domenica 22 settembre 2024

Italo Calvino

 "E inventerà scherzi e smorfie così nuove da ubriacarsi di risate, tutto per smaltire la nebbia di solitudine che gli si condensa nel petto le sere come quella.”

—  Italo Calvino




Oriana Fallaci

 Chi ha detto che essere belli vuol dire avere dei bei tratti? A volte essere belli significa avere spirito, eleganza, dignità

- Oriana Fallaci




Sophia Loren

 Non ero andata a Hollywood perché ero certa che avrei perso e non sapevo come avrei reagito all’emozione, alla delusione. Eravamo Carlo ed io nel nostro appartamento all’Ara Coeli, e c’erano anche mia madre e mia sorella. Aspettavamo notizie ma verso le 4 del mattino decidemmo di andare a dormire, tanto non avevo alcuna speranza. Poi verso le 6 squillò il telefono, Carlo rispose ed era Cary Grant che gridava: “Sophia ha vinto, ha vinto!”. Mia madre si mise a cantare ”Abbiamo vinto, abbiamo vinto!”. Era la prima volta che un attore italiano vinceva quel premio per un film italiano parlato in italiano.


 _ Sophia Loren, parlando dell'Oscar vinto per “La ciociara”

(IN FOTO: Sophia Loren e Jean-Paul Belmondo sul set de "La ciociara", diretto da Vittorio De Sica, 1960)




sabato 21 settembre 2024

Wislawa Szymborska

 Deve pur esserci un’uscita,

è più che certo.

Ma non tu la cerchi,

è lei che ti cerca,

è lei fin dall’inizio

che ti insegue,

e il labirinto

altro non è

se non la tua, finché è possibile,

la tua, finché è tua,

fuga, fuga –

Wisława Szymborska




Sophia Loren

 “Dopo tutti questi anni, sono ancora coinvolta nel processo di scoperta di me stessa. È meglio esplorare la vita e fare degli errori che andare sul sicuro. Gli errori sono parte dei tributi che uno paga per una vita piena".

Sophia Loren



giovedì 19 settembre 2024

Italo Calvino

 "Contano due principi: non farsi troppe illusioni e non smettere di credere che ogni cosa che fai potrà servire.”


— Italo Calvino, "La giornata di uno scrutatore"




mercoledì 18 settembre 2024

Roberto Vecchioni

 «Quando due si lasciano, non parte chi se ne va: parte chi resta. Chi se ne va era partito già molto tempo prima. All’apparenza è lei a prendere la nave, lei a muoversi: ma è un falso movimento, il suo; è come se fossi io a camminare all’indietro, senza accorgermene. Per lei non c’è partenza, è ferma nel suo nuovo amore – non cambia stato la sua anima, quieto, alla fonda, il desiderio. È chi resta, invece, il solo a partire, cambiare condizione, forma del vivere, giornate, veglie, sussulti. È chi resta a non ritrovarsi più in quel posto, in quella geografia conosciuta di carezze e pensieri, e deve spezzare, andarsene, cambiar nome all’amore che non riconosce. È di chi resta l’unica partenza».

Roberto Vecchioni, Viaggi del tempo immobile