Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917
M'illumino
d'immenso
Santa Maria La Longa, monumento dedicato a Ungaretti
Mattina è costituita da una sinestesia, che riproduce un'esperienza quotidiana e insieme straordinaria (anche per le circostanze drammatiche in cui è vissuta): un'esperienza di illuminazione e di immensità, indotta dalla luce mattutina del sole, un canto di gioia alla vita, un'inno alla creazione divina. La matrice religiosa è di primaria importanza: l'infinità dello spazio, che si manifesta al poeta e nel poeta in forma di luce, coinvolgendolo e riassorbendolo in sé, sembra richiamare il Paradiso di Dante e la sua teologia della luce.
La lirica, nella sua prima versione, era intitolata Cielo e mare e si presentava in forma meno sintetica e incisiva:
M'illumino
d'immenso
con un breve
moto
di sguardo
Il complemento indiretto limitava la forza espressiva dei primi due versi. Al contrario, la stesura definitiva è memorabile per l'estrema concisione verbale (due sole parole: un verbo e un aggettivo sostantivato) capace di riprodurre un'indefinita ampiezza concettuale. I due termini sono inoltre legati a livello fonico tramite l'allitterazione delle nasali e l'assonanza i-o, e a livello metrico tramite l'enjambement che unisce i due trisillabi, ed è frutto della divisione in due versi di un settenario, procedimento che ricorre spesso nelle liriche di Ungaretti.
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