non la si sceglie, Giulietta non la si sceglie.
Tu non scegli la pioggia che t’inzupperà le ossa all’uscita di un concerto.
Julio Cortázar
Trieste ha una scontrosa
grazia. Se piace,
è come un ragazzaccio aspro e vorace,
con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
per regalare un fiore.
Umberto Saba, Trieste
Nel mio cuor dubitoso
sento bene una voce che mi dice:
"Veramente potresti essere felice".
Lo potrei, ma non oso.
- Umberto Saba
Amai trite parole che non uno
osava. M'incantò la rima fiore
amore,
la più antica difficile del mondo.
Umberto Saba
Umberto Saba, da Scorciatoie e raccontini
La vita vera non può aspettare; non tornerà mai più. Assaporiamo i secondi che corrono sulle lancette del mondo reale. C'è chi augura buon anno al cellulare e non brinda con gli amici gomito a gomito.
Nadia Toffa
Certe cose non si predicono affinché avvengano, ma affinché non avvengano, quasi per scaramanzia. Questo genere di profeti insulta l'avvenire dicendogli come dovrà essere affinché si vergogni di presentarsi realmente così.
Thomas Mann, La Montagna Incantata
Nulla è più strano, nulla è più scabroso, del rapporto fra le persone che si conoscono solo con gli occhi – che ogni giorno e ogni ora s’incontrano, si osservano, e tuttavia son costrette, o per costume o per capriccio personale, a mantener la finzione di una estraneità indifferente, non scambiando né parola né saluto. V’è fra loro inquietudine e curiosità esasperata, l’isterismo di un bisogno insoddisfatto e innaturalmente represso di conoscenza e di commercio, e, soprattutto, una specie di teso riguardo. Giacché l’uomo ama e onora l’uomo finché non gli è dato giudicarlo, e il desiderio struggente è il frutto di una conoscenza imperfetta.
Quando uno è triste non servono le classifiche, non c’è un tristometro, è inutile dire sto mediamente peggio di te o decisamente meglio di te, si diventa tutti ottusi ed egoisti e la propria tristezza diventa una grande campana in cui ci si chiude, per non ascoltare la tristezza degli altri.
"Ho sempre preferito i draghi agli eroi che li uccidono, perché il drago fa sempre il suo lavoro: gli danno una bella signorina, fa la guardia, arriva un ‘cretino’ esagitato con lo scudo fatato e la spada, che parte favoritissimo, raccomandato. E poi c’è il drago. Ma secondo me la principessa stava benissimo col drago.
Il drago cos’era? Un carabiniere, una guardia del corpo, per la principessa. L’eroe arriva lì e ha l’alibi: vuole il tesoro e la ragazza, e per questo ammazza il drago. C’è un racconto molto bello di Laforgue, dove Andromaca, quando viene ammazzato il drago, dice: «Ma io lo amavo». Questo è il ribaltamento della paura."
- Stefano Benni
LA FAVOLA PIÙ BREVE DEL MONDO
C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Rosso.
Un giorno la mamma le disse: “Vai nel bosco a portare da mangiare alla nonna. Prendi la strada della quercia grande e poi il bivio che va nella foresta”.
“Da che parte?”
“Non puoi sbagliarti. Dalla parte dove tieni la forchetta e il cucchiaio”.
Cappuccetto Rosso andò, non incontrò mai nessun lupo e la favola finisce qui.
Cappuccetto Rosso era mancina.
Tutti coloro che ami sono altro da te. Conoscerai solo una piccola parte dei loro pensieri, e loro non conosceranno i tuoi. Avranno gioie e pene in cui tu non sei compreso, e giorni e notti in cui non sarai presente nelle loro emozioni. La loro storia è piena di ore che ti resteranno nascoste. E’ meraviglioso averli vicino, ma la loro vita non ti appartiene. Ascolta la pena che provi quando vi allontanate per un attimo, o per lungo tempo. Capirai quanto sarà triste perderli per sempre, o quando loro ti perderanno. Per ciò che manca al vostro amore, amali di più.
(Stefano Benni, Giura)
Se un uomo fosse responsabile solo di ciò di cui è cosciente, gli idioti sarebbero assolti in anticipo da qualsiasi colpa. E invece, caro Flajsman, l’uomo ha il dovere di sapere. L’uomo risponde della propria ignoranza. L’ignoranza è una colpa.
Amori ridicoli - Kundera
"Io faccio l’anestesista rianimatore per tutti, belli e brutti, bianchi e neri, grandi e piccoli, italiani e stranieri, insomma non si guarda (giustamente) in faccia a nessuno.
MA NON FACCIO L’ANESTESISTA RIANIMATORE PER I CRETINI.
