La lontananza è il fascino dell'amore. Amarsi vicini è difficile.
- Corrado Alvaro, Quasi una vita
martedì 15 aprile 2014
Corrado Alvaro,(San Luca (RC), 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956)
“La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile, questa disperazione avvolge il mio Paese da molto tempo.”
— Corrado Alvaro
Corrado Alvaro,(San Luca (RC), 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956)
I calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini. Amore disperato del loro paese, di cui riconoscono la vita cruda, che hanno fuggito, ma che in loro è rimasta allo stato di ricordo e di leggenda dell'infanzia.
Corrado Alvaro,(San Luca (RC), 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956) scrittore, giornalista e poeta calabrese
Corrado Alvaro,(San Luca (RC), 15 aprile 1895 – Roma, 11 giugno 1956) scrittore, giornalista e poeta calabrese
Gianni Rodari
“Se un bambino scrive sul quaderno: “L’ago di Garda” ho la scelta tra correggere l’errore con un segnaccio rosso o blu, o seguire l’ardito suggerimento e scrivere la storia e la geografia di questo “ago” importantissimo, segnato anche nella carta d’Italia. La Luna si specchierà sulla punta o nella cruna? Si pungerà il naso?”
— Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, 1973
— Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, 1973
lunedì 14 aprile 2014
Una sola stella nel firmamento. Io e mio figlio Federico Aldovrandi
- Titolo: Una sola stella nel firmamento. Io e mio figlio Federico Aldrovandi
Autori: Patrizia Moretti, Francesca Avon - DESCRIZIONE:
Quella mattina Patrizia Moretti si sveglia nel cuore della notte. È preoccupata: suo figlio non è ancora rincasato. Poi sente un rumore nella sua stanza. Torna a dormire. È tranquilla ora. No: Federico non era nel suo letto. il suo corpo giaceva esanime sull'asfalto di via Ippodromo a Ferrara. Adesso Patrizia su quel letto vuoto va a sedersi spesso. Per riprendere fiato e riordinare le idee. Per recuperare le forze. In questi anni ha dovuto superare molte prove. Il primo referto di morte per overdose. La lotta per rompere il silenzio e l'indifferenza della gente. La battaglia per smascherare il tentativo di occultare le prove da parte delle istituzioni. Quando nessuno sembrava interessarsi alla morte di Federico. Diciotto anni, ucciso di botte in una sera qualunque da quattro poliziotti. E poi l'apertura del blog, i primi sostenitori, le dimostrazioni di solidarietà, l'Italia che finalmente vede. Le prime indagini, i processi, lo sguardo dei carnefici, le menzogne, le false testimonianze, gli insulti, le querele. E poi la manifestazione del Coisp, il sindacato di polizia, proprio sotto l'ufficio di Patrizia: solidarietà ai quattro agenti. Fino alla fine Patrizia ha rivendicato giustizia. Fino alla condanna degli imputati, al pubblico riconoscimento della loro colpa. L'unica cosa che potesse riscattare il ricordo di Federico e restituire verità. L'unica cosa che potesse finalmente renderle il respiro...
Vittorio Arrigoni (Besana in Brianza, 4 febbraio 1975 – Gaza, 15 aprile 2011)
“Restiamo umani è l’adagio con cui firmavo i miei pezzi per il Manifesto e per il blog ed è un invito a ricordarsi della natura dell’uomo. Io non credo nei confini nelle barriere, nelle bandiere. Credo che apparteniamo tutti, indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini, alla stessa famiglia, che è la famiglia umana.”
- Vittorio Arrigoni
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