lunedì 19 agosto 2024

Cesare Pavese a Fernanda Pivano

 Cara Fern,


la Sua lettera mi ha molto commosso e se potessi prenderei subito il treno per provarLe che non è vero che la circondi il gelo e l'ostilità. Ma non capisco perché si trovi tanto male proprio adesso che sa che sa di poter lavorare nove ore al giorno e quindi pressoché mantenersi. Non ha sempre aspirato all'indipendenza? A meno che Le succeda come a tutti: una volta ottenutala, non sa più che farne. Si ritorna cioè a quanto Le ho sempre consigliato:


Si faccia una vita interiore - di studio, di affetti, d'interessi umani che non siano solamente di "arrivare" ma di "essere" - e vedrà che la vita avrà un significato.


Cara Fern, la solitudine che Lei sente, si cura in un solo modo, andando verso la gente e «donando» invece di «ricevere». (È la solita sacrosanta predica). Non che io aneli di essere quello a cui Lei dovrebbe donare - tanto più che i doni che Lei potrebbe farmi non sarebbero ancora la soluzione ma aumenterebbero il pasticcio. Si tratta di un problema morale prima che sociale e Lei deve imparare a lavorare, a esistere, non solo per sé ma anche per qualche altro, per gli altri.


Fin che uno dice «sono solo», sono «estraneo e sconosciuto», «sento il gelo», starà sempre peggio. E' solo chi vuole esserlo, se ne ricordi bene. Per vivere una vita piena e ricca bisogna andare verso gli altri, bisogna umiliarsi e servire. E questo è tutto.


La nostra posizione qui è molto precaria. Il padrone ogni tanto fa progetti per riportare la baracca in Piemonte - che non mi dispiacerebbe. Ma intanto - tira e molla - non faccio più niente e non ho più pace. La smetta con quella stupida storia dell'assegno. Pensi piuttosto a tradurre l' Addio, e con l'assegno si comperi un monopattino.


Coraggio e arrivederci."


Cesare Pavese a Fernanda Pivano




domenica 18 agosto 2024

Storie d' amore

 Erano passati quasi vent' anni da quando si erano lasciati. Alain Delon venne avvertito della morte improvvisa di Romy e si precipitò da lei. Non le aveva mai scritto una lettera. Quel giorno volle restare per diverse ore da solo con la donna che aveva sempre amato (anche se avevano vissuto assieme solo cinque anni). Le scrisse :"Ti guardo dormire. Sono accanto a te, sei vestita di una lunga tunica nera e rossa, ricamata sul petto. Sono fiori, credo, ma non li guardo. Ti dico addio, il più lungo degli addii, mia Puppelé . È così che ti chiamavo, "Piccola bambola" in tedesco. Non guardo i fiori ma il tuo viso e penso che sei bella, e che forse non lo sei mai stata così tanto. Per la prima volta nella mia vita - e nella tua - ti vedo serena, in pace. Come sei calma, come sei bella. Sembra che una mano abbia dolcemente cancellato dal tuo viso tutte le angosce"


venerdì 16 agosto 2024

Bukowski

 "Se è pesante il solo pensare di farlo,

non farlo.

Se stai cercando di farlo come qualcun altro,

lascia perdere.

Se devi aspettare che cresca dentro te

aspetta, pazientemente.

Se non ruggisce dentro te

fai qualcos’altro.

Se devi parlarne con qualcun altro,

non sei pronto.

Quando sarà il tempo giusto

e se sarai stato predestinato

arriverà,

e continuerà a farlo

fin quando morirai

o quando morirà in te.

Non c’è altro modo,

non ce n’è mai stato un altro."


- Charles Bukowski



Bukowski

 Accontentarsi di chiunque

pur di non restare soli.

Se dovessi spiegare a parole

l'infelicità, lo farei così.


(Charles Bukowski)



giovedì 15 agosto 2024

Grazia Deledda

 "Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi.

Siamo le ginestre d’oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese.

Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto.

Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare.

Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta.

Noi siamo sardi.”

Grazia Deledda



domenica 11 agosto 2024

Roberto Saviano

 Agosto non è crudele. È feroce. Si presenta come un mese del passato e ti costringe a ricordare. Ferocemente smette di essere tutto ciò che era. Aspettavo agosto tutto l'anno da bambino. La spiaggia, i templi di Paestum, la sensazione che tutto l'anno valesse la pena viverlo per rotolarsi nel bagnasciuga con mio fratello, con i miei cugini. La sensazione che la vita vera fosse agosto. L'attesa dell'agosto più bella dell'agosto persino. Vivere agosto da adulti non vale la pena. Ora agosto è solo un mese di promesse non mantenute, la dimostrazione che la vita ti ha tradito e quello che ti aspettavi non arriva. Come una generazione che credeva di poter vivere meglio dei propri genitori e invece vive peggio, assai peggio. Agosto era il mese dove riuscivi a prendere tutto ciò che di bello concepivi. Ora arriva e raccoglie esattamente le briciole dell'intero anno. Agosto ormai è solo un modo, come direbbe Chaillet, per essere infelici in modo molto romantico.


Roberto Saviano



Robin Williams

 Pensavo che la cosa peggiore nella vita fosse restare solo. Non lo è.

La cosa peggiore nella vita è finire con persone che ti fanno sentire solo.

Robin Williams