"Edvard Munch"
Dal 6 novembre al 27 aprile - Genova, Palazzo Ducale
Orari:
Lunedì dalle ore 14.00 alle ore 18.00
Dal martedì alla domenica dalle ore 9.00 alle ore 18.00
La biglietteria chiude un'ora prima
Aperture straordinarie:
Domenica 20 aprile (Pasqua): mostra aperta dalle 9:00 alle 19:00. La biglietteria chiude alle ore 18.00
Lunedì 21 aprile (Pasquetta): apertura dalle 9:00 alle 19:00. La biglietteria chiude alle ore 18.00
Venerdì 25 aprile: mostra aperta dalle 9:00 alle 19:00. La biglietteria chiude alle ore 18.00
sabato 15 marzo 2014
Studenti occupano Palazzo Ducale a Genova
Ieri pomeriggio a Genova, centocinquanta studenti del movimento "Rete Universitaria Precaria" hanno occupato questo l'ingresso di Palazzo Ducale chiedendo e ottenendo di poter visitare gratuitamente la mostra di Edward Munch. Sono intervenuti vigili urbani e agenti della Digos che hanno bloccato l'accesso dei manifestanti. Al termine di una trattativa è stato deciso di concedere l'ingresso gratuito agli studenti divisi per gruppi.
Addio a Glenn, il marinaio del bacio
E' morto ieri negli Stati Uniti a 86 anni Glenn McDuffie, il marinaio ritratto nella storica foto del bacio all 'infermiera a Times Square il 15 agosto 1945, realizzata dal fotoreporter Alfred Eisenstaedt.
Tu quoque, Brute, fili mi!
"Quando egli fu seduto, i congiurati lo attorniarono come per rendergli omaggio. E subito Tillio Cimbro, che si era assunto il compito di dare il via all'azione, gli si avvicinò come per chiedergli qualcosa, e, quando l'altro fece un cenno di rifiuto rimandando ad altro momento. gli afferrò da entrambe le spalle la toga; poi, mentre Cesare gridava: "ma questa è violenza!", uno dei due Casca lo ferì da dietro un poco sotto la gola. Cesare, afferrato il braccio di Casca, lo trafisse con uno stilo; ma poi, mentre tentava di dare un balzo, fu bloccato da un'altra ferita. Quando si rese conto di essere da ogni parte preso di mira dalle armi impugnate, si avvolse la toga intorno al capo, mentre con la sinistra ne fece scendere le pieghe sino in fondo ai piedi, per cadere più compostamente con la parte inferiore del corpo anch'essa coperta. E così, fu trafitto da ventitrè ferite, emettendo un solo gemito al primo colpo, senza una parola. Alcuni però, hanno raccontato che , a Bruto che gli si avventava contro, egli disse : "καὶ σύ, τέκνον;" . Ormai spirato, mentre tutti fuggivano qua e là, egli rimase lì a giacere per qualche tempo, finchè, caricato su una lettiga, con il braccio che ne pendeva giù, tre giovani schiavi lo riportarono a casa. E fra tante ferite, a parere del medico Antistio, nessuna fu riscontrata veramente letale, tranne la seconda che aveva ricevuto nel petto".
Gaio Svetonio Tranquillo, De vita Caesarum, Liber Primus, Divus Iulius
Gaio Svetonio Tranquillo, De vita Caesarum, Liber Primus, Divus Iulius
Gaio Giulio Cesare
Gli storici hanno discusso a lungo se Cesare intendesse trasformare la sua dittatura in monarchia e se pensasse a se stesso come a un re, con tutti gli elementi divini che la tradizione antica attribuiva alla figura del monarca. Secondo alcuni aneddoti, Cesare aveva in realtà in odio la carica di re: si racconta che una volta fece togliere da una statua un'iscrizione che lo chiamava "semidio", che un'altra volta rispose a chi lo chiamava "re" di essere "solo Cesare" e infine che , poco prima di morire, per tre volte rifiutò , durante una cerimonia, di indossare la corona regale che gli veniva offerta. Altri episodi della vita di Cesare, tuttavia, ci restituiscono un'immagine diversa del celebre generale. Egli amava infatti ricordare la sua presunta origine divina per parte di padre ( da Venere) e regale per parte di madre ( da Anco Marcio). Una volta divenuto dittatore, prese il diritto di sedersi in senato su un seggio dorato, creò dei sacerdoti intitolati al suo nome, autorizzò il conio di monete con la sua immagine, permise le offerte alla sua persona, come si usava per gli dei, e in alcuni templi pose statue che lo rappresentavano accanto a quelle delle divinità. Infine, non si dimentichi che aveva al suo fianco la regina Cleopatra, che lo aveva seguito a Roma e che sembra non mancasse di influenzarlo per fargli accettare quei simboli regali a cui lei era tanto affezionata.
Aristoteles Sokrates Homer Onassis (in greco: Αριστοτέλης Ωνάσης; Smirne, 15 gennaio 1906 – Neuilly-sur-Seine, 15 marzo 1975)
Ci si deve liberare della speranza che il mare possa mai riposare. Dobbiamo imparare a navigare in venti forti.
- Aristotele Onassis
- Aristotele Onassis
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