“Penso che l’autunno sia più uno stato d’animo, che una stagione.”
— Friedrich Nietzsche
mercoledì 14 settembre 2016
Tiziano Terzani
"Oggi l’economia è fatta, per costringere tanta gente, a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose per lo più inutili, che altri lavorano a ritmi spaventosi, per poter comprare, perché questo è ciò che da soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente. Io trovo che c’è una bella parola in italiano che è molto più calzante della parola felice, ed è contento, accontentarsi, uno che si accontenta è un uomo felice".
— Tiziano Terzani
— Tiziano Terzani
martedì 13 settembre 2016
Concita De Gregorio
“L’amore non si dimentica di te anche quando tu lo ignori. Torna, bussa. Se non rispondi ti porta a fondo. Devi averne un po’ paura, ma più di tutto devi mostrargli il tuo coraggio. Devi esserci, quando chiama. Devi essere lì e prenderti cura di lui. Solo se lo lasci libero di andare puoi vederlo tornare.”
- Concita De Gregorio, Mi sa che fuori è primavera
Film stasera in tv
Alle 21.15 su Rai5 sarà trasmesso "La fine è il mio inizio" , film del 2010, diretto da Jo Baier e tratto dall'omonimo libro postumo di Tiziano Terzani.
Andrea Mantegna
Andrea Mantegna, il soffitto della Camera degli Sposi, chiamata nelle cronache antiche Camera picta ("camera dipinta"), stanza collocata nel torrione nord-est del Castello di San Giorgio di Mantova
Buon compleanno a...
Auguri di buon compleanno al pianista, compositore e direttore d'orchestra Ezio Bosso, nato a Torino il 13 settembre 1971
lunedì 12 settembre 2016
Piero Angela
L'insegnante è la persona alla quale un genitore affida la cosa più preziosa che possiede suo figlio: il cervello. Glielo affida perché lo trasformi in un oggetto pensante. Ma l'insegnante è anche la persona alla quale lo Stato affida la sua cosa più preziosa: la collettività dei cervelli, perché diventino il paese di domani.
- Piero Angela, "A cosa serve la politica?"
- Piero Angela, "A cosa serve la politica?"
Fabrizio De André
"E ora siedo sul letto del bosco che ormai ha il tuo nome, ora il tempo è un signore distratto,è un bambino che dorme. Ma se ti svegli e hai ancora paura ridammi la mano, cosa importa se sono caduto, se sono lontano perché domani sarà un giorno lungo e senza parole, perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole.”
- Fabrizio De André, Hotel Supramonte
- Fabrizio De André, Hotel Supramonte
Salvador Dalì
Vi posso provare d’essere suscettibile d’accettare immediatamente cinquantamila dollari, senza insistere.
(Salvador Dalì)
(Salvador Dalì)
David Foster Wallace
Tu vai pazza per le parole, vero? Vero che vai pazza per le parole? Mi dai l’idea di essere una che va pazza per le parole. Nel senso che le prendi terribilmente sul serio, tipo come se fossero un bisturi o una motosega che rischia di tagliarti con la stessa facilità con cui taglia gli alberi.
— David Foster Wallace - La scopa del sistema
David Foster Wallace
«Nel mondo reale tutti soffriamo da soli; la vera empatia è impossibile. Ma se un'opera letteraria ci permette, grazie all'immaginazione, di identificarci con il dolore dei personaggi, allora forse ci verrà più facile pensare che altri possano identificarsi con il nostro. Questo è un pensiero che nutre, che redime: ci fa sentire meno soli dentro».
— | David Foster Wallace , Un antidoto contro la solitudine. Interviste e conversazioni |
Ho sceso, dandoti il braccio
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
- Eugenio Montale, poesia n°5 di Xenia II, contenuta poi all'interno della raccolta Saturadomenica 11 settembre 2016
Film stasera in tv
Alle 21.05 su Rai 3 sarà trasmesso "C'era una volta il West", film del 1968 diretto da Sergio Leone.
