Ma quello che vorrei continuare a dire alle donne, anche dopo la mia morte, è di non perdere mai il rispetto di se stesse, di avere dignità. Sempre.
Franca Rame
Ma quello che vorrei continuare a dire alle donne, anche dopo la mia morte, è di non perdere mai il rispetto di se stesse, di avere dignità. Sempre.
Franca Rame
"Fine maggio. Ricevo la prima busta paga da onorevole. Guardo e riguardo i “cedolini” e non capisco niente. Scopro che il mio stipendio mensile è di 15.000 euro e che ho 150 euro di rimborso spese per il parrucchiere. Troppi soldi. Accenno a qualche senatore e pure a qualche deputato l’idea di proporre una decurtazione del nostro stipendio a favore delle situazioni tragiche che si stanno moltiplicando nel nostro Paese. Ma è come se stessi giocando a squash, lo sport in cui si lancia la pallina contro il muro e lei torna indietro a gran velocità. Se non sei un vero campione non riesci neanche a sfiorarla: ti passa via da sotto la racchetta, invisibile… Ecco, le mie parole slittano oltre le orecchie dei senatori come proiettili di gomma. Loro guardano altrove, cambiano discorso.… Qui è davvero tutto assurdo. Al ristorante non devi pagare il conto: ti viene detratto dallo stipendio, sembra uno scherzo. Sapete quanto spendo? io, che sono vegetariana e astemia, pago intorno ai 3 euro, meno che all’Osteria degli spiantati sui Navigli. Alla buvette invece il conto lo paghi, ma dopo aver consumato perché pagare prima non è elegante. A qualcuno però capita, distratto, di uscire dimenticandosi di pagare il conto, ma è ovvio che è una svista innocente. Andiamo, siamo senatori, a chi mai fra noi verrebbe in mente di fare il furbo e rubare?! Ah.. ah.. mi esce una risata a tutta gola!”
Franca Rame (Parabiago, 18 luglio 1929 – Milano, 29 maggio 2013)
La mafia sbanda,
"Vorrei fare tutto, dall'operatore di macchina al fonico, dal produttore alla comparsa. L'attore no: ci ho provato al liceo, con Pirandello, ed ero un cane".
"Ho danzato nei tendoni, nelle chiese, nelle piazze. Sono stata una pioniera del decentramento. Volevo che questo mio lavoro non fosse d'élite, relegato alle scatole d'oro dei teatri d'opera. E anche quand'ero impegnata sulle scene più importanti del mondo sono sempre tornata in Italia per esibirmi nei posti più dimenticati e impensabili. Nureyev mi sgridava: chi te lo fa fare, ti stanchi troppo, arrivi da New York e devi andare, che so, a Budrio… Ma a me piaceva così, e il pubblico mi ha sempre ripagato".
Le azioni hanno sempre conseguenze. Non giustificazioni e spesso neppure spiegazioni. Conseguenze, invece, sempre.
- Vittorio Zucconi
“ Fatevi condizionare il meno possibile da una società che finge di darci il massimo della libertà".
Andrea Camilleri