giovedì 10 agosto 2017
Cosa pensano le ragazze
"Sai quando il pensiero dell'altra persona è una specie di carta da parati del cervello, che anche se non ci pensi è sempre lì?”
- Concita De Gregorio, Cosa pensano le ragazze
- Concita De Gregorio, Cosa pensano le ragazze
Roberto Saviano
Agosto non è crudele. È feroce. Si presenta come un mese del passato e ti costringe a ricordare. Ferocemente smette di essere tutto ciò che era. Aspettavo agosto tutto l'anno da bambino. La spiaggia, i templi di Paestum, la sensazione che tutto l'anno valesse la pena viverlo per rotolarsi nel bagnasciuga con mio fratello, con i miei cugini. La sensazione che la vita vera fosse agosto. L'attesa dell'agosto più bella dell'agosto persino. Vivere agosto da adulti non vale la pena. Ora agosto è solo un mese di promesse non mantenute, la dimostrazione che la vita ti ha tradito e quello che ti aspettavi non arriva. Come una generazione che credeva di poter vivere meglio dei propri genitori e invece vive peggio, assai peggio. Agosto era il mese dove riuscivi a prendere tutto ciò che di bello concepivi. Ora arriva e raccoglie esattamente le briciole dell'intero anno. Agosto ormai è solo un modo, come direbbe Chaillet, per essere infelici in modo molto romantico.
Roberto Saviano
X Agosto
Giovanni Pascoli, X Agosto
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male.
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male.
mercoledì 9 agosto 2017
Gli indifferenti
"Non capisco… come cambiar vita? Una bella mattina ti alzi e dici: ‘Oggi voglio cambiare vita’: com'è possibile tutto questo?”
“Si può fare qualche azione” disse Carla senza alzare gli occhi e stringendo i denti per la rabbia “che trasformi in tutto e per tutto il modo di esistenza.”
— Alberto Moravia, Gli indifferenti
“Si può fare qualche azione” disse Carla senza alzare gli occhi e stringendo i denti per la rabbia “che trasformi in tutto e per tutto il modo di esistenza.”
— Alberto Moravia, Gli indifferenti
Fernando Pessoa
Non venire a sederti di fronte a me, né accanto a me;
non venire a parlarmi, né a sorridere.
Sono stanco di tutto, sono stanco,
voglio solo dormire.
Dormire pure da sveglio, sognando
o anche senza sognare,
ma avvolto in un vago dolce abbandono
di non dover pensare
Fernando Pessoa
non venire a parlarmi, né a sorridere.
Sono stanco di tutto, sono stanco,
voglio solo dormire.
Dormire pure da sveglio, sognando
o anche senza sognare,
ma avvolto in un vago dolce abbandono
di non dover pensare
Fernando Pessoa
Italo Calvino
Questo intendo quando dico che vorrei risalire il corso del tempo: vorrei cancellare le conseguenze di certi avvenimenti e restaurare la condizione iniziale. Ma ogni momento della mia vita porta con sé un'accumulazione di fatti nuovi e ognuno di questi fatti nuovi porta con sé le sue conseguenze, cosicché più cerco di tornare al momento zero da cui sono partito più me ne allontano: pur essendo i miei atti intesi a cancellare conseguenze d'atti precedenti e riuscendo anche a ottenere risultati apprezzabili in questa cancellazione, tali da aprirmi il cuore a speranze di sollievo immediato, devo però tener conto che ogni mia mossa per cancellare avvenimenti precedenti provoca una pioggia di nuovi avvenimenti che complicano la situazione peggio di prima e che dovrò cercare di cancellare a loro volta. Devo quindi calcolare bene ogni mossa in modo da ottenere il massimo di cancellazione col minimo di ricomplicazione.
Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore
Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore
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