Queste carezze e parole affettuose non hanno bisogno di essere ripetute per continuare, per esistere in qualche posto, un legame fra noi sempre vivo e sempre ugualmente intimo. Quando un giorno, per calmare la mia coscienza, le misi due dita sotto al mento e la guardai lungamente negli occhi fedeli, essa con abbandono s’accostò a me e mi porse le labbra: «Sei rimasto sempre affettuoso tu». Ciò mi sorprese un poco al momento. Poi guardando con attenzione nel passato, m’avvidi infatti che io di affetto non avevo mai mancato in modo da negare l’amore antico che le avevo portato. L’avevo anche abbracciata un po’ distrattamente ogni sera prima di chiudere gli occhi al sonno.
Italo Svevo, Il vegliardo
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