Caos calmo
“Ormai è il mondo, stellina, a non essere normale. Polimeri, ormoni, telefonini, benzodiazepine, debiti, carrelli del supermercato, ordinazioni al ristorante, negozi di occhiali, A è innamorato di B ma B non è innamorato di A, i soldi finiscono sempre rubati, ogni morte ha un colpevole. Ecco cos’è il mondo. Non è più normale.”
— Sandro Veronesi,Caos calmo
— Sandro Veronesi,Caos calmo
Jonathan Safran Foer
Quel giorno eravamo appena entrati quando ci hanno fatto uscire da scuola. Non ci hanno detto di preciso perchè, solo che era successa una cosa brutta. Noi non abbiamo capito, credo. Oppure, non abbiamo capito che una brutta cosa poteva capitare a noi. Sono venuti tanti genitori a prendere i loro bambini ma io sono tornato a piedi. Un mio amico mi ha detto che mi avrebbe telefonato, perciò sono andato subito a vedere la segreteria e la luce lampeggiante. C’erano cinque messaggi. Tutti suoi. Del mio papà.
Diceva sempre che stava bene e che tutto sarebbe finito bene, e non dovevamo preoccuparci. Dopo che ho ascoltato i messaggi è squillato il telefono. Erano le 10.26. Ho guardato il codice di identificazione e ho visto che era il suo cellulare. Non ho alzato la cornetta. Non ce la facevo. Continuava a suonare e io non riuscivo a muovermi. Volevo alzarla ma non ci riuscivo. E’ partita la segreteria. C’è stato un bip. Poi la voce di papà.
Ci sei? Ci sei? Ci sei?
Lui aveva bisogno di me e io non riuscivo ad alzare la cornetta. Non ci riuscivo. Non ce la facevo. Lo ha domandato undici volte. Lo so, perchè le ho contate. Perchè continuava a chiederlo? Aspettava che qualcuno tornasse a casa? E perchè non chiedeva ‘C’è qualcuno?’ ‘Ci sei?’ vuol dire una persona sola. A volte penso che sapeva che ero lì. In sottofondo si sente la gente che urla e piange. E poi rumore di vetri che si rompono, ed è anche per questo che mi chiedo se stavano saltando giù.
Ho calcolato il tempo del messaggio, ed è un minuto e ventisette secondi. Questo significa che è finito alle 10.28. Che è l’ora in cui la torre è caduta. Forse è così che è morto, allora.
Jonathan Safran Foer. Molto forte, incredibilmente vicino
Diceva sempre che stava bene e che tutto sarebbe finito bene, e non dovevamo preoccuparci. Dopo che ho ascoltato i messaggi è squillato il telefono. Erano le 10.26. Ho guardato il codice di identificazione e ho visto che era il suo cellulare. Non ho alzato la cornetta. Non ce la facevo. Continuava a suonare e io non riuscivo a muovermi. Volevo alzarla ma non ci riuscivo. E’ partita la segreteria. C’è stato un bip. Poi la voce di papà.
Ci sei? Ci sei? Ci sei?
Lui aveva bisogno di me e io non riuscivo ad alzare la cornetta. Non ci riuscivo. Non ce la facevo. Lo ha domandato undici volte. Lo so, perchè le ho contate. Perchè continuava a chiederlo? Aspettava che qualcuno tornasse a casa? E perchè non chiedeva ‘C’è qualcuno?’ ‘Ci sei?’ vuol dire una persona sola. A volte penso che sapeva che ero lì. In sottofondo si sente la gente che urla e piange. E poi rumore di vetri che si rompono, ed è anche per questo che mi chiedo se stavano saltando giù.
Ho calcolato il tempo del messaggio, ed è un minuto e ventisette secondi. Questo significa che è finito alle 10.28. Che è l’ora in cui la torre è caduta. Forse è così che è morto, allora.
Jonathan Safran Foer. Molto forte, incredibilmente vicino
Alessandro D'Avenia
Cari colleghi professori,
mancano 24 ore alla prima campana. I vostri alunni sono trepidanti, perché il primo giorno di scuola attraversa il cuore di un ragazzo come uno stormo di promesse. Sperano che quel primo giorno sia un giorno nuovo, sintomo di un anno nuovo, una vita nuova, direbbe Dante. Rendete quel giorno la loro Beatrice.