Cari cretini, eliminatevi come preferite che fate un favore all’umanitá… ma non chiedeteci ancora di rivedere e rivivere i tre mesi appena trascorsi, a causa del vostro cretinismo.
Io sono in terapia del sonno per sedare e sopire incubi, insonnie e risvegli dopo tre mesi in un ospedale Covid: e voi che c***o fate? L’aperitivo… cretino é una diagnosi (e oggi arriva gratis), non un insulto."
Carlo Serini
Pensavo che la cosa peggiore nella vita fosse restare solo. Non lo è.
La cosa peggiore nella vita è finire con persone che ti fanno sentire solo.
Robin Williams
“Il desiderio è la brama di consumare.
Di assorbire, divorare, ingerire e digerire – di annichilire.
Per contro, l’amore è il desiderio di prendersi cura e di preservare l’oggetto della propria cura.
Un impulso centrifugo, a differenza del desiderio che è centripeto: un impulso a espandersi, a fuoriuscire, a protendersi all’esterno.
Se il desiderio vuole consumare, l’amore vuole possedere.
Forse parlare di desiderio, oggi, è eccessivo.
Come per lo shopping: oggigiorno chi va per negozi non compra per soddisfare un desiderio, ma semplicemente per togliersi una voglia.
Ci vuole tempo per seminare, coltivare e nutrire il desiderio.
Il desiderio ha bisogno di tempo per germogliare, crescere e maturare…
Quando è pilotata dalla voglia, la relazione tra due persone segue il modello dello shopping.
Al pari di altri prodotti di consumo, è fatta per essere consumata sul posto ed essere usata una sola volta.
Innanzi tutto e perlopiù, la sua essenza è quella di potersene disfare senza problemi.”
- Zygmunt Bauman, Amore liquido
Sono stata una clandestina in cerca di rifugio in Svizzera, una richiedente asilo, asilo che mi è stato rifiutato. Mai potrei essere indifferente ai migranti d’oggi.
Tornano quei pregiudizi, quella caccia all’uomo che io ho vissuto come vittima delle leggi razziali.
Questa istigazione all’odio e l’insistenza sulle differenze sono un veicolo molto pericoloso per l’Italia.
Liliana Segre
Forse, ogni tanto, bisognerebbe proprio che qualcuno dei bambini che conosciamo – qualche maschietto bello sveglio di sette anni e sei mesi, qualche bambina curiosa e coraggiosa con gli occhi sempre spalancati sul mondo, stufi marci di sentirsi chiedere in continuazione:
“Che cosa vuoi fare da grande? Dimmi che cosa vuoi fare da grande” – ci prendesse in disparte, e senza tanti giri di parole, guardandoci dritto negli occhi ci chiedesse:
“Ma tu, piuttosto tu, si può sapere che cosa hai fatto tu, da grande?
Che cosa ne è stato di quel senso di infinito che ti prendeva ogni anno, alla fine della scuola, davanti alla distesa sterminata di un’intera estate?
Che cosa ne hai fatto dei sogni, ma quelli veri, quelli che contano: gli specchi da attraversare, i mondi alla rovescia, i paesi delle meraviglie, i rifugi segreti, gli amici immaginari, le carte magiche, i voli, tutte quelle cose che ti stanno dentro, e ti nutrono l’anima, e ti fanno sentire voluto bene da te…
Che cosa ne hai fatto, tu, del tuo tempo?”.
Lella Costa
Quando leggo in questi giorni alcuni commenti sulla “emergenza migranti” mi vengono i brividi: non mi interessano (se esistono) posizioni di destra o di sinistra, il “bisognerebbe fare…” questo o quello. Ci troviamo, io come tutti i cittadini della “civilissima Europa”, di fronte a una situazione chiara: c’è una massa enorme di persone povere, disperate (oh certo tra loro ci sarà anche qualche delinquente! Ma tra noi non ce ne sono?) che scappa dalla guerra e dalla povertà, dai regimi che riducono i popoli alla fame. E’ così difficile capire che sono queste le spinte principali alla migrazione di parti di popolazioni di Paesi diversi? Possiamo darci spiegazioni, ciascuno la sua, del perché questo succeda. Ma alla fine un solo fatto è certo, una sola verità è inconfutabile: ci troviamo di fronte a centinaia di migliaia di persone disperate che chiedono aiuto.
