Definitivo, come tutto ciò che è semplice.
Il nostro dolore non deriva dalle cose vissute,
ma dalle cose che sogniamo e che non si realizzano.
Perché soffriamo tanto per amore?
Sarebbe meglio che la gente non soffrisse,
e ringraziasse anche solo per aver conosciuto una persona tanto buona,
che generò in noi un sentimento intenso
che ci ha accompagnato per un tempo ragionevole,
un tempo felice.
Perché soffriamo ?
Per tutti i baci cancellati, per l’eternità.
Soffriamo, non perché il nostro lavoro è stressante e paga poco,
ma per tutte le ore libere
che non abbiamo avuto per andare al cinema,
per conversare con un amico,
per nuotare, per innamorarci.
Perché automaticamente dimentichiamo quello che abbiamo goduto
e cominciamo a soffrire per i nostri progetti irrealizzati,
per tutte le città che avremmo potuto conoscere a fianco del nostro amore,
per tutti i figli che avremmo avuto piacere ad avere vicino,
per tutti gli show, i libri e i silenzi che avremmo gradito condividere,
Soffriamo, non perché nostra madre è impaziente con noi,
ma per tutti i momenti in cui le avremmo potuto confidare
le nostre più profonde angosce
e fosse interessata a comprenderci.
Soffriamo, non perché la nostra squadra ha perso,
ma per l’ euforia soffocata.
Soffriamo non perché invecchiamo,
ma perché il futuro è da noi confiscato,
impedendo così che ci accadano mille avventure,
tutte quelle con le quali sogniamo e
mai tentiamo di sperimentare.
Come alleviare il dolore di ciò che non fu vissuto?
La risposta è semplice come un verso:
Avere meno illusioni e vivere di più!!!
Ogni giorno che vivo
mi convinco sempre più
che lo spreco della vita
è nell’amore che non diamo,
nelle forze che non usiamo,
nella prudenza egoista che non rischia mai,
e che, schivando la sofferenza,
fa perdere anche la felicità.
Il dolore è inevitabile.
La sofferenza è un accessorio extra.
Carlos Drummond de Andrade
lunedì 17 agosto 2015
sabato 15 agosto 2015
Sibilla Aleramo
“La felicità consiste nell’aver vicino qualcuno che si preoccupi se ci vede un po’ pallide.”
— Sibilla Aleramo
venerdì 14 agosto 2015
Le affinità elettive
Quelle sostanze che, incontrandosi, subito si compenetrano e si influenzano reciprocamente, le chiamiamo affini. Nel caso degli alcali e dei sali, che , seppur opposti, e forse proprio perché opposti, si cercano e si associano col massimo vigore, modificandosi e formando insieme un nuovo corpo, questa affinità è palese. […] Bisogna vedere in azione davanti ai propri occhi queste sostanze all’apparenza inerti, e tuttavia intimamente sempre disposte, ed osservare con partecipazione il loro cercarsi, attirarsi, distruggersi, divorarsi, consumarsi, e poi il loro riemergere dalla più intima congiunzione in forma mutata, nuova, inattesa.”
— Johann Wolfgang von Goethe, Le Affinità Elettive
— Johann Wolfgang von Goethe, Le Affinità Elettive
giovedì 13 agosto 2015
Amelie Nothomb
“Dove comincia il proprio territorio, dove finisce quello dell'altro? Esiste una geografia amorosa che vale le cartografie di guerra”
— A.Nothomb - Barbablù
mercoledì 12 agosto 2015
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