Non li deludete. Date loro un giorno indimenticabile. Non chiedete delle loro vacanze, non raccontate le vostre. Fate lezione: con un amore con cui non l’avete mai fatta. Preparate oggi quella lezione. È domenica e avete ancora qualche ora. Stupiteli con un argomento che desti la loro meraviglia. Uccideteli di meraviglia! È dallo stupore che inizia la conoscenza, diceva Aristotele e nulla è cambiato. Annichilite i grandifratelli, gli uominiedonne. Superateli in share con le vostre lezioni. Rinnovate in voi lo stupore. Spiegate loro l’infinito di Leopardi anche se non è nel programma, fateglielo toccare questo infinito di là dalla siepe dei banchi. Raccontate loro la vita e la morte di una stella. Descrivete loro la sezione aurea dei petali di una rosa e il segreto per cui la si regala al proprio amore. Stupitevi. Stupiteli. Fatevi brillare gli occhi, fate vedere loro che sapete perchè insegnate quella materia, che siete fieri di aver speso una vita intera a imparare quelle cose, perchè quelle cose contengono il mondo intero.
Stupiteli con la vita, quella che c’è dentro secoli di scoperte, conoscenze, fatti, libri. Fategliela toccare questa vita. Non torneranno più indietro. Sapranno di avere davanti un professore. Parola meravigliosa che vuol dire “professare”, quasi come una fede, la vostra materia. Se professate questa fede toccheranno attraverso di voi le cose di cui hanno fame: verità, bene, bellezza. Le uniche cose per cui viviamo, che lo vogliamo o no. Tutti vogliamo un piatto buono, un amico sincero, una bella vacanza. È scritto nel dna che vogliamo quelle tre cose, anche se costano fatica. Diamogliele.
Immaginate domani di entrare in classe. Durante la vostra lezione il mondo viene devastato da un’apocalisse. Per una serie di fortunate (!) congiunture siete rimasti vivi solo voi, con la vostra classe. Adesso dipende tutto da voi. Rimboccatevi le maniche, prendetevi cura di quei 20-30 come fosse il mondo intero. Che mondo sarà quello di domani? Dipende da te caro collega. Non ti lamentare dei politici, delle strutture, del riscaldamento, dell’orario, adesso ci sei solo tu e loro. Non ci sono ministri, riforme, strutture. C’è la scuola nella sua essenza. Tu e loro e quel che ci sta in mezzo: le parole. Gli animali si addestrano, gli uomini si educano: con le parole. Non c’è lo stipendio, perchè non c’è lo Stato e non c’è il privato: sono loro il tuo stipendio. Ti è rimasto solo un libro: quello della tua materia. Da lì devi partire per costruire il mondo intero. Quello è il punto di appoggio con cui sollevarlo, il mondo intero.
Se loro vedranno in te il fuoco ti ripagheranno con uno stipendio che nessun altro mestiere dà: saranno degli innamorati del bene, della verità, della bellezza (cioè della vita). Non saranno dei furbi, ma degli innamorati. Forse ti manderanno ugualmente all’inferno come Dante ha fatto – anche se per altri motivi – col suo maestro Brunetto, ma sapranno riconoscerti (come Dante) di avere insegnato loro “come l’uom s’etterna”: come l’uomo si è reso immortale nella storia e come l’uomo si rende immortale al presente.
Caro collega hai 24 ore. A te la scelta: un nuovo giorno, il primo, di una vita nuova.
Stupisciti. Stupiscili.
Alessandro D'Avenia -Tratto dal blog Prof 2.0
mancano 24 ore alla prima campana. I vostri alunni sono trepidanti, perché il primo giorno di scuola attraversa il cuore di un ragazzo come uno stormo di promesse. Sperano che quel primo giorno sia un giorno nuovo, sintomo di un anno nuovo, una vita nuova, direbbe Dante. Rendete quel giorno la loro Beatrice.
