sabato 13 gennaio 2024

James Joyce

 Egli osservava la scena e pensava alla vita, e (come sempre accadeva quando pensava alla vita) si faceva triste. Una dolce malinconia s'impossessava di lui e sentiva quanto fosse inutile incaponirsi contro il destino; e in ciò consisteva il fardello di saggezza che i secoli gli avevano tramandato.


James Joyce - Gente di Dublino




giovedì 11 gennaio 2024

Fabrizio De André

 La solitudine non consiste nello stare soli, ma piuttosto nel non sapersi tenere compagnia. Chi non sa tenersi compagnia difficilmente la sa tenere ad altri. Ecco perché si può essere soli in mezzo a mille persone, ecco anche perché ci si può trovare in compagnia di se stessi ed essere felici (per esempio ascoltando il silenzio, stretto parente della solitudine).


Fabrizio De André



Fabrizio De André

 La curiosità nei confronti dell'altro è una profondissima forma d' amore.


Fabrizio De Andrè




Fabrizio De André

 "Quello che mi fa paura, oggi come ieri, è che la vostra libertà, come la mia, non sia più neppure dignità. Io misuro la mia distanza dal Potere, quello vero, quello che siede in Parlamento, con quello che il Potere fa per se stesso. Ho ancora la forza di indignarmi per chi davanti a un sopruso alza la voce e poi la mano. E va da sé che non posso certo stare con chi fa e farà dei privilegi un fortino da riempire. Non posso e mai potrò parteggiare con chi per riempirsi le tasche deve svuotarle a chi le ha bucate. Con chi, per tutelare i suoi privilegi, quando non lavora per accumularli, fa scempio di chi diritti e felicità non ne ha. E neppure può conquistarseli. Ho deciso di smettere di preoccuparmi di piacere alla gente".


- Fabrizio De André



sabato 23 dicembre 2023

Erri de Luca

 Natale - Erri De Luca


Nascerà in una stiva tra viaggiatori clandestini.

Lo scalderà il vapore della sala macchine.

Lo cullerà il rollio del mare di traverso.

Sua madre imbarcata per tentare uno scampo o una

fortuna,

suo padre l’angelo di un’ora, 

molte paternità bastano a questo. 

In terraferma l’avrebbero deposto 

nel cassonetto di nettezza urbana. 

Staccheranno coi denti la corda d’ombelico. 

Lo getteranno al mare, alla misericordia.


Possiamo dargli solo i mesi di grembo, dicono le madri.

Lo possiamo aspettare, abbracciare no.

Nascere è solo un fiato d’aria guasta. Non c’è mondo

per lui.

Niente della sua vita è una parabola. 

Nessun martello di falegname gli batterà le ore dell’infanzia, 

poi i chiodi nella carne. 

Io non mi chiamo Maria, ma questi figli miei 

che non hanno portato manco un vestito e un nome 

i marinai li chiamano Gesù. 

Perché nascono in viaggio, senza arrivo.


Nasce nelle stive dei clandestini,

resta meno di un’ora di dicembre.

Dura di più il percorso dei Magi e dei contrabbandieri.

Nasce in mezzo a una strage di bambini.

Nasce per tradizione, per necessità,

con la stessa pazienza anniversaria.

Però non sopravvive più, non vuole.

Perché vivere ha già vissuto, e dire ha detto.

Non può togliere o aggiungere una spina ai rovi delle

tempie.

Sta con quelli che vivono il tempo di nascere. 

Va con quelli che durano un’ora.


Erri De Luca - Opera sull’acqua - Einaudi




Victor Cusack

 "Vi auguro l’impensato, l’introvato, il mai voluto (che non è l’involuto). Vi auguro il pensiero totalmente altro, che pensa ciò che mai finora è stato pensato, con parole nuove e con un punto di vista nuovo. Vi auguro di riuscirlo a comprendere, e riuscire a farlo comprendere ai vostri contemporanei. E in questo modo fuoriuscire dal vecchio per entrare in una dimensione autenticamente vera e nuova. Vi auguro la semplicità di pensare l’amore del mondo."

— Victor Cusack





Zygmunt Bauman

 La nostra vita è un'opera d'arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l'arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l'impossibile. E possiamo solo sperare – senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe – di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all'altezza della sfida. L'incertezza è l'habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. Sfuggire all'incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. È per questo che una felicità «autentica, adeguata e totale» sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci a esso.”

 —  Zygmunt Bauman