martedì 26 agosto 2014

Il gioco del mondo

Quando ci salutammo eravamo come due bambini che sono diventati terribilmente amici durante una festa di compleanno e continuano a guardarsi mentre i genitori li prendono per mano e li trascinano via, ed è un dolore dolce e una speranza, e si sa che uno si chiama Tony e l’altra Lulù, ed è sufficiente perché il cuore sia come uno zuccherino.
J. Cortazàr, Il gioco del mondo

lunedì 25 agosto 2014

Friedrich Wilhelm Nietzsche (Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900)



Dipende da noi modellare il nostro temperamento come un giardino. Piantarvi le esperienze, estirparne altre: costruire un tranquillo e bel viale dell’amicizia, conoscere segrete prospettive di silenzio – tenere pronti gli accessi a tutti questi begli angoli del proprio giardino perchè non ci venga a mancare quando ne abbiamo bisogno.
Friedrich Nietzsche, “”Frammenti postumi – Autunno 1880″

Umberto Saba

Dimmi tu addio
che a me dirlo non riesce.
Morire è facile,
perderti è difficile..
[Umberto Saba]

domenica 24 agosto 2014

Malamore di Concita De Gregorio

“L’accorato appello, a sostegno delle giovani donne che prima o poi accoglieranno nelle loro vite quei trentenni, è rivolto alle madri. Si potrebbe cominciare dal non essere particolarmente fiere di aver partorito (ormai molto tempo fa, tra l’altro) un figlio maschio. Non comunicare con le parole nè coi gesti che per la madre si tratta di un privilegio: addirittura non pensarlo. Considerare il fatto che si rifacciano il letto e raccolgano da terra i calzini non un gesto di generosità ma una semplice decenza. Che tirino l’acqua del wc dopo essere stati in bagno un obbligo; mostrare raccapriccio, fin da quando sono bambini per l’abitudine contraria a meno di non vivere in luoghi desertici e non raggiunti da un acquedotto. Non denigrare la fidanzata di turno perchè inaffidabile, poco gentile, non premurosa. Per nessun’altra ragione, comunque, mano che mai prendere informazioni sulle sue doti muliebri e mostrarsi interdette se la ragazza ha intenzione di stare via sei mesi per uno stage a Boston. Se va a stare da solo, ma tanto capita di rado, oltretutto gli affitti sono carissimi e il lavoro manca, se comunque va a vivere da solo non offrirsi di lavare e stirare la sua biancheria portata a sacchi due volte a settimana, meno che mai andarla a raccogliere a domicilio. Non svegliarlo la mattina al cellulare perchè non sente la sveglia, ha il sonno pesante. Non nascondere al marito le malefatte del figlio, non fare la parte di quella che tutto comprende e tutto risolve, quella che «non lo diciamo a papà», ma nemmeno lasciare che il marito - o il compagno, o il fidanzato, o chiunque sia- sia quello che gioca alla playstation e vede la partita in tv col figlio maschio così di divertono e sono proprio simpatici quei due mentre la madre, quella ropmiballe, sta di là in cucina sempre a lamentarsi e la sorella rifà i letti e scrive un diario perchè non può uscire la sera. Ecco, ripartirei da qui. Poi magari tra una trentina d’anni vediamo anche di fare una legge contro i maltrattamenti domestici, contro la violenza dentro casa, uomini che schiavizzano e segregano e picchiano le donne. Semmai però, se proprio serve, perchè tanto sarebbe di certo inutile, a quel punto.”
—Concita De Gregorio, “Malamore”

Buonanotte...

"Buonanotte a chi ha l’altra metà del cuore a chilometri di distanza. E complimenti, complimenti davvero perché ci vuole un gran bel coraggio ad abbracciarsi da soli la notte.Buonanotte, perché è una faccenda da duri amare chi c’è ma non c’è."
Siham Jadir

sabato 23 agosto 2014

Cesare Pavese

Appena fuori della luce del locale, si era soli sotto le stelle, in un baccano di grilli e di rospi. Io avrei voluto portarmela in quella campagna, tra i meli, i boschetti, o anche soltanto l’erba corta dei ciglioni, rovesciarla su quella terra, dare un senso a tutto il baccano sotto le stelle.
- Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

Pirandello

A quanti uomini, presi nel gorgo d'una passione, oppure oppressi, schiacciati dalla tristezza, dalla miseria, farebbe bene pensare che c'é sopra il soffitto il cielo, e che nel cielo ci sono le stelle.
- Dal libro "Quaderni di Serafino Gubbio operatore"
di Luigi Pirandello