giovedì 1 febbraio 2024

Wislawa Szymborska

 “C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita.

È tutto in ordine dentro e attorno a lui.

Per ogni cosa ha metodi e risposte.

È lesto a indovinare il chi il come il dove

e a quale scopo.

Appone il timbro a verità assolute,

getta i fatti superflui nel tritadocumenti,

e le persone ignote

dentro appositi schedari.

Pensa quel tanto che serve,

non un attimo in più,

perché dietro quell’attimo sta in agguato il dubbio.

E quando è licenziato dalla vita,

lascia la postazione

dalla porta prescritta.

A volte un po’ lo invidio

- per fortuna poi mi passa.”

— Wisława Szymborska, C’è chi, da Basta così



Wislawa Szymborska

 In quanto un po' all'antica, ritengo che la lettura sia il più bei passatempo mai escogitato dall'umanità. L'Homo ludens danza, canta, si produce in gesti pieni di significato, assume pose, si acconcia, banchetta e celebra elaborate cerimonie. Non voglio sottovalutare l'importanza di simili passatempi senza, la vita umana scorrerebbe con una monotonia inimmaginabile e forse andrebbe allo sbando. Tuttavia si tratta di azioni di gruppo su cui aleggia, più o meno percettibile, quel certo odore da addestramento militare collettivo. Con un Libro in mano, l'Homo ludens è libero. Almeno nella misura in cui gli è concesso esserlo. È lui a stabilire le regole del gioco, obbedendo soltanto alla propria curiosità. Gli è dato di leggere sia libri intelligenti, dai quali apprendere qualche cosa, sia libri sciocchi, perché anche da quelli è possibile ricavare informazioni. È libero di non leggere un libro sino alla fine e di cominciarne un altro dall'ultima pagina, risalendo verso l'inizio. È libero di farsi una risatina là dove non è previsto, o di soffermarsi inaspettatamente su parole che poi ricorderà per tutta la vita. È libero infine  e nessun altro passatempo lo consente  di prestare ascolto alle argomentazioni di Montaigne o di fare un tuffo nel Mesozoico.

Letture facoltative di Wislawa Szymborska



Wislawa Szymborska

 La vita

 – è il solo modo per coprirsi di foglie,

prendere fiato sulla sabbia,

sollevarsi sulle ali;

essere un cane,

o carezzarlo sul suo pelo caldo;

distinguere il dolore

da tutto ciò che dolore non è;

stare dentro gli eventi,

dileguarsi nelle vedute,

cercare il più piccolo errore.

Un’occasione eccezionale

per ricordare per un attimo

di che si è parlatoa luce spenta;

e almeno per una volta

inciampare in una pietra,

bagnarsi in qualche pioggia,

perdere le chiavi tra l’erba;

e seguire con gli occhi

una scintilla nel vento;

e persistere nel non sapere

qualcosa d’importante.”

— Un appunto  , Wislawa Szymborska



Wislawa Szymborska

 Un amore felice. E’ normale?

è serio? è utile?

Che se ne fa il mondo di due esseri

che non vedono il mondo?

Innalzati l’uno verso l’altro senza alcun merito,

i primi qualunque tra un milione, ma convinti

che doveva andare così – in premio di che? Di nulla;

la luce giunge da nessun luogo -

perchè proprio su questi e non su altri?

Ciò offende la giustizia? Sì.

Ciò infrange i princìpi accumulati con cura?

Butta giù la morale dal piedistallo? Sì, infrange e butta giù.

Guardate i due felici:

se almeno dissimulassero un po’,

si fingessero depressi, confortando così gli amici!

Sentite come ridono – è un insulto.

In che lingua parlano -

comprensibile all’apparenza.

E tutte quelle loro cerimonie, smancerie,

quei bizzarri doveri reciproci che si inventano -

sembra un complotto contro l’umanità!

E’ difficile immaginare dove si finerebbe

se il loro esempio fosse imitabile.

Su cosa potrebbero contare religioni, poesie,

di che ci si ricorderebbe, a che si rinuncerebbe,

chi vorrebbe restare più nel cerchio?

Un amore felice. Ma è necessario?

Il tatto e la ragione impongono di tacerne

come d’uno scandalo nelle alte sfere della Vita.

Magnifici pargoli nascono senza il suo aiuto.

Mai e poi mai riuscirebbe a popolare la terra,

capita, in fondo, di rado.

Chi non conosce l’amore felice

dica pure che in nessun luogo esiste l’amore felice.

Con tale fede gli sarà più lieve vivere e morire.

(Wislawa Szymborska)



giovedì 25 gennaio 2024

Alessandro Baricco

 Aveva qualcosa di speciale?”

“Tutto. C'è solo lui al mondo.”

“Cioè?”

“Non c'è nessuno come lui.”

“Dov'è adesso?”

“Non con me.”

“Perché?”

“Lasci perdere.”

“Non l'amava?”

“Oh sì che mi amava.”

“E allora?”

“Abbiamo fatto un sacco di casino.”

“Tipo?”

“Non capirebbe.”

“Perché?”

“Ha idea di cosa significhi essere pazzo di qualcuno?”

“Temo di no.”

“Ecco.”


Tre volte all'alba - Alessandro Baricco




Alessandro Baricco

 La guardò. Ma d’uno sguardo per cui guardare già è una parola troppo forte. Sguardo meraviglioso che è vedere senza chiedersi nulla, vedere e basta. Qualcosa come due cose che si toccano. Come un bacio. Si baciavano di sguardi quei due.

Alessandro Baricco , "Oceano mare"



Alessandro Baricco

 Sarebbe tutto più semplice se non ti avessero inculcato questa storia del finire da qualche parte, se solo ti avessero insegnato, piuttosto, a essere felice rimanendo immobile. Tutte quelle storie sulla tua strada. Trovare la tua strada. Andare per la tua strada. Magari invece siamo fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico, fermi lì, a far passare la vita, magari siamo un crocicchio, il mondo ha bisogno che stiamo fermi, sarebbe un disastro se solo ce ne andassimo, a un certo punto, per la nostra strada, quale strada? Sono gli altri le strade, io sono una piazza, non porto in nessun posto, io sono un posto.


Alessandro Baricco - City