“I 4 a scuola servono, perché fanno capire i nostri limiti e fanno capire che la vita non è dei furbi, come si crede. La vita è una maratona e ogni cosa va sudata, conquistata con fatica.
[...]Insegniamo che per avere successo nella vita ci vuole talento e che il talento al 98% è frutto del sudore. Disciplina: questa è la parola chiave. E’ da lì che esce il talento.
[...]Oggi due parole molto importanti sono scomparse dal vocabolario dell’educazione: dolore e fatica. Tuteliamo i figli da tutto. Se dovessimo costringere per un giorno i nostri ragazzi a indossare i pantaloni corti, noteremmo che non esiste più un ginocchio sbucciato. Conseguenza: quella di oggi è una generazione fragile. Ed è colpa nostra.
I dolori che non si hanno da piccoli faranno soffrire da grandi. Meglio sbucciarsi le ginocchia a 8 anni che a 48. Una volta non c’erano i cellulari e i figli andavano lontano da casa e non erano raggiungibili dai genitori e si dovevano arrangiare. Così diventavano grandi.
Il fatto di correre sempre in aiuto dei figli, di fare le cose per loro di sostituirci a loro nella soluzione dei problemi rende loro la vita facile: per loro non c’è più nemmeno il gusto della conquista".
- Paolo Crepet
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