sabato 4 aprile 2015

Rimmel

E qualcosa rimane,
fra le pagine chiare e le pagine scure,
e cancello il tuo nome dalla mia facciata
e confondo i miei alibi e le tue ragioni,
i miei alibi e le tue ragioni.
Chi mi ha fatto le carte
mi ha chiamato vincente, ma uno zingaro è un trucco.
E un futuro invadente, fossi stato un pò più giovane,
l’avrei distrutto con la fantasia,
l’avrei stracciato con la fantasia.


Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro.
ancora I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare come vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.


Santa voglia di vivere
e dolce Venere di Rimmel.
Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi
se per caso avevo ancora quella foto 
in cui tu sorridevi e non guardavi.
Ed il vento passava
sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona
e quando io, senza capire, ho detto sì.
Hai detto “E’ tutto quel che hai di me”.
È tutto quel che ho di te.


Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo
e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro.
Ancora I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo,
li puoi nascondere o giocare con chi vuoi
o farli rimanere buoni amici come noi.
Francesco De Gregori, Rimmel 

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