E' stata una lotta magnifica che tu hai affrontato tanto serenamente ed ora il nostro bimbo è una realtà viva e palpitante. Tutta la realtà nel suo sviluppo è una lotta continua di cui il protagonista in funzione attiva è ciò che nasce e che si vuole affermare. Lungo e doloroso è stato il parto attraverso cui nostro figlio è venuto alla luce. Nella stessa notte del 9 novembre all'Assemblea Regionale Siciliana si svolgeva una battaglia pure lunga e penosa a conclusione della quale veniva partorito un articolo importante della legge per la riforma agraria della Sicilia. Può essere simbolica l'eventuale coincidenza di un fatto che di per sé è tanto importante ma, a parte l'eventuale coincidenza, una cosa è chiara: nostro figlio è frutto di volontà, gioia, energia e di sacrifici. Egli è una forza nuova che si afferma, così, attraverso una lunga lotta dei contadini siciliani che incominciano a conquistare, palmo a palmo, la terra da lavorare. Noi, con i nostri ideali, siamo protagonisti di ambedue gli eventi. E proprio perché siamo protagonisti anche del nostro evento, la lotta dei contadini, di tutto il popolo per la terra e la libertà, che la nascita di nostro figlio è considerata dal nostro partito e dai nostri compagni più cari un grande evento. Noi dobbiamo essere orgogliosi di ciò. Qualche giorno prima che Filippo vedesse la luce tu mi scrivevi che la sua venuta avrebbe rappresentato un nuovo poderoso elemento di forza e di resistenza per noi. Siamo in tre a lottare, nostro figlio sta a dirci che nonostante tutto si va avanti. Ciò che deve nascere, viene alla luce e ciò che deve affermarsi finisce col vincere. Con questa certezza, in ogni momento potremo vincere ogni debolezza ed ogni eventuale smarrimento. Quando ti sentirai sola, potrai abbracciare il nostro bimbo. Quando mi sentirò preso dallo sconforto penserò più intensamente a te ed al nostro piccolo tesoro, e mi convincerò che la vita prevale sulla morte, e ciò che è nuovo distrugge ciò che è già invecchiato, e che alla fine nella storia prevale la verità.
(Lettera di Pio La Torre, segretario regionale del PCI siciliano, assassinato il 30 aprile 1982 a causa del suo forte impegno contro le mafie, alla moglie Giuseppina)