Estratto dall'intervista di Oriana Fallaci ad Anna Magnani (da "Gli Antipatici", di O. Fallaci)
ORIANA FALLACI: Di qualcosa avrà pur paura anche lei, signora Magnani. Di invecchiare, ad esempio. Non ha paura di invecchiare?
ANNA MAGNANI: No, a condizione che non mi invecchi il cervello. Le grinze in faccia, sa, son sopportabili. Soprattutto se si è goduto abbastanza quando non c'erano. Ma le grinze al cervello, che orrore! Di morire, allora. Non ha paura, lei, di morire? Io sì, tanta. Ci penso sempre, alla morte. È così ingiusto morire, dal momento che si è nati. Morire è finire: perché si deve finire? Un uomo dovrebbe finire quando decide di finire, quando è stanco, pago di tutto: non prima. Oddio, c'è una tale sproporzione tra la dolcezza con la quale si nasce e la fatica con la quale si muore. Nascere è quattro strilletti sani e gioiosi, morire è tragedia. Si dovrebbe almeno morire con la stessa dolcezza e incoscienza con la quale si nasce, E lo sa che le dico? Forse sarebbe più giusto nascere vecchi e morire bambini. Gesù, che discorsi. Ora mi farà un ritratto tragico, deprimente. Ma io non sono una donna tragica, deprimente. Io sono... Orià: cosa sono?
ORIANA FALLACI: Gliel'ho detto in principio: un libro già scritto. Tanto più incomprensibile quanto più si rilegge. Ma scritto.
ANNA MAGNANI: Uhm! Boh! Mah! Sta roba da intellettuali! Orià: non faccia l'intellettuale, sia intelligente, ma che pensa di me?
ORIANA FALLACI: Io penso... io penso che lei sia un grand'uomo, signora Magnani.
Roma, aprile 1963.
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