mercoledì 14 maggio 2014

Vittorio Gassman a Giorgio Soavi

La parola è mercuriale, mutevole e relativa; fragile al punto di doversi difendere nel tempo per eternare, di contrabbando, i suoi messaggi: ecco il significato di Babele, ecco la parola criptica delle predizioni secolari, dei profeti, della rivelazione religiosa.

La parola è un vino raro che mal tollera il viaggio.

Una lingua straniera è una bandiera di quarantena, una poesia tradotta è un’altra poesia.

La parola è cifrata: i tecnici della linguistica ci spiegano che si può parlare solo a chi possiede il codice del cifrario, cioè si parla solo a chi sa già che cosa gli diciamo. Dunque la parola è al di sopra della semplice comunicazione, è un faticoso patto-sfida fra gli uomini.

Vittorio Gassman a Giorgio Soavi
Lettere d’amore sulla bellezza


Nessun commento:

Posta un commento