In caso di pericolo, l’oloturia (o cetriolo di mare) si divide in due: dà un sé in pasto al mondo, e con l’altro fugge.
Si scinde in un colpo in rovina e salvezza, in ammenda e premio, in ciò che è stato e ciò che sarà.
Nel mezzo del suo corpo si apre un abisso con due sponde subito estranee.
Su una la morte, sull’altra la vita.
Qui la disperazione, là la fiducia.
Se esiste una bilancia, ha piatti immobili.
Se c’è giustizia, eccola.
Morire quanto necessario, senza eccedere. Rinascere quanto occorre da ciò che si è salvato.
Wislawa Szymborska