"Allora non me ne rendevo pienamente conto, ma cominciavo a sentirmi inadeguata,non alla sua altezza. E' un sentimento che ho messo a fuoco soltanto con gli anni. Lui mi dava un senso d'inferiorità. Gli volevo bene, lo stimavo, lo ammiravo, ma lo sentivo sempre più lontano. Credo che avesse bisogno di una moglie devota. Erano tempi in cui la donna non entrava in competizione con l'uomo!"
giovedì 13 febbraio 2014
Storie d'amore
Umberto Eco ed Enza Sampò si conobbero nel 1958 nella sede della Rai a Torino.Nel libro di Aldo Cazzullo, "I ragazzi di via Po", lo racconta la celebre giornalista:"Sembravamo i fidanzatini di Peynet. Umberto mi parlava di politica e di letteratura. Un giorno incontrammo un corteo socialista e mi tenne una lezione sulla lotta di classe. Lui mi faceva leggere La noia e Lolita, mia madre si infuriò e cercò di convincermi a lasciarlo. Allora lui le scrisse una lettera, per spiegarle che era importante che io leggessi tutti i libri, anche quelli". Nel 1961, il rapporto tra Enza Sampò ed Umberto Eco comincia ad incrinarsi.
"Allora non me ne rendevo pienamente conto, ma cominciavo a sentirmi inadeguata,non alla sua altezza. E' un sentimento che ho messo a fuoco soltanto con gli anni. Lui mi dava un senso d'inferiorità. Gli volevo bene, lo stimavo, lo ammiravo, ma lo sentivo sempre più lontano. Credo che avesse bisogno di una moglie devota. Erano tempi in cui la donna non entrava in competizione con l'uomo!"
"Allora non me ne rendevo pienamente conto, ma cominciavo a sentirmi inadeguata,non alla sua altezza. E' un sentimento che ho messo a fuoco soltanto con gli anni. Lui mi dava un senso d'inferiorità. Gli volevo bene, lo stimavo, lo ammiravo, ma lo sentivo sempre più lontano. Credo che avesse bisogno di una moglie devota. Erano tempi in cui la donna non entrava in competizione con l'uomo!"
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