mercoledì 13 novembre 2024

Buon compleanno a...

 《A casa mia mancava tutto, perché nel dopoguerra, tornando dal Giappone, siamo stati poverissimi. La sola cosa che non mancava erano i libri. E io ho cominciato prestissimo a leggere, attingendo ai classici che trovavo in casa. Ho cominciato a scrivere e a pubblicare sul giornale della scuola Garibaldi, a Palermo, a 13 anni. E poi non ho mai smesso》.


Buon compleanno alla scrittrice  Dacia Maraini,  nata a Firenze il 13 novembre 1936



lunedì 14 ottobre 2024

Buon compleanno, Italo!

 Amo soprattutto Stendhal perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca.

Amo Puskin perché è limpidezza, ironia e serietà.

Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza.

Amo Stevenson perché pare che voli.

Amo Cechov perché non va più in là di dove va.

Amo Conrad perché naviga l’abisso e non ci affonda.

Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente.

Amo Manzoni perché fino a poco fa l’odiavo.

Amo Chesterton perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista.

Amo Flaubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui.

Amo Poe dello Scarabeo d’oro.

Amo Twain di Huckleberry Finn.

Amo Kipling dei Libri della Giungla.

Amo Nievo perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima.

Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia.

Amo Gogol perché deforma con nettezza, cattiveria e misura.

Amo Dostoevskij perché deforma con coerenza, furore e senza misura.

Amo Balzac perché è visionario.

Amo Kafka perché è realista.

Amo Maupassant perché è superficiale.

Amo la Mansfield perché è intelligente.

Amo Fitzgerald perché è insoddisfatto.

Amo Radiguet perché la giovinezza non torna più.

Amo Svevo perché bisognerà pur invecchiare.

Amo…

(Italo Calvino, Saggi, Mondadori)




Come eravamo

 Arnoldo Mondadori in occasione del cinquantesimo anniversario di matrimonio (1963). Da sinistra: i poeti italiani Eugenio Montale, Salvatore Quasimodo e Giuseppe Ungaretti, il festeggiato (al centro), lo scultore Francesco Messina, il giornalista e scrittore Arturo Tofanelli e il pittore Renato Guttuso.




domenica 13 ottobre 2024

Dario Fo

 《Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere》.


- Dario Fo (Sangiano, 24 marzo 1926 – Milano, 13 ottobre 2016)




sabato 12 ottobre 2024

EX VOTO - EUGENIO MONTALE

 Accade

che le affinità d'anima non giungano
ai gesti e alle parole ma rimangano
effuse come un magnetismo. É raro
ma accade.

Puó darsi
che sia vera soltanto la lontananza,
vero l'oblio, vera la foglia secca
piú del fresco germoglio. Tanto e altro
puó darsi o dirsi.
Comprendo
la tua caparbia volontà di essere sempre assente
perchè solo così si manifesta
la tua magia. Innumeri le astuzie
che intendo.
Insisto
nel ricercarti nel fuscello e mai
nell'albero spiegato, mai nel pieno, sempre
nel vuoto: in quello che anche al trapano
resiste.
Era o non era
la volontà dei numi che presidiano
il tuo lontano focolare, strani
multiformi multanimi animali domestici;
fors'era così come mi pareva
o non era.
Ignoro
se la mia inesistenza appaga il tuo destino,
se la tua colma il mio che ne trabocca,
se l'innocenza é una colpa oppure
si coglie sulla soglia dei tuoi lari. Di me,
di te tutto conosco, tutto
ignoro.




giovedì 10 ottobre 2024

10 ottobre 2024 - vince il premio Nobel per la Letteratura Han Kang

 Il premio Nobel per la Letteratura 2024 è stato conferito alla scrittrice sudcoreana Han Kang "per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana".



mercoledì 9 ottobre 2024

Accadde oggi

 9 Ottobre 1963, ore 22.39: un versante del Monte Toc franò sopra il neo-bacino idroelettrico del Vajont, provocando la tracimazione di parte dell'acqua contenuta nell'invaso. 

La valanga d'acqua superò la diga incanalandosi nella valle del Piave, e spazzò via l'abitato di Longarone con i comuni limitrofi: quasi 2000 furono le vittime. Moltissime persone non furono nemmeno ritrovate, rimaste sepolte da strati di acqua e fango.