E bisogna fare una scelta, da esseri umani di fronte ad altri esseri umani. Qual è la risposta più “umana”? Ce lo ha insegnato qualcuno dal nome sconosciuto, forse un migrante, che ha esposto un cartello di protesta alla frontiera (a proposito, non erano state abolite in Europa?) di Ventimiglia “Noi vogliamo solo passare per raggiungere un posto dove ci sia umanità". Al posto loro credo e spero che noi avremmo fatto la stessa richiesta, e avremmo sperato di incontrare tanti disposti ad aiutarci nella ricerca di una vita più ricca di umanità, magari preparandoci “il mangiare per il viaggio”, come si è sempre usato da noi, tra le persone per bene.
Gino Strada
"Tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un’umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi".
Italo Calvino - Il sentiero dei nidi di ragno
«Quei camion in processione provocano due riflessioni immediate. La prima è che siamo in una situazione eccezionale, e questo è un monito per tutti coloro che anche se sono affetti da Covid si spostano con disinvoltura, come mostrano i tracciati dei cellulari. La seconda è un interrogativo: perché noi siamo ancora vivi? Ce lo si chiede per il solo fatto che molta gente è morta perché gli ospedali non hanno potuto accogliere tutti. Si sono dovute fare delle scelte. Alcune morti probabilmente erano evitabili. Ma perché non abbiamo pensato a tutto questo quando riducevamo i finanziamenti alla sanità pubblica? Non abbiamo fatto alcuna riflessione quando portavamo in tribunale per mille cause quegli stessi medici che adesso chiamiamo eroi?
Bisognava farlo di giorno, in modo che fosse chiaro, che la gente si rendesse conto della gravità della situazione. Ma siccome la cultura occidentale ha rimosso la morte, si è ritenuto opportuno di cercare che la gente non vedesse le bare. Che non vedesse la morte nella catastrofe generalizzata. Non abbiamo più capacità critiche per comprendere la morte, data la nostra rimozione.
Le generazioni precedenti avevano la morte sotto i propri occhi. I padri vedevano morire i figli e viceversa. C’erano guerre, pestilenze, carestie. Ora invece quando qualcuno sta male lo si affida all’ospedale, cioè a una struttura tecnica, e quando lo si va a trovare (non è il caso ovviamente del coronavirus) non abbiamo neanche le parole giuste per dirgli qualcosa di significativo. Una pacca sulle spalle, “vedrai che ce la farai”: frasi idiote, che il paziente riceve con uno sguardo di commiserazione. Soprattutto se è in fin di vita. Non abbiamo più le parole con cui comunicare con coloro che se ne vanno, non sappiamo più che cosa bisogna dire nella maniera giusta quando si avvicina la fine della vita, perché con il mito della giovinezza e della salute non sappiamo più che significato attribuire alla morte. Ecco perché quei camion mandati in giro di notte: per non turbare la rimozione collettiva».
Umberto Galimberti
"Si parla tanto di banchi e per far ripartire l’anno scolastico potrebbero servirne circa 3 milioni. Dato che in Italia ci sono circa 10mila falegnami, perché non farli costruire a loro? Un’idea semplice ma che offrirebbe tanti vantaggi: dare lavoro agli artigiani del nostro paese, fornire agli studenti banchi di qualità ma anche evitare l’utilizzo di plastica e scongiurare il rischio rotelline.
Sezioni di legno di 5 cm per 5 cm, come un tavolo, come i banchi di una volta. Non farei troppo inclinato il piano con una dimensione intorno ad 1 metro e 20 per 1 metro o un 1 metro e 20. Ci vuole poi un piano sotto che serva per metterci dei quaderni, delle cose e poi uno in basso per mettere le zaino. Anche il sedile e lo schienale devono essere di legno, qui naturalmente c’è un aspetto ergonomico, bisogna che sia disegnato correttamente e potrebbero servire 2/3 modelli a seconda dell’età dei bambini".
Renzo Piano
«Uomo dell'aria, tu colora col sangue le ore sontuose del tuo passaggio fra noi. I limiti esistono soltanto nell'anima di chi è a corto di sogni»
Philippe Petit, Trattato di funambolismo
7 agosto 1974 : Philippe Petit compie la
traversata delle Twin Towers del World Trade Center di New York.
"Nella vita ho avuto sicuramente la tentazione di dovermi mostrare più piccola di quello che sono per potermi sentire più a mio agio dentro una relazione, convinta che le cose avrebbero potuto funzionare meglio solo se avessi reso la mia vita, e me stessa, più insignificante ma poi sono cresciuta e mi son detta: ‘Manco per sogno!’. Perché a un certo punto ti rendi conto che non stai esprimendo il tuo pieno potenziale e inizia a provare risentimento e questo è semplicemente orribile. Preferisco esser single che provare risentimento nei confronti di qualcuno che non mi permette di essere quella che sono”.
Buon compleanno a Charlize Theron!