domenica 8 settembre 2024

Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso

 Orbene, l’unica assenza è quella dell’altro: è l’altro (l’oggetto amato) che parte, sono io (l’innamorato) che resto. L’altro è in uno stato di perpetua partenza, sempre sul punto di mettersi in viaggio; egli è, per vocazione, migratore, errante; io che amo sono invece, per vocazione inversa, sedentario, immobile, a disposizione, in attesa, sempre nello stesso posto, in giacenza, come un pacco in un angolo sperduto d’una stazione. L’assenza amorosa è possibile in un solo senso e non può essere espressa che da chi resta - e non da chi parte: io, sempre presente, non si costituisce che di fronte a te, continuamente assente. […]

Sono innamorato? - sì, poiché sto aspettando.

L’altro, invece, non aspetta mai. Talvolta, ho voglia di giocare a quello che non aspetta; cerco allora di tenermi occupato, di arrivare in ritardo; ma a questo gioco io perdo sempre: qualunque cosa io faccia, mi ritrovo sempre sfaccendato, esatto, o per meglio dire in anticipo. La fatale identità dell’innamorato non è altro che: io sono quello che aspetta.


(R. Barthes, Frammenti di un discorso amoroso)




Beppe Fenoglio

 Io non sopporto più di non ballare mai con te.

Beppe Fenoglio, Una questione privata




sabato 7 settembre 2024

Karen Blixen

 “La cura per ogni cosa è l’acqua salata: sudore, lacrime, o il mare.”

—  Karen Blixen



venerdì 6 settembre 2024

Ernest Hemingway

 "Amo ascoltare. Ho imparato un gran numero di cose ascoltando con pazienza i miei interlocutori. Ma molte persone non ascoltano mai".


Ernest Hemingway



Andrea Camilleri

 "Bisognerebbe far capire che andare a teatro o leggere un libro non è un passatempo: in realtà è anche un passatempo se vogliamo, ma è anche qualcosa di più, cioè a dire un crescere da uomini, da cittadini, un capire il mondo, un conoscere l'infinita quantità di cose che ignoriamo, cioè un continuo arricchimento".

- Andrea Camilleri



Jorge Luis Borges

 "Ciascuno immagina il Paradiso a suo modo; io, sin da quando ero bambino, l'ho immaginato come una biblioteca. 

Non come una biblioteca infinita, perché in tutto l'infinito c'è qualcosa di scomodo e di enigmatico, ma come una biblioteca fatta a misura d'uomo. 

Una biblioteca in cui ci saranno sempre libri (e talvolta scaffali) da scoprire, ma non troppi. Insomma, una biblioteca che permetta il piacere della rilettura, il tranquillo e fedele piacere del classico e i piacevoli allarmi della scoperta dell'imprevisto".


Jorge Luis Borges





Tommaso Campanella

 “Delle radici de’ gran mali del mondo 

Io nacqui a debellar tre mali estremi; 

tirannide, sofismi, ipocrisia; 

ond’or m’accorgo con quanta armonia 

Possanza, Senno, Amor m’insegno’ Temi. 

Questi principi son veri e sopremi 

della scoverta gran filosofia, 

rimedio contro la trina bugia, 

sotto cui tu piangendo, o mondo, fremi. 

Carestie, guerre, pesti, invidia, inganno, 

ingiustizia, lussuria, accidia, segno, 

tutti a que’ tre gran mali sottostanno, 

che nel cieco amor proprio, figlio degno 

d’ignoranza, radice e fomento hanno. 

Dunque a diveller l’ignoranza io vegno.”

— Tommaso Campanella  (Stilo, 5 settembre 1568 – Parigi, 21 maggio 1639)