《I miei difetti mi hanno sempre aiutata; la voce per esempio: che disastro! In accademia esisteva solo la voce di Vittorio Gassman (che allora insegnava già), la mia che prospettiva poteva avere? Se non quella della verità e della sincerità. Che sono sempre state le mie due mete. In teatro con Tofano andò subito bene. Ero già una prima attrice, giovane affermata e stimata, quando ho cercato di fare anche il doppiaggio, oltre alla radio e alla televisione, ma lì cominciarono i guai. Le voci usate al cinema corrispondevano ai visi delle attrici dell’epoca. Dunque, io venivo usata da Fellini per fare una prostituta in Cabiria, da Monicelli per I soliti Ignoti per la compagna di un ladro (Memmo Carotenuto), da Pasolini per la moglie di Accattone. Ma come nelle favole, un bel giorno, Antonioni cercava una voce per la benzinaia per Il Grido. Serviva perciò una voce particolare, un po’ sfiatata abituata all’aria aperta. Durante il doppiaggio, mi arrivò un suo commento dalla regia che era di spalle:“Ha una bella nuca, potrebbe fare del cinema”. Mi pare di avergli risposto: e di faccia ci starebbe sempre il mio partner? Fortunatamente io avevo la faccia delle donne delle sue storie e le sue storie mi somigliavano, così cominciò la mia grande avventura》.
Monica Vitti
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