La responsabilità di ogni azione infame compiuta dentro la collettività deve essere un atto imputato non ai singoli ma all’insieme di tutte le presenze responsabili.
In poche parole, nessuno può dirsi o pensarsi innocente riguardo ad atti indegni che si producono in un contesto di responsabilità collettiva. Un uomo, specie se di potere, che è al corrente dell’agire indegno che non solo danneggia economicamente la cosa pubblica ma che oltretutto intacca duramente la credibilità della giustizia e del suo operare, non può tirarsi o dirsi fuori dall’indegnità di ognuno dichiarando: “Io non c’ero, non ho visto… ho sentito sì parlare di questi intrallazzi ma non sono intervenuto a denunciarli in quanto non mi sentivo coinvolto!” […]
Costoro si rendono colpevoli degli stessi atti infami commessi dai disonesti intrallazzatori e, se anche saranno in grado di dimostrare di non aver partecipato agli atti criminali che si sono svolti nell’ambiente in cui operano, la loro colpa non potrà essere giustificabile.
Per finire, chi vede, ascolta, conosce ma non denuncia l’atto infame è a sua volta colpevole quanto gli organizzatori primari dell’atto indegno.”
Franca Rame
Nessun commento:
Posta un commento