lunedì 13 luglio 2015

Il piacere

Non ricordo più nulla. Vi amo. Amo voi sola. 
Penso per voi sola. Vivo per voi sola. 
Non so più nulla; non desidero più nulla, 
oltre il vostro amore.
—  Andrea Sperelli, da “Il Piacere ∼Gabriele D'Annunzio

Il gioco del mondo

Illusione e delusione di passare da una bocca ad un’altra, di cercare con gli occhi chiusi un collo in cui la mano ha dormito raccolta, e sentire che la curva è diversa, una base più spessa, un tendine che si contrae brevemente nello sforzo di rizzarsi per baciare o mordere. Ogni attimo del suo corpo di fronte a un disaccordo delizioso, doversi allungare un pochino di più, o abbassare la testa per trovare la bocca che prima stava lì vicina, carezzare un fianco più stretto, incitare una risposta e non ottenerla, insistere, distratto, per poi accorgersi che tutto bisogna inventare di nuovo, che il codice non è stato stabilito, che le chiavi e il cifrario nasceranno di nuovo, saranno diversi, corrisponderanno ad altro. Il peso, l’odore, il tono di una risata, di una supplica, i tempi, le accelerazioni, nulla coincide essendo uguale, tutto nasce di nuovo essendo immortale, l’amore gioca a inventarsi, fugge da se stesso per tornare nella propria spirale impressionante, i seni cantano in un altro modo, la bocca bacia più profondamente o come di lontano, e in un momento in cui prima era collera e angoscia ora è gioco puro, un incredibile sollazzo, o al contrario, quando prima si cadeva nel sonno nel balbettio di dolci stupide cose, adesso la tensione, qualcosa di incomunicato eppure presente che esige d’incarnarsi, qualcosa come una rabbia insaziabile. Solo il pacere nel suo palpito ultimo è il medesimo; prima e dopo il mondo è andato in pezzi e bisogna nuovamente dargli nome, dito per dito, labbro per labbro, buio per buio.
Julio Cortàzar, Rayuela - Il gioco del mondo

domenica 12 luglio 2015

venerdì 10 luglio 2015

Frida

Diego.
La verità, grandissima, è che io non vorrei né parlare, né dormire, né ascoltare, né desiderare.
Sentirmi intrappolata, senza paura del sangue, senza tempo né magia, dentro la tua stessa paura, e dentro la tua grande angoscia, e dentro lo stesso battito del tuo cuore. 
Tutta questa pazzia, se te la chiedessi, io so che sarebbe, nel tuo silenzio, solo turbamento.
Ti chiedo la violenza dell'insensatezza, e tu, mi dai la tua grazia, la tua luce e il calore.
Vorrei dipingerti, però non ci sono colori, pur avendone tanti, nella mia confusione, la forma concreta del mio grande amore.
F.
Frida Kahlo - Diario