mercoledì 12 febbraio 2014

Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini

"Ma forse non ogni uomo è uomo; e non tutto il genere umano è genere umano. Questo è un dubbio che viene, nella pioggia, quando uno ha le scarpe rotte, e non più nessuno in particolare che gli occupi il cuore, non più vita sua particolare, nulla più di fatto e nulla da fare, neanche da temere, nulla più da perdere, e vede, al di là di se stesso, i massacri del mondo.
Un uomo ride e un altro piange. Tutti e due sono uomini; anche quello che ride è stato malato, è malato; eppure egli ride perchè l'altro piange".
- Elio Vittorini, Conversazione in Sicilia


in Conversazione in Sicilia, il protagonista - narratore, l'intellettuale Silvestro, un siciliano che vive da tempo in una città del Nor, decide di compiere un viaggio al proprio paese d'origine, dove abita ancora la madre, per cercare di comprendere le ragioni della consapevolezza, maturata in lui, che il mondo è offeso ( dalla guerra e da tutte le morti che ne derivano), ma senza che egli ancora riesca a vederne le cause, e soprattutto a individuare le scelte da compiere tale offesa.
Nella premessa all'edizione in volume del romanzo ( 1941) uscito dapprima a puntate su "Letteratura", Elio Vittorini dichiara che ciò che conta, nell'opera, non è il luogo geograficamente determinato, la Sicilia, ma il senso complessivo del messaggio, valido per ogni luogo del mondo. In effetti non si tratta tanto della Sicilia storica, quanto di un luogo mitico e favoloso: uno spazio dell'anima, simbolo di quell'isola salvezza a cui si approda alla fine della tempesta dopo il naufragio. L'intero viaggio del protagonista è simbolico - allegorico: un viaggio di conoscenza e di esperienza che Silvestro compie partendo dal centro della cultura e della vita moderne, le quali però non gli hanno dato nessuna chiave per precisare la propria certezza dolorosa che il mondo sia offeso.
Lirico, visionario, scritto con una tensione stilistica mai allentata, il romanzo vuol essere la descrizione di un viaggio iniziatico che illumina, nel contempo, una complessa problematica umana  e politica, sullo sfondo di una riscoperta memoriale ì del mondo dell'infanzia e di una socialità primitiva, genuina ed autentica. 
Il linguaggio si presenta per un verso semplice e chiaro, molto vicino al parlato, ma per un altro verso - grazie a procedimenti retorici come l'iterazione e la metafora - evocativo e poetico, con la presenza di suggestioni ermetiche e decadenti.



martedì 11 febbraio 2014

Elio Vittorini (Siracusa, 23 luglio 1908 – Milano, 12 febbraio 1966)

"Ma io non so parlare, non so parlare, non so essere in compagnia che quando sono a un tavolo, cioè solo...Anzi non posso addirittura pensare che così, scrivendo: e non posso cambiare che attraverso l'atto di scrivere. Si capisce, mi è necessario ascoltare, ma poi mi è necessario essere solo a un tavolo per avere le mie reazioni, e accettare o respingere o semplicemente dubitare".
- Elio Vittorini, lettera a Mario Socrate ( inizio 1948)

Leggere è un lusso, una passione, un vizio e un piacere

"Leggere letteratura, filosofia e scienza, se non lo si fa per professione, è un lusso, una passione virtuosa o leggermente perversa; un vizio che la società non censura; è sia un piacere che un proposito di automiglioramento. Richiede un certo grado e capacità di introversione concentrata. E' un modo per uscire da sé e dall'ambiente circostante, ma anche un modo per frequentare più consapevolmente se stessi e il proprio ordine e disordine mentale".
- Alfonso Berardinelli, "Tutti i pericoli della lettura" su Domenica de Il sole 24 Ore




"Felice chi è diverso" di Gianni Amelio alla Berlinale

"Felice chi è diverso essendo egli diverso. Ma guai a chi è diverso essendo egli comune".
-Sandro Penna

Il regista calabrese Gianni Amelio ha presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Berlino 2014  la sua nuova opera, "Felice chi è diverso", film prodotto da Luce Cinecittà, nelle sale dal 6 marzo.
"L'atto più difficile è imparare ad essere individui che sanno amare. L'intenzione di questo film - spiega il regista - era fare un resoconto sul come l'omosessualità è vista dai media italiani. Pensavo che la censura più forte ci fosse stata nel periodo fascista, in base al principio del fare tutto purchè non se ne parli, e invece ho scoperto che è durata molto di più, almeno fino agli Anni Settanta. La verità venuta alla luce è che abbiamo tutti gli stessi problemi. Se parliamo di affettività, allora siamo uguali e dobbiamo partire da questo per capirci".






Ritrovati altri 60 capolavori nel tesoro di Hitler

Il "tesoro nazista" di Cornelius Gurlitt, nella cui casa di Monaco erano state ritrovate oltre un migliaio di opere d'arte  saccheggiate dai nazisti  e raccolte dal padre durante la seconda guerra mondiale (almeno cinquecentonovanta di queste potrebbero essere di proprietà di famiglie ebree espropriate) è ancora più ampio di quanto si immaginasse fino ad oggi: un suo portavoce ha dichiarato che nella sua residenza di Salisburgo erano nascosti altri sessanta capolavori, fra questi ci sono dipinti di Claude Monet, Pablo Picasso e Pierre - Auguste Renoir. I sessanta pezzi sono stati visionati e messi in sicurezza sotto la supervisione di Christoph Edel, legale nominato dal tribunale tedesco.





Addio, riccioli d'oro..

E' morta nella sua casa in California, all'età di 86 anni,  Shirley Temple, la "Riccioli d'oro" del cinema.


Il cast di "Monuments Men"in visita al cenacolo di Leonardo

"L'arte soffre per la crisi ma va protetta"
George Clooney

Ieri , 10 febbraio, George Clooney e il cast di "Monuments Men" erano a Milano per la première del film, presentato al cinema UCi di Pioltello.
Nella foto, opera di Gianmarco Chieregato, i "monuments men" immortalati davanti al meraviglioso cenacolo di Leonardo da Vinci a Santa Maria delle Grazie.