Non li deludete. Date loro un giorno indimenticabile. Non chiedete delle loro vacanze, non raccontate le vostre. Fate lezione: con un amore con cui non l’avete mai fatta. Preparate oggi quella lezione. È domenica e avete ancora qualche ora. Stupiteli con un argomento che desti la loro meraviglia. Uccideteli di meraviglia! È dallo stupore che inizia la conoscenza, diceva Aristotele e nulla è cambiato. Annichilite i grandifratelli, gli uominiedonne. Superateli in share con le vostre lezioni. Rinnovate in voi lo stupore. Spiegate loro l’infinito di Leopardi anche se non è nel programma, fateglielo toccare questo infinito di là dalla siepe dei banchi. Raccontate loro la vita e la morte di una stella. Descrivete loro la sezione aurea dei petali di una rosa e il segreto per cui la si regala al proprio amore. Stupitevi. Stupiteli. Fatevi brillare gli occhi, fate vedere loro che sapete perchè insegnate quella materia, che siete fieri di aver speso una vita intera a imparare quelle cose, perchè quelle cose contengono il mondo intero.
Stupiteli con la vita, quella che c’è dentro secoli di scoperte, conoscenze, fatti, libri. Fategliela toccare questa vita. Non torneranno più indietro. Sapranno di avere davanti un professore. Parola meravigliosa che vuol dire “professare”, quasi come una fede, la vostra materia. Se professate questa fede toccheranno attraverso di voi le cose di cui hanno fame: verità, bene, bellezza. Le uniche cose per cui viviamo, che lo vogliamo o no. Tutti vogliamo un piatto buono, un amico sincero, una bella vacanza. È scritto nel dna che vogliamo quelle tre cose, anche se costano fatica. Diamogliele.
Immaginate domani di entrare in classe. Durante la vostra lezione il mondo viene devastato da un’apocalisse. Per una serie di fortunate (!) congiunture siete rimasti vivi solo voi, con la vostra classe. Adesso dipende tutto da voi. Rimboccatevi le maniche, prendetevi cura di quei 20-30 come fosse il mondo intero. Che mondo sarà quello di domani? Dipende da te caro collega. Non ti lamentare dei politici, delle strutture, del riscaldamento, dell’orario, adesso ci sei solo tu e loro. Non ci sono ministri, riforme, strutture. C’è la scuola nella sua essenza. Tu e loro e quel che ci sta in mezzo: le parole. Gli animali si addestrano, gli uomini si educano: con le parole. Non c’è lo stipendio, perchè non c’è lo Stato e non c’è il privato: sono loro il tuo stipendio. Ti è rimasto solo un libro: quello della tua materia. Da lì devi partire per costruire il mondo intero. Quello è il punto di appoggio con cui sollevarlo, il mondo intero.
Se loro vedranno in te il fuoco ti ripagheranno con uno stipendio che nessun altro mestiere dà: saranno degli innamorati del bene, della verità, della bellezza (cioè della vita). Non saranno dei furbi, ma degli innamorati. Forse ti manderanno ugualmente all’inferno come Dante ha fatto – anche se per altri motivi – col suo maestro Brunetto, ma sapranno riconoscerti (come Dante) di avere insegnato loro “come l’uom s’etterna”: come l’uomo si è reso immortale nella storia e come l’uomo si rende immortale al presente.
Caro collega hai 24 ore. A te la scelta: un nuovo giorno, il primo, di una vita nuova.
Stupisciti. Stupiscili.
Alessandro D'Avenia -Tratto dal blog Prof 2.0
Canzone dei dodici mesi
"Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e sull’ età, dopo l’ estate porta il dono usato della perplessità. Ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità, come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità. ”
Francesco Guccini- Canzone dei dodici mesi
Francesco Guccini- Canzone dei dodici mesi
Amore
Nel greco antico i termini utilizzati per definire i vari sensi con cui attualmente si usa la parola “amore” sono in maggior numero e perciò più precisi, rispetto alle molte lingue moderne.
