Brano tratto da "Jane Eyre", di Charlotte Bronte
Un innamorato trova la sua bella addormentata su un sedile di muschio; egli desiderava osservare il suo volto senza svegliarla. Cammina piano piano sull'erba, cercando di non far rumore; si ferma, avendo l'impressione che ella si sia mossa; fa un passo indietro; per nulla al mondo vorrebbe essere visto. Tutto è tranquillo; avanza di nuovo, si curva su di lei; un velo leggero ne copre i lineamenti, lo solleva e si abbassa; ora il suo occhio si prepara ad ammirare una visione di bellezza, calda e fiorente, adorabile nel sonno. Come è ansioso il suo sguardo! Come la contempla con ardore! Ma d'un tratto leva tra le braccia quel corpo che prima non osava sfiorare con un dito! Chiama ad alta voce un nome, depone a terra il fardello, e lo guarda smarrito! La chiama, la stringe, la chiama ancora, e comincia a temere che nessun suono potrà più svegliarla. Egli credeva che il suo amore dormisse dolcemente e si accorge che ella è fredda nell'immobilità della morte.Ed io che rivolgo sguardi felici e timorosi a quella che un tempo era una casa, non vidi che rovine annerite di fumo.
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