• Agape (αγάπη) è amore di ragione, incondizionato, anche non ricambiato, spesso con riferimenti religiosi: è la parola usata nei vangeli.
• Philia (φιλία) è l’amore di affetto e piacere, di cui ci si aspetta un ritorno, ad esempio tra amici.
• Eros (έρως) definisce l’amore sessuale.
• Anteros (αντέρως) è l’amore corrisposto.
• Himeros è la passione del momento, il desiderio fisico presente e immediato che chiede di essere soddisfatto.
• Pothos è il desiderio verso cui tendiamo, ciò che sogniamo.
• Stοrge (στοργή) è l’amore d’appartenenza, ad esempio tra parenti e consanguinei.
• Thelema (θέλημα) è il piacere di fare qualcosa, il desiderio voler fare.
• Agape (αγάπη) è amore di ragione, incondizionato, anche non ricambiato, spesso con riferimenti religiosi: è la parola usata nei vangeli.
• Philia (φιλία) è l’amore di affetto e piacere, di cui ci si aspetta un ritorno, ad esempio tra amici.
• Eros (έρως) definisce l’amore sessuale.
• Anteros (αντέρως) è l’amore corrisposto.
• Himeros è la passione del momento, il desiderio fisico presente e immediato che chiede di essere soddisfatto.
• Pothos è il desiderio verso cui tendiamo, ciò che sogniamo.
• Stοrge (στοργή) è l’amore d’appartenenza, ad esempio tra parenti e consanguinei.
• Thelema (θέλημα) è il piacere di fare qualcosa, il desiderio voler fare.
Accadde oggi
11/09/1969
Comincia l’autunno caldo. L’Italia è attraversata da una ondata di proteste e lotte sindacali operaie favorita dal clima politico del Sessantotto. La mobilitazione avviene in coincidenza con la scadenza triennale dei contratti di lavoro, in particolar modo quella dei metalmeccanici
Comincia l’autunno caldo. L’Italia è attraversata da una ondata di proteste e lotte sindacali operaie favorita dal clima politico del Sessantotto. La mobilitazione avviene in coincidenza con la scadenza triennale dei contratti di lavoro, in particolar modo quella dei metalmeccanici
Montale
Quante volte t’ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
Poi apparivi, ultima. È un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.
- Eugenio Montale
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
Poi apparivi, ultima. È un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.
- Eugenio Montale
Accadde oggi
11 settembre.
Oltre 30.000 morti accertati.
Oltre 600.00 persone torturate.
Questi sono i numeri principali dell'11 settembre 1973, una data troppo spesso dimenticata e poi sorpassata dalla capacità mediatica dell' 11 settembre 2001.
Il golpe dell' 11 settembre 1973 portò al potere Pinochet con l’esplicito aiuto e contributo determinante degli USA.
Oltre 30.000 morti accertati.
Oltre 600.00 persone torturate.
Questi sono i numeri principali dell'11 settembre 1973, una data troppo spesso dimenticata e poi sorpassata dalla capacità mediatica dell' 11 settembre 2001.
Il golpe dell' 11 settembre 1973 portò al potere Pinochet con l’esplicito aiuto e contributo determinante degli USA.
venerdì 9 settembre 2016
Cesare Pavese
Amare un'altra persona è come dire: d'or innanzi quest'altra persona penserà alla mia felicità più che alla sua. C'è qualcosa di più imprudente?
— Cesare Pavese
Maurizio Marino
Caro Cesare Pavese,
sono il professor
Vittorini Leonardo. E dedico a te questo gesto di salvezza a cui ho assistito
oggi, a te che invece hai pizzicato la corda in culo al mondo e la corda in
culo al mondo ha risuonato cupa il verso nero del mare lento. Te la sei rotta
in due, la schiena, Pavese, a tradurre gli americani: c’hai vinto il premio di
un viaggio al confino che ti saresti ben risparmiato.
Le langhe che suono
hanno, che suono fanno? Le langhe lo battono il tempo del mare nero, del male
dentro? Al confino, al confino. Coi libri dentro alla giacca hai alzato gli
occhi che ti erano rimasti tristi nonostante il nome fiero. Non so se ti
ricordi di Tito tra i Cesari il più bello. Non so se ti ricordi di Svetonio che
scrive la vita di Tito. E Tito che fa? Rivive, sopravanza. Ti riscrivo per
tenerti in vita. Ci resta la speranza d’un fiato di parole. Oltre la porta c’è
una stanza dove s’annida il nero. Lontano resta il bisbiglio di uomini in
dialetto e passi lenti. Li senti, Cesare Pavese?
C’hai acceso gli
orizzonti coi tuoi racconti, e le parole in fila ai versi lunghi. Eri a
Brancaleone per un errore. Ti sei trafitto gli occhi con tutto quel nero
davanti. Tanto che manco lo guardavi, il mare. Te ne sei andato dal barbaglio
accecante delle Langhe, dai bianchi soffocanti delle nebbie per aver parlato
con Ginzburg, con Spinelli e il regime t’ha scoperto. In punizione, fino a
Brancaleone. Il confine è qui: pullula di mare. Di notte si sveste e cresce con
l’amore della luna. Senza falò, per pudore. Così nessuno ci vede.
Te ne sei andato, Cesare
Pavese, insieme a quelli come te: il nero s’impiglia sempre dentro a un non so
che, Pavese. Il millenovecentotrentacinque, Cesare, è stato lungo e lento, a
Brancaleone. A partire dall’estate e forse non è più finito. Hai letto,
quell’anno? hai scritto, Pavese? quanto t’è durato? i calabresi c’hanno provato
ad allietartelo. Ma niente.
Il tedio prende sempre il
sopravvento, Cesare. Lo spleen t’ha arrovellato. Ha bruciato fino al condono. E
te ne sei tornato alla tua terra. Un tuo amico, Davide Lajolo, t’ha ricordato
nel Vizio assurdo. C’hai portato a spasso con Dos Passos, Pavese. Niente
pettegolezzi, come c’hai lasciato scritto sull’ultimo pezzetto di carta. Quella
notte d’agosto del millenovecentocinquanta. Una bustina di sonnifero di troppo,
per terra.
Stasera in tv
Alle 21.10 su Rai 3 sarà trasmesso"Anni felici", film del 2013 diretto da Daniele Luchetti che ha come protagonisti Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti. Il film è stato presentato in anteprima all'edizione 2013 del Toronto International Film Festival.
Cesare Pavese
Immortale è chi accetta l'istante. Chi non conosce più un domani.
— | Cesare Pavese - Dialoghi con Leucò |
giovedì 8 settembre 2016
Virna Lisi
Anche io chiudo i rapporti da un momento all’altro. Se sento odore di cattiveria gratuita, cancello dal mio orizzonte le persone – anche quelle frequentate a lungo – e faccio finta di non averle mai conosciute. In questa pratica ho un vero talento. Sono bravissima. E non mi pento mai.
— | Virna Lisi |
martedì 6 settembre 2016
Evita Greco
"Aveva capito che le cose,quando finiscono, lo fanno in silenzio.
Mentre quelle che iniziano fanno un rumore bellissimo".
-Evita Greco, Il rumore delle cose che iniziano
Mentre quelle che iniziano fanno un rumore bellissimo".
-Evita Greco, Il rumore delle cose che iniziano
Anais Nin
Capisco la solitudine meglio di chiunque altro al mondo,
ecco perché rispondo alle lettere
e quando mi parli
della pochezza delle gente che ti circonda.
Ricordo i momenti e i posti che non donavano vita.
Devi proprio rimanere li?
Bisognerebbe fare uno sforzo coraggioso
per lasciare i posti vuoti o solitari.
La vita è troppo preziosa.
Guardando al passato mi rendo conto
che siamo noi a creare il nostro destino
e i suoi aspetti negativi con la nostra passività.
Non dovremmo mai accettare la povertà della vita.
So che è difficile affrontare l’ignoto,
trovarsi un altro lavoro,
o un altro modo di vivere
Ma se dipende solo da te,
non accettare il vuoto
Anais